L’Amministrazione comunale informa di aver ricevuto i primi risultati delle analisi aggiuntive richieste nel mese di marzo ad Arpa Puglia, a proposito della vicenda delle cosiddette collinette ecologiche al quartiere Tamburi. Come noto, per preservare da qualsivoglia rischio i piccoli
frequentatori delle scuole adiacenti a quel sito, il Sindaco aveva disposto la chiusura temporanea dei plessi ‘Deledda’ e ‘De Carolis’. Lo stesso primo cittadino ha richiesto formalmente a sua eccellenza il Prefetto di Taranto, nella giornata di ieri, di riconvocare a stretto giro le Autorità aventi titolo sulla complessa vicenda, al fine di valutare compiutamente l’esito delle citate analisi, comprendere la fattibilità della eventuale messa in sicurezza delle collinette, ragionare dunque della rimodulazione degli ulteriori interventi con risorse pubbliche previsti in quei plessi ed in fine stabilire se questi ultimi possano essere regolarmente aperti per l’inizio del prossimo anno scolastico. Il Comune di Taranto precisa che ogni altra informazione che in queste ore circola intorno alla questione, e fino all’insediamento della menzionata conferenza di servizi sotto l’egida della Prefettura, è destituita di fondamento amministrativo”. Con questa nota ufficiale del Comune di Taranto, inviato alla stampa in tarda mattinata, si chiude – almeno temporaneamente – una mezza giornata, diciamo così, frenetica al quartiere Tamburi.
Una mezza giornata fatta di una conferenza stampa iniziale convocata dai consiglieri comunali d’opposizione – Massimo Battista, Vincenzo Fornaro e Rita Corvace (assente giustificata) – davanti ai cancelli della scuola ‘Deledda‘ in cui hanno chiesto apertamente al sindaco Melucci di procedere con l’emanazione dell’ordinanza di chiusura dello stabilimento siderurgico – ex Ilva, oggi ArcelorMittal – dopo essere venuti a conoscenza degli ultimi dati sulle deposizioni di agenti inquinanti nelle aree delle collinette ecologiche, quelle che – come si ricorderà – furono messe sotto sequestro e che provocarono la chiusura da parte dell’Amministrazione comunale dei plessi scolastici ‘Deledda’ e ‘De Carolis’.
Cosa dicono gli ultimi dati rilevati da Arpa Puglia? In pratica, in un documento inviato a tutti gli organi competenti, che nei campioni di topsoil prelevati lo scorso 5 aprile (e cioè le ulteriori analisi chieste nei tavoli tecnici in Prefettura, tanto per intenderci) è stata rilevata un’alta presenza di diossina, molto più rispetto ai deposimetri delle centraline, sempre di Arpa. In sostanza, dicono i consiglieri comunali, l’alta presenza di agenti inquinanti al suolo così certificata deve indurre – senza indugi – il sindaco Melucci a non tergiversare più e agire di conseguenza con l’ordinanza di chiusura della fabbrica. Anche perchè, va aggiunto, quei plessi scolastici difficilmente potranno essere riaperti per il nuovo anno scolastico (e ci si chiede, essendo chiusi ormai da mesi causa inquinamento, come mai custode e famiglia siano tranquillamente al loro posto). “E noi i nostri figli dove li portiamo a scuola? Cosa dobbiamo fare?”, le parole di diversi residenti del quartiere che, alla fine della conferenza stampa dei consiglieri comunali, hanno aperto il cancello e hanno simbolicamente occupato la scuola.
Ecco la nota di Battista e Fornaro, che riassume l’incontro: “Tutti sanno ma nessuno parla. Riteniamo, quindi, doveroso informare la popolazione degli sviluppi relativi alla questione ‘collinette ecologiche’ Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, con l’ordinanza numero 9 del 2 marzo 2019, ha di fatto chiuso le scuole De Carolis e Deledda a causa degli inquinanti rinvenuti nelle cosiddette ‘collinette ecologiche’. In attesa di ulteriori accertamenti, gli alunni di queste scuole, circa 700, sono stati costretti a turni pomeridiani in altre scuole del quartiere Tamburi per poter portare a termine l’anno scolastico. Un sacrificio che è costato caro ai bambini, costretti nei fatti a rinunciare ad ogni tipo di attività extra-scolastiche pomeridiane, sancendo definitivamente che nemmeno il diritto allo studio e al gioco è preponderante nei confronti della produzione di acciaio. Lo stesso sindaco Melucci si è detto più volte pronto ad ordinanze atte alla tutela della popolazione tarantina, tanto da lanciare un ultimatum scaduto alle 12 dell’otto aprile 2019. Dai dati in nostro possesso, a seguito di rilevazioni top soglia, ossia dello strato superficiale del terreno, delle collinette e zone limitrofe, risultano valori di diossine trenta volte superiori al normato. Questi dati sono in possesso non solo del sindaco ma anche della Provincia, della Prefettura, della Procura, dell’ASL, di ISPRA, del Ministero dell’Ambiente e di ogni ufficio ARPA. Nessuno, per , ha ritenuto necessario avvisare i cittadini coinvolti da tale sconcertante notizia. Riteniamo che gli abitanti del quartiere Tamburi debbano sapere cosa si deposita sulle proprie case, perché qui non si tratta più di una zona circoscritta alle sole due scuole, ma anche alle civili abitazioni che ricadono nelle aree controllate. Allora, dopo aver chiuso due scuole, ora procederemo con un’evacuazione di massa del quartiere? Il sindaco chiedeva dati certi per fermare la produzione dello stabilimento ex Ilva, in ottemperanza a quanto riportato nel TUEL articolo 50 comma 5: i dati ora ci sono, serve il coraggio di firmare un’ordinanza di fermo immediato degli impianti. In alternativa dovremo davvero deportare altrove una comunità per permettere a dei privati di continuare a fare profitto. Attendiamo che tutti gli enti che hanno ricevuto questi dati si attivino in base alle proprie competenze, viceversa saranno tutti complici della strage di vite umane per malattie correlate all’inquinamento industriale”. Per sintetizzare ulteriormente e chiarire meglio, i consiglieri comunali affermano che la forte presenza di agenti inquinanti (diossina in primis) nei terreni non può escludersi in quelli adiacenti alle collinette e alle due scuole: quindi, bisogna agire e subito chiudendo la fabbrica.