pubblicato il 06 Marzo 2019, 19:51

Finalmente un punto fermo, chiaro, puntuale. Finalmente le istituzioni preposte riunite tutte insieme, con i loro esperti, che dicono come stanno esattamente le cose, in un momento di protesta e confusione collettive. Finalmente parla la scienza, che da sempre è sinonimo di conoscenza. Finalmente un segnale chiaro e puntuale da Roma, da quel ministero dell’Ambiente per troppi anni colpevolmente latitante sull’inquinamento ambientale di Taranto.
Si è infatti riunito come previsto questo pomeriggio in Prefettura, su impulso del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, il tavolo tecnico per il monitoraggio ambientale sulla Città di Taranto. I lavori, sono stati coordinati dal Prefetto di Taranto Donato Cafagna, hanno visto la partecipazione del Sindaco di Taranto, del Presidente dell’ISPRA accompagnato da una squadra di tecnici, il Direttore Generale dell’Arpa Puglia, i Direttori del Dipartimento di prevenzione e sanitario della A.S.L. di Taranto ed il Commissario delle bonifiche.

La Qualità dell’Aria non presenta criticità
In primis, è stato specificato ancora una volta che “l’analisi condotta dai tecnici di ISPRA e Arpa Puglia sui dati raccolti presso le centraline di monitoraggio urbano di qualità dell’aria del quartiere Tamburi, via Orsini, via Machiavelli e via Archimede non ha evidenziato per l’anno 2018
il superamento dei parametri previsti dalla normativa dell’Unione Europea, mantenendosi al di sotto di tali valori. Anche i dati acquisiti nel bimestre gennaio-febbraio 2019 non mettono in evidenza superamenti per quanto concerne i valori limite normativi di qualità dell’aria“.
Per quanto riguarda gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) non normati “si è registrato un lieve incremento nella sola stazione di via Machiavelli Tamburi rispetto al bimestre dello scorso anno. I tecnici hanno precisato al riguardo che tale valore è condizionato dalle condizioni meteo-climatiche.
Dunque, viene confermata la relazione tecnica di ARPA Puglia che di fatto conferma che all’esterno del siderurgico non si sono registrati fenomeni emissivi di alcuna pericolosità o gravità per la popolazione. E che addirittura l’incremento degli IPA nel bimestre gennaio-febbraio è dovuto a condizionamento da fenomeni meteo-climatici. 
Passando ai dati forniti dalla stazione di rilevamento posta nella cokeria all’interno dello stabilimento industriale ArcelorMittal, si è registrato, nell’ultimo bimestre, un incremento delle concentrazioni di benzene, acido solfidrico e IPA. A tale riguardo l’ISPRA ha dato notizia che il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente ha in corso, oggi, un sopralluogo presso lo stabilimento, su mandato dell’Osservatorio Ilva costituito presso il Ministero dell’Ambiente, in cui si sta procedendo alla verifica anche della tenuta e del funzionamento degli impianti e sull’applicazione rigorosa delle prescrizioni AIA.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/03/05/2ambiente-larpa-dati-peacelink-impropri3/)

Capitolo diossina Masseria Carmine
Per quanto riguarda il monitoraggio del particolato e dei sedimenti, depositati presso le stazioni di rilevamento, viene evidenziato presso la stazione di Masseria Carmine, per i primi dieci mesi dell’anno 2018 una media annuale di deposizioni totali di policlorodibenzodiossine (PCDD) e di policlorobifenili – diossine simili (PCB) pari a 7,7 PGTE mq. al giorno, con l’incremento più rilevante rispetto ai minimi della serie storica registrato negli anni 2016-2017.
Su tale specifica circostanza, verrà effettuato dagli organi tecnici di ISPRA e Arpa un monitoraggio stringente e rafforzato per l’accertamento delle fonti e delle cause.
Vogliamo qui ricordare, come avvenuto tra l’altro durante la riunione, che in Italia none esiste un limite di legge per la diossina presente sui deposimetri nelle stazioni di rilevamento. In Germania il limite esiste ed è massimo di 4 PGTE mq. al giorno, in Belgio è di 8,2, in Francia addirittura di 16. Al tempo dell’abbattimento delle pecore della Masseria Fornaro, nel triennio 2008-2011, i livelli erano tra i 48 e i 50 PGTE mq. 
Durante la riunione è stato anche affrontato il problema della fuga di notizie di questi dati, visto che non sono completi e soprattutto visto che il dipartimento di ARPA Puglia di Taranto attende ancora i rapporti di prova per validare questi dati. La situazione ha creato un certo imbarazzo tra i presenti, specie per i rappresentanti di ARPA, che non hanno saputo spiegare come sia stato possibile che dal Dipartimento di Taranto siano usciti dati ancora di fatto, grezzi. Forse qualcuno dovrebbe iniziare a porsi più di qualche domanda, visto che nella riunione se n’è parlato.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/03/06/diossina-e-ipa-super-vertice-in-regione-con-arpa-puglia2/)

Migliorare il sistema di comunicazione tra istituzioni e con la cittadinanza
Sulla scorta di quanto emerso nel tavolo di lavoro si è condivisa la necessità di rendere operativo un sistema di comunicazione interistituzionale e informativo che, con cadenza mensile, fornisca un quadro compiuto ed aggiornato dell’andamento delle rilevazioni ambientali effettuate nell’area di Taranto.
Si è costituito a questo fine un Gruppo di Lavoro permanente di cui fanno parte i tecnici dell’ISPRA, dell’Arpa, della A.S.L. e della struttura commissariale nonché di Regione, Provincia e Comune. Tale Gruppo sarà coordinato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.
L’attività informativa, che avrà carattere aggiuntivo rispetto a quella istituzionale svolta da ciascun organismo competente, verrà resa disponibile, anche attraverso un link sul sito internet del Comune di Taranto.
Il sistema di monitoraggio e di rilevazione – Acqua Suolo – potrà avvalersi della rete di controllo già in parte attuata dal Commissario di Governo per le bonifiche che sarà ulteriormente integrata con un sistema di micro campionatori, contatori ottici di particelle e sensori a fotoionizzazione.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/03/06/ilva-2-miliardi-per-attuazione-piano-ambientale2/)

La questione delle collinette ecologiche 
Il tavolo si è infine occupato della tematica delle collinette ecologiche del quartiere Tamburi, oggetto di sequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria nei giorni scorsi, con il successivo provvedimento sindacale di chiusura temporanea dei plessi scolastici ‘Deledda’ e ‘De Carolis’.
Si è condivisa la necessità di procedere alla caratterizzazione e messa in sicurezza dell’area in questione e, a tal fine, verranno presi contatti con l’Autorità Giudiziaria procedente e con ILVA in A.S. e Arcelor Mittal rispettivamente proprietario e gestore del sito.
Nelle more, verrà effettuata una indagine sul topsoil delle collinette, che era stata già chiesta dalla ASL di Taranto, e un’azione di manutenzione straordinaria allo scopo di prevenire lo spolverio/dispersione del particolato.
Relativamente alle due scuole interessate dal provvedimento del Sindaco, che al momento resteranno chiuse, verranno sviluppate immediatamente ulteriori indagini all’esterno, avvalendosi della strumentazione tecnica già installata, tenendo presente che quelle finora effettuate dall’Arpa e dal Commissario per le bonifiche, nell’ambito dei lavori eseguiti e in corso sui plessi, non sono emersi fattori di rischio.