AM ha messo sul piatto l'immunità penale come ricatto occupazionale e i sindacati confederali condividono e chiedono a Di Maio..
Per noi le cose devono stare diversamente.
Il 1 luglio non deve partire alcuna cassa integrazione - se essa viene fatta partire, tutto lo stabilimento va fermato con o senza i sindacati confederali
da la ringhiera
Prosegue la trattativa sulla cassa integrazione nello stabilimento ArcelorMittal Italia di Taranto. Il negoziato, però, non compie alcun passo in avanti. Azienda e Fim, Fiom, Uilm restano ognuno sulle proprie posizioni. Il Gruppo siderurgico ha confermato nei numeri (1400) e nella data (1 luglio 2019) la procedura di cassa integrazione ordinaria (Cigo), avviata lo scorso 5 giugno 2019. I sindacati
respingono la richiestaProsegue la trattativa sulla cassa integrazione nello stabilimento ArcelorMittal Italia di Taranto. Il negoziato, però, non compie alcun passo in avanti. Azienda e Fim, Fiom, Uilm restano ognuno sulle proprie posizioni. Il Gruppo siderurgico ha confermato nei numeri (1400) e nella data (1 luglio 2019) la procedura di cassa integrazione ordinaria (Cigo), avviata lo scorso 5 giugno 2019. I sindacati respingono la richiesta. Ieri una nuova tornata di confronto conclusasi con un nulla di fatto e con l’aggiornamento al 25 giugno alle 14. “Fim, Fiom, Uilm – si legge in una nota unitaria diffusa a fine riunione – hanno ribadito all’azienda l’esigenza di avere un quadro più chiaro e di prospettiva sul processo di risanamento ambientale, occupazionale e industriale rispetto alla nota stampa diramata ieri da parte di ArcelorMittal”. Il riferimento è alle esternazioni sul decreto Crescita e sulla cosiddetta “immunità penale” che dovrebbe decadere a partire dal prossimo 6 settembreRispetto a questi temi le federazioni metalmeccaniche hanno evidenziato la necessità di “ulteriori approfondimenti e verifiche”. Da qui la richiesta, accolta dall’azienda, di aggiornare l’incontro odierno. Ma i sindacati alzano il tiro e si rivolgono alle istituzioni. “La vertenza ex Ilva – scrivono – necessità di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e di un maggiore coinvolgimento delle parti sociali per rimettere al centro dell’agenda politica la questione ambientale, sanitaria e occupazionale del territorio di Taranto”.
respingono la richiestaProsegue la trattativa sulla cassa integrazione nello stabilimento ArcelorMittal Italia di Taranto. Il negoziato, però, non compie alcun passo in avanti. Azienda e Fim, Fiom, Uilm restano ognuno sulle proprie posizioni. Il Gruppo siderurgico ha confermato nei numeri (1400) e nella data (1 luglio 2019) la procedura di cassa integrazione ordinaria (Cigo), avviata lo scorso 5 giugno 2019. I sindacati respingono la richiesta. Ieri una nuova tornata di confronto conclusasi con un nulla di fatto e con l’aggiornamento al 25 giugno alle 14. “Fim, Fiom, Uilm – si legge in una nota unitaria diffusa a fine riunione – hanno ribadito all’azienda l’esigenza di avere un quadro più chiaro e di prospettiva sul processo di risanamento ambientale, occupazionale e industriale rispetto alla nota stampa diramata ieri da parte di ArcelorMittal”. Il riferimento è alle esternazioni sul decreto Crescita e sulla cosiddetta “immunità penale” che dovrebbe decadere a partire dal prossimo 6 settembreRispetto a questi temi le federazioni metalmeccaniche hanno evidenziato la necessità di “ulteriori approfondimenti e verifiche”. Da qui la richiesta, accolta dall’azienda, di aggiornare l’incontro odierno. Ma i sindacati alzano il tiro e si rivolgono alle istituzioni. “La vertenza ex Ilva – scrivono – necessità di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e di un maggiore coinvolgimento delle parti sociali per rimettere al centro dell’agenda politica la questione ambientale, sanitaria e occupazionale del territorio di Taranto”.
“Siamo sempre in attesa di un segnale da parte del ministro Di Maio”, afferma Biagio Prisciano, segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto e Brindisi. “Gli abbiamo chiesto un tavolo specifico – aggiunge il sindacalista – e si è impegnato a convocarlo, ma non abbiamo visto ancora assolutamente niente. Evidentemente a Di Maio le vertenze non interessano, interessano solo i social”
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