martedì 4 giugno 2019

Info: Call center - la sospensione del codice degli appalti farebbe saltare la "clausola sociale" - Ma occorre lottare insieme contro governo e padroni che licenziano - Ma questo Lumino/Cgil non lo fa

"Sospendere il codice degli appalti significa privare i lavoratori di un istituto fondamentale come la clausola sociale: solo a Taranto, con il passaggio della commessa di Enel Mercato Libero da Teleperformance a System House, questo metterebbe a rischio 400 posti di lavoro nell’immediato»

È l’allarme lanciato da Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil di Taranto che interviene dopo le dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sull’ipotesi di sospensione per due anni del codice degli appalti.
«Salvini, si vanta di mettere prima gli italiani, ma nei fatti propone di sospendere il Codice degli appalti e quindi anche la clausola sociale che prevede la salvaguardia dell’occupazione in caso di cambio di appalto nel settore dei call center: è il risultato concreto di una politica che insegue slogan che appaiono vincenti, ma che nei fatti danneggia gli interessi di tutti e in particolare dei lavoratori».
Ed è in particolare su Taranto che in questo momento la clausola sociale può fare la differenza. «Nei
giorni scorsi – ha spiegato il sindacalista – è giunta la notizia che Teleperformance ha perso la gara d’appalto per il rinnovo della commessa di Enel Mercato Libero aggiudicata da System House: la presenza della clausola sociale nel codice degli appalti garantisce proprio i lavoratori, dei quali interessi anche il ministro dovrebbe farsi carico, perché in caso di cambio di appalto proprio grazie alla clausola sociale, divenuta legge dello Stato nel 2015 con una battaglia portata avanti con grande forza qui in Puglia e in particolare a Taranto, il rapporto di lavoro istituito con l’appaltatore uscente proseguirà con l’appaltatore che subentra secondo le modalità e le condizioni previste dalle
parti sociali nell’accordo: ecco perché è fondamentale avviare immediatamente la trattativa. A differenza del passato, quindi, la trattativa parte non sulla base della perdita di 400 posti di lavoro, ma di come ricollocare quei lavoratori: abbiamo sicuramente una vertenza complessa davanti che possiamo però affrontare senza la pistola del ricatto occupazionale, con licenziamenti di massa, puntata sulla tempia»

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