sabato 9 marzo 2019

In giornata l'ampia cronaca/valutazione della giornata dell'8 marzo tra sciopero delle donne e rivolta ambientalista

Un incontro-confronto che segna un punto fermo. Potremmo definirlo un patto oppure una tregua, dipende dai punti di vista. Il sindaco Melucci, assieme all’assessore all’Ambiente, Viggiano, ha incontrato una delegazione di cittadini – così come già accaduto l’altro ieri – tra quelli che stavano manifestando in piazza Municipio.
Un incontro per guardarsi negli occhi e confrontarsi su ciò che il Comune intende fare, alla luce degli ultimi avvenimenti riguardo l’inquinamento (alias: le emissioni sprigionate dallo stabilimento ArcelorMittal), e allo stesso tempo ascoltare le idee e le proposte dei cittadini. Magari trovando la sintesi.
Intanto, l’incontro va valutato positivamente, nel senso che finalmente Ente civico e cittadini si parlano e cercano una strada comune per affrontare – passateci il termine enfatico – la ‘madre di tutte le battaglie’. Se poi a questo incontro seguiranno effettivamente azioni condivise, vorrà dire che il percorso verso una città meno divisa sarà stato intrapreso, al netto del dato che il percorso stesso è assolutamente tutto in salita. Certo, sarà la storia a sancirlo.
Subito vi proponiamo il documento finale, diffuso da Palazzo di città: “Nell’incontro che si è tenuto stamattina a Palazzo di Città tra il Sindaco, l’assessore Francesca Viggiano e una delegazione cittadina si è convenuto di tracciare la strada che porterà alla costruzione di un percorso condiviso
di provvedimenti ed atti finalizzati ad una sempre maggior tutela della salute della cittadinanza come ad esempio: attivazione dell’Osservatorio sulla Salute, Viias, costituzione di un tavolo permanente di confronto, costituzione al Tar del Lazio nel giudizio di impugnazione del DPCM e la redazione di una Valutazione del danno sanitario. Qualora dalle risultanze delle valutazioni richieste dai cittadini ricevuti e recepite dall’amministrazione dovesse emergere il perpetrarsi del rischio sanitario, il Sindaco si è impegnato a proseguire nella salvaguardia dei diritti dei cittadini attraverso ulteriori provvedimenti utili, senza alcuna preclusione, che confermino la comune volontà politica di tutela della salute. Tra i citati provvedimenti, in ossequio al principio di massima precauzione, non si esclude l’eventualità di assumere provvedimenti di fermo degli impianti. Firmato: Rinaldo Melucci, Francesca Viggiano, Rossana Sangineto – Piano Taranto, Leonardo La Porta, Sefano Sibilla, Chiara De Michele, Mattia Vanessa”.

Fa specie, e va sottolineato, che nella parte conclusiva ci sia un riferimento chiaro: “…in ossequio al principio di massima precauzione, non si esclude l’eventualità di assumere provvedimenti di fermo degli impianti”. Quindi, un impegno – qualora le azioni, diciamo così, preliminari non ottenessero risultati e tutto dovesse precipitare – che Melucci è disposto ad assumere su una decisione forte: fermare gli impianti dello stabilimento siderurgico.
Nel frattempo, il livello – come ha sottolineato lo stesso sindaco – si sta alzando, visto e considerato che il 18 c’è un vertice in Procura (“e chissà mai se da lì possa partire un’idea o un percorso da seguire”, le parole di Melucci); a fine mese Arpa dovrà consegnare i dati validati: insomma, due tappe che possono rappresentare la base per le azioni successive. Qualcuno durante l’incontro ha obiettato che intanto il tempo passa, ma il sindaco ha risposto che i passi vanno fatti con le certezze dovute, altrimenti il rischio è che tutto finisca in una bolla di sapone (leggasi: ricorsi al Tar persi in partenza).
Su un punto c’è da registrare una convergenza di fondo: il principio di precauzione, sul quale molto hanno insistito i cittadini. Melucci ha chiesto loro anche di produrre, eventualmente, documenti non in possesso o di conoscenza dell’Ente civico utili alla causa comune. Allo stesso tempo, ha aperto a incontri anche informali continuativi e soprattutto importanti per informare la città.
Altri passi sono la richiesta al Governo di rivedere l’AIA (e, guarda caso, poco fa Emiliano ha prodotto una nota in cui chiede la stessa cosa), così come l’introduzione della Valutazione del danno sanitario a monte (la VIIAS, tra l’altro a gennaio è depositata in questo senso una proposta di legge in parlamento) e non a valle: atti di non semplice accettazione governativa, sia chiaro, ma che il Comune politicamente può con forza chiedere a Roma.
Certo, le strade attualmente percorribili non sono facili, come quella di emettere subito un’ordinanza di chiusura dell’area a caldo ad esempio: la legge è stringente per un Sindaco, il rischio di ottenere zero ora è altissimo. Semmai, potrebbe ottenere risultati solo e soltanto con un’emergenza sanitaria immediata e soprattutto certificata, per dirla in parole povere, e comunque con tutte le incognite del caso.
In definitiva, la giornata di oggi, contrassegnata dal presidio (tantissima gente, e pure bambini, presente), ha prodotto un primo risultato: l’istituzione locale parla con i cittadini e trova insieme ad essi un percorso. In mezzo c’è la soluzione degli studenti della scuole chiuse ai Tamburi, che a detta del primo cittadino dovrebbe risolversi a breve (nel frattempo sono arrivate anche notizie di proteste alla ‘Vico’). Taranto prova a non dividersi? Staremo a vedere.

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