pubblicato il 20 Giugno 2019


Nel giorno in cui il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro ha posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico disegno di legge “Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi (A.C. 1807-A/R), nel testo predisposto dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall’Assemblea” ovvero del Decreto Crescita, con Federacciai e Confindustria che si sono schierate accanto ad ArcelorMittal nella disputa sull’abolizione e/o la riscrizione della norma sull’immunità penale, l’ad di ArcerloMitta Italia Matthieu Jehl, scrive una mail agli 8200
dipendenti dell’azienda, inoltrata per conoscenza anche ai sindacati metalmeccanici.
Una lettera breve, ma molto precisa e chiara. Che svela anche qualche retroscena conosciuto ai più ma negato con forza da una parte politica attualmente al governo come il Movimento 5 Stelle. Ovvero che lo scorso settembre ad ArcelorMittal il governo in carica garantì il mantenimento delle tutele legali previste dalla legge del 2015, immunità penale compresa. E che dallo scorso febbraio, dopo l’intervento del gip di Taranto Ruberto, governo e ArcelorMittal hanno iniziato un confronto sulla riscrittura della norma in questione. Anzi, fonti del MiSE sostengono addirittura che la nuova norma sia stata pensata di concerto tra le parti per rendere nullo il ricorso alla Corte Costituzionale del gip di Taranto.

Di seguito la lettera dell’ad Jehl ai lavoratori del siderurgico di Taranto:
Cari Colleghi.
vi scrivo per informarvi che abbiamo diffuso un comunicato stampa per sottolineare che se il Decreto Crescita dovesse essere approvato nella sua formulazione attuale, pregiudicherebbe per chiunque, ArcerloMittal compresa, la capacità di gestire lo stabilimento di Taranto.
In questi mesi abbiamo costantemente dialogato con il Governo ripetendo sempre tre cose:
1 ) Tutti gli interventi del piano ambientale procedono nei tempi previsti;
2) Siamo impegnati al massimo in Italia
3) Dobbiamo trovare una soluzione alla formulazione proposta del Decreto Crescita
Il Decreto Crescita, infatti. così come è ora formulato, cancella le tutele legali che esistevano quando ArcelorMittal ha accettato di investire in questo stabilimento. Senza queste tutele, non solo noi, ma nessun operatore sarà in grado di gestire questo impianto.
Sarò sincero: è una mail che non avrei voluto scrivere, perché capisco che aggiunge preoccupazione a una situazione che è g|à difficile per tutti noi.
Quella dell’immunità penale, come sapete meglio di me, è una definizione sbagliata di un concetto che però è fondamentale per poter gestire lo stabilimento di Taranto e attuare il piano ambientale. Come abbiamo più volte ripetuta a istituzioni e stakeholder già durante la trattativa, non si tratta di essere “immuni” dalle responsabilità.
Quello che abbiamo chiesto, che ci è stato riconosciuto nell‘accordo firmato con il Governo, è di avere un periodo di transizione ben definito e non superiore al tempo di realizzazione del Piano Ambientale durante Il quale poter operare serenamente per la riqualificazione dello stabilimento di Taranto e la  soluzione di problemi di lunga data e non causati da noi.
Vorrei anche dire che speriamo tutti che il Decreto possa essere modificato e che saremo messi nelle condizioni dl continuare a lavorare e investire per rilanciare questo stabilimento e tutta I‘azienda.  È un obiettivo in cui crediamo fermamente e sul quale fortemente siamo impegnati: spero che questo sia evidente per tutti voi, in ogni reparto, In ogni area di intervento.
Vi terrò informati sui prossimi sviluppi: siamo impegnati su tutti i fronti per cercare di trovare una soluzione. Noi vogliamo restare“, firrmato Matthieu Jehl.