ArcelorMittal fa una apertura formale ma conferma il suo piano ambientale, che non risponde affatto alla tutela della salute, bonifiche e sicurezza
Chiede "regole certe", non "cambiamenti continui", per ribadire che non andrà oltre l'Aia in corso.
D'altra parte le "regole certe", la "certezza della legge", non valgono per i padroni, visto che AM sia sul fronte della sicurezza, dell'ambiente - i gravissimi incidenti, impianti inquinanti, l'amianto, ecc.- , sia sul fronte del lavoro, non sta rispettando affatto pur le leggi esistenti.
Jehl promette poi che "Il nostro obiettivo è
zero emissioni entro il 2050"... ma è una notizia che non può certo tranquillizzare, della serie... "sì, non avremo più inquinamento quando saremo tutti morti..."
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Jehl parla 24
ore dopo l’annuncio di Costa che adesso per l’acciaieria più grande
d’Europa vuole prescrizioni ambientali più
adeguate per tutelare meglio la salute dei tarantini ed ha accolto la
richiesta del sindaco Rinaldo Melucci che gli ha evidenziato
una serie di criticità. Ma oltre a manifestare disponibilità a
discutere con Costa, Jehl ribadisce che l’azienda vuole regole
certe e non trovarsi difronte a cambiamenti continui, visto che il
piano ambientale è stato approvato con decreto del presidente
del Consiglio a settembre 2017 e a settembre scorso l’addendum lo ha
migliorato.
Servono regole certe, non continui cambi«Come ArcelorMittal - spiega l’ad - abbiamo preso un impegno e fatto un contratto per Ilva con un certo quadro di leggi. Questo
è chiaro. Dobbiamo andare avanti con la certezza che questo quadro
c’è. Noi siamo sempre aperti per parlare e a collaborare
in modo trasparente sui dati. Dal momento che c’è una Vds, una Valutazione del danno sanitario, siamo impegnati a collaborare
sulla Vds. Nessun problema a parlare col ministero dell’Ambiente e con tutte le autorità. Certezza della legge, ma da parte
nostra c’è apertura - prosegue l’ad di Arcelor Mittal Italia -. E quando c’è volontà di affrontare le domande, le affrontiamo
insieme. Affrontiamo ogni giorno i problemi perché, lo dico senza esagerare, siamo il sito più monitorato di Europa. Tutti
i giorni c’è una discussione con l’Arpa, l’Asl e il ministero dell’Ambiente. E sono contento di questo, lo dico onestamente.
Abbiamo preso degli impegni e vogliamo dimostrare a tutti che i lavori li facciamo».
Obiettivo zero emissioni nel 2050
«Il nostro obiettivo è
zero emissioni entro il 2050» annuncia l’ad Jehl. E proprio oggi la
multinazionale, rilanciando quest’obiettivo,
ha dichiarato che si sta predisponendo una roadmap strategica con un
obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni che
verrà fissato il prossimo anno. Un obiettivo che migliorerà quello di
ridurre il carbonio nella misura dell’8 per cento che
nel 2007 era stato fissato per il 2020. «Siamo convinti che per
arrivare a zero emissioni serva una combinazione di soluzioni
- spiega Jehl -. A livello di gruppo ci sono almeno dieci differenti
soluzioni molto innovative. Stiamo cercando il migliore
mix. Questo è il vantaggio di essere gruppo. Abbiamo otto
stabilimenti sul ciclo integrale come Taranto. Possiamo fare quindi
progetti diversi. Abbiamo preso l’impegno di una riduzione di meno
15% di CO2 nel contratto. E dobbiamo arrivarci nel 2023.
Abbiamo preso quest’impegno perché sappiamo che ci sono già soluzioni
per arrivarci. L’obiettivo della decarbonizzazione è
chiaro per noi, come è chiaro per l’Europa». Jehl quindi aggiunge:
«Quello per lo stabilimento di Taranto è il piano ambientale
più ambizioso al mondo. Un piano ambientale così non è mai stato
fatto».
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