L'emergenza
ambientale si può affrontare con la lotta generale che coinvolga tutte
le masse popolari dei quartieri inquinati, gli operai
dell'ArcelorMittal, i cassintegrati Ilva AS buttati fuori.
Senza
questa unità non si può vincere. Ogni tentativo, qualunque siano le
giustificazioni, di contrapporre lavoro e salute, di dividere le masse
dei quartieri inquinati dagli operai, danneggia la lotta e la porta in un
vicolo cieco. E' percorrere la strada che si è già percorsa in questi
anni dal 2012 e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: niente
lavoro, niente salute, niente ambientalizzazione, nè bonifiche.
I
responsabili della situazione hanno un nome e cognome: innanzitutto i
padroni e il loro sistema fondato sul profitto; i governi, prima tutti
con Riva, poi tutti con i commissari, ora tutti con Mittal, fino
all'ignobile ingannapopolo Di Maio; le Istituzioni locali, dalla
Regione che pure si fa paladina di questa battaglia con proposte
improvvisate, spesso demogogiche, affrontando problemi giusti con metodi
sbagliati, infine l'amministrazione locale, Melucci, innanzitutto
assente - c'è voluta la mezza rivolta in corso perchè l'8 marzo
incontrasse realmente una delegazione della manifestazione, mentre in
altre città, anche qui vicino, sono spesso i sindaci che si mettono alla
testa della protesta.
Circa, poi, gli Enti di controllo, noi non
partecipiamo alla guerra dei dati, i corsiddetti "dati scientifici"
hanno già dimostrato in questi anni una scienza e dei dati al servizio
della produzione e del profitto. I dati alternativi, necessari e
indispensabili in questa battaglia, non sono però tutto; se non si
affronta il problema alla radice e la radice, lo diciamo e lo ripetiamo, il sistema capitalista in cui viviamo e in cui la produzione è al
servizio del profitto e produce sempre sfruttamento, attacco alla sicurezza, alla salute, ai territori - anche se si produce gas o cioccolatini. Nocivo è il capitale e non la fabbrica, nocivo è
lo sfruttamento e l'inquinamento e non l'acciaio.
Comunque la
piazza l'8 marzo ha parlato chiaro, le scuole vanno aperte, non chiuse, i
bambini hanno diritto all'istruzione, a scuola si va per studiare non
per ammalarsi, come in fabbrica si deve lavorare per vivere e non per
morire.
L'incontro col Sindaco è una montagna che ha partorito un
topolino. Una frasetta generica e ambigua sulla chiusura delle fonti
inquinanti non può essere sbandierata come un risultato, quando nulla
si fa realmente, per affrontare almeno un problema, quello della rimozione delle collinette ora che ci sono tutte le condizioni per affrontarlo e su cui
tutti possono e devono fare la cosa giusta, la Procura, il sindacao, gli
Enti di controllo, ArcelorMittal, il governo e nessuno può nascondersi
dietro burocrazia, procedura, cavilli e numeri truccati. Le ordinanze devono e possono essere fatte ma per togliere le collinette e bonificare la zona.
Assediare
il Comune, riempire le strade e le piazze dei Tamburi e di tutto il
territorio inquinato, assediare il Tribunale, assediare la direzione
dell'ArcelorMittal su un problema concreto di cui non può dire di non
avere responsabilità ora che è padrone di questa fabbrica, comprese le
collinette.
Gli operai dell'ArcelorMittal devono essere i primi a
pretenderlo. E questa è la posizione dello Slai cobas per il sindacato
di classe, nei confronti del silenzio complice di tutti i sindacati,
che firmando l'accordo del 6 settembre hanno firmato la resa
all'ArcelorMittal difendendo non gli interessi del lavoro ma del
profitto e dello sfruttamento.
Esiste l'eterna formula dello
"sciopero generale", del blocco della fabbrica e della città, a cui non
si capisce perchè anche forze che si agitano in questo movimento sono
contrari.
Le scuole devono riaprire, le collinette devono sparire!
L'emergenza
sanitaria va affrontata con soluzione d'emergenza decise e condivise con
le masse popolari, innanzittutto dei quartieri.
Il balletto e gli
scontri di potere sulle bonifiche devono finire. Non si può parlare da
più di sei anni di bonifiche e non fare nulla di concreto, mentre
migliaia di operai buttati fuori da ArcelorMittal devono essere lasciati
a casa o impegnati in ridicoli corsi di qualificazione.
Su
queste cose si può vincere una battaglia parziale e reale e contribuire
alla battaglia generale a cui solo una rivoluzione potrà dare la vera
risposta.
MERCOLEDI' 13 MARZO - ORE 16 PRESSO LA PROVINCIA 4°
PIANO - ALCUNE PROPOSTE CONCRETE VERRANNO PRESENTATE E DISCUSSE, anche
con la presenza di rappresentanze della Rete nazionale per la sicurezza e
la salute sui posti di lavoro e territorio; mentre proseguiamo la lotta
senza quartiere al processo "Ambiente svenduto", per giustizia e
risarcimenti, contro l'immunità penale, contro l'infame accordo del 6
settembre.
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