Come avevamo previsto e scritto nelle scorse settimane, i due plessi
scolastici del rione Tamburi, la Deledda e la De Carolis, resteranno
chiusi e riapriranno a settembre. Come infatti stabilito nelle riunione
dello scorso 6 marzo in Prefettura e poi ribadito nel vertice in Procura
lo scorso 18 marzo, si procederà alla
caratterizzazione dei terreni e all’indagine sui top soil, come peraltro
già chiesto tempo addietro dalla stessa
ASL di Taranto (nonostante la
contrarietà espressa dalla
Regione Puglia tramite il Direttore del Dipartimento della Qualità dell’Aria, Barbara
Valenzano). A tal fine, in questi giorni sono stati presi contatti con
l’Autorità Giudiziaria procedente e con
ILVA in A.S. e Arcelor Mittal rispettivamente proprietario e gestore del sito, per effettuare in primis la
messa in sicurezza dell’area e poi in un secondo momento alla sua bonifica dell’area in questione.
Le operazioni sono state affidate alla struttura commissariale.
(leggi l’articolo
https://www.corriereditaranto.it/2019/03/18/2mittal-ci-saranno-incontri-periodici-su-emissioni-ansa2/)
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, non ha quindi potuto far altro che
prorogare fino alla conclusione dell’anno scolastico la chiusura dei due plessi scolastici del rione Tamburi, De Carolis e Deledda, in relazione ai
potenziali rischi derivanti dalla vicinanza dei due istituti alle cosiddette ‘collinette ecologiche’ dell’ex Ilva. Le ‘collinette’ sono attualmente sotto
sequestro in quanto sarebbero state trasformate, secondo le indagini, in una “
enorme discarica abusiva di svariate tonnellate di rifiuti industriali derivanti dalle lavorazioni del polo siderurgico“. Il provvedimento viene adottato “
in
ragione dei potenziali rischi dei potenziali pericoli prospettati dagli
organi competenti in materia ambientale e sanitaria, a tutela della
salite pubblica e in particolare dei soggetti più esposti“.
Sono
708 gli alunni interessati, oltre al personale
scolastico, che in queste settimane sono stati trasferiti in altri
plessi del rione Tamburi (Gabelli, Giusti e Vico) con turno pomeridiano.
Melucci “
ordina ad Arpa Puglia di continuare le indagini
analitiche volte al monitoraggio della qualità dell’aria indoor/outdoor i
cui risultati dovranno immediatamente e continuamente essere messi a
conoscenza del sottoscritto“.
Del resto, sin da subito la
questione delle ‘collinette ecologiche’ ha destato non poche perplessità. Chi conosce la storia dell’Ilva sin dal principio, sa perfettamente che quelle collinette furono realizzate nel
1972 dall’ex Italsider, con
materiale di risulta e loppa d’altoforno: poi si procedette alla piantumazione degli alberi. Appare dunque quanto meno ‘
strano‘ che oggi si ‘
scopra‘ che quell’area tutto sia tranne che ‘
pulita‘ dal punto di vista
ambientale. Inoltre, appare assai ‘
strano‘ che ci si accorga solo oggi di quella
realtà e che soprattutto soltanto oggi si ‘
ipotizzi‘ un pericolo per la salute degli
alunni dei due plessi scolastici e degli
abitanti dei palazzi limitrofi. Risulta invece
paradossale che in questo periodo, mentre i due plessi risultavano chiusi,
gli stessi alunni partecipassero alle attività pomeridiane previste al
Tatà, teatro che si trova molto vicino al luogo incriminato.
ARPA Puglia dovrà quindi
chiarire se ci sia effettivamente un rischio o meno,
visto che la prima relazione datata maggio 2018 (così come riportato in
un documento che la stessa ARPA ha fornito al Comune nei giorni
scorsi), che poi ha portato al sequestro dell’area da parte dei
carabinieri del NOE per conto della Procura,
porta come confronto i dati registrati dalla centralina bianca di Talsano.
Ma che alla Deledda si registrino valori superiori alla
centralina bianca di Talsano, francamente, è un’ovvietà che tutti
possono facilmente comprendere.
“
Si rileva – si legge nella relazione –
che il flusso di
deposizione di solidi totali calcolato sulla base dei dati disponibili,
determinato per la scuola Deledda è risultato circa il doppio di quello
determinato per la postazione di Talsano” . “
I dati rispetto ad Arsenico, Cadmio, Nichel e Piombo sono risultati maggiori nel sito “Deledda” rispetto alla postazione “Talsano”. I valori di Ferro e Manganese,
elementi che possono essere ritenuti traccianti delle attività
industriali ed in particolar modo dello stabilimento siderurgico sono
risultati rispettivamente circa 10 e 6 volte più alte di quelle
determinate nel sito di fondo“. “
E’ possibile osservare come le
concentrazioni di microinquinanti organici mostrino complessivamente un
andamento al rialzo per tutte le postazioni rispetto ai valori minimi
per la serie storica, ormai decennale, registrati negli anni 2016-2017, e
come la postazione “Deledda” si collochi nell’intervallo superiore per
il parametro Benzo(a)pirene, mentre per le diossine risulta
significativamente inferiore alle postazioni “Orsini”, “AGL2” e
“Masseria Carmine”, quest’ultima interessata dal più rilevante
incremento, pari ad un ordine di grandezza, rispetto ai valori dei due
anni precedenti” si legge ancora nel documento in questione.
Si resta in attesa, dunque, di capire se l’allarme
lanciato nelle scorse settimane e ripreso in tutta Italia e non solo,
fosse fondato o meno.