Taranto, il sindaco chiude le due scuole di Tamburi sino alla fine dell’anno
- la ringhiera
Da giorni sembrava evidente che le scuole Deledda e De Carolis, al rione Tamburi, non dovessero riaprire alla scadenza del 31 marzo, come previsto nell’ordinanza del 2 marzo scorso. Ora arriva la conferma. Il sindaco Rinaldo Melucci oggi ha firmato un nuovo provvedimento (che pubblichiamo integralmente in coda a questo articolo, ndr) con il quale dispone “la chiusura del plesso De Carolis Deledda fino alla conclusione dell’anno scolastico, salvo il ristabilirsi delle condizioni che hanno portato all’emissione del provvedimento sindacale”.La decisione del primo cittadino è motivata dalla “necessità di continuare il monitoraggio della qualità dell’aria”, ordinato ad Arpa Puglia a seguito del sequestro delle colline ecologiche, vicinissime alla scuola. Non essendo stati completati gli accertamenti, è evidente che non sono pervenute al Comune di Taranto le rassicurazioni richieste in ordine ai pericoli per la salute di studenti e docenti a causa delle sostanze contenute nelle colline ecologiche (loppa e altri materiali di risulta del ciclo siderurgico secondo i carbinieri del Noe). “Non vi sono nuovi elementi – scrive Melucci – che fanno presupporre motivazioni per caducare il provvedimento sindacale, anche alla luce delle evidenze emerse nell’ambito dei tavoli di confronto tenutisi sulla questione legata alle Collinette Ecologiche”La vicenda è stata al centro anche di un’animata discussione del Consiglio comunale monotematico al quale hanno partecipato i rappresentati di Arpa, Asl, commissario per le bonifiche e il governatore Michele Emiliano. Una discussione accesa, con forti contestazioni da parte del pubblico che “la Ringhiera” ha seguito per larga parte in diretta Facebook.
Questa nuova ordinanza del sindaco Melucci, acuisce una situazione già carica di tensione e di preoccupazione da parte dei cittadini del rione Tamburi. Una domanda su tutte: il principio di precauzione usato per le scuole, non
Come avevamo previsto e scritto nelle scorse settimane, i due plessi
scolastici del rione Tamburi, la Deledda e la De Carolis, resteranno
chiusi e riapriranno a settembre. Come infatti stabilito nelle riunione
dello scorso 6 marzo in Prefettura e poi ribadito nel vertice in Procura
lo scorso 18 marzo, si procederà alla caratterizzazione dei terreni e all’indagine sui top soil, come peraltro già chiesto tempo addietro dalla stessa ASL di Taranto (nonostante la contrarietà espressa dalla Regione Puglia tramite il Direttore del Dipartimento della Qualità dell’Aria, Barbara Valenzano). A tal fine, in questi giorni sono stati presi contatti con l’Autorità Giudiziaria procedente e con ILVA in A.S. e Arcelor Mittal rispettivamente proprietario e gestore del sito, per effettuare in primis la messa in sicurezza dell’area e poi in un secondo momento alla sua bonifica dell’area in questione. Le operazioni sono state affidate alla struttura commissariale.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/03/18/2mittal-ci-saranno-incontri-periodici-su-emissioni-ansa2/)
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, non ha quindi potuto far altro che prorogare fino alla conclusione dell’anno scolastico la chiusura dei due plessi scolastici del rione Tamburi, De Carolis e Deledda, in relazione ai potenziali rischi derivanti dalla vicinanza dei due istituti alle cosiddette ‘collinette ecologiche’ dell’ex Ilva. Le ‘collinette’ sono attualmente sotto sequestro in quanto sarebbero state trasformate, secondo le indagini, in una “enorme discarica abusiva di svariate tonnellate di rifiuti industriali derivanti dalle lavorazioni del polo siderurgico“. Il provvedimento viene adottato “in ragione dei potenziali rischi dei potenziali pericoli prospettati dagli organi competenti in materia ambientale e sanitaria, a tutela della salite pubblica e in particolare dei soggetti più esposti“.
Sono 708 gli alunni interessati, oltre al personale scolastico, che in queste settimane sono stati trasferiti in altri plessi del rione Tamburi (Gabelli, Giusti e Vico) con turno pomeridiano. Melucci “ordina ad Arpa Puglia di continuare le indagini analitiche volte al monitoraggio della qualità dell’aria indoor/outdoor i cui risultati dovranno immediatamente e continuamente essere messi a conoscenza del sottoscritto“.
Del resto, sin da subito la questione delle ‘collinette ecologiche’ ha destato non poche perplessità. Chi conosce la storia dell’Ilva sin dal principio, sa perfettamente che quelle collinette furono realizzate nel 1972 dall’ex Italsider, con materiale di risulta e loppa d’altoforno: poi si procedette alla piantumazione degli alberi. Appare dunque quanto meno ‘strano‘ che oggi si ‘scopra‘ che quell’area tutto sia tranne che ‘pulita‘ dal punto di vista ambientale. Inoltre, appare assai ‘strano‘ che ci si accorga solo oggi di quella realtà e che soprattutto soltanto oggi si ‘ipotizzi‘ un pericolo per la salute degli alunni dei due plessi scolastici e degli abitanti dei palazzi limitrofi. Risulta invece paradossale che in questo periodo, mentre i due plessi risultavano chiusi, gli stessi alunni partecipassero alle attività pomeridiane previste al Tatà, teatro che si trova molto vicino al luogo incriminato.
ARPA Puglia dovrà quindi chiarire se ci sia effettivamente un rischio o meno, visto che la prima relazione datata maggio 2018 (così come riportato in un documento che la stessa ARPA ha fornito al Comune nei giorni scorsi), che poi ha portato al sequestro dell’area da parte dei carabinieri del NOE per conto della Procura, porta come confronto i dati registrati dalla centralina bianca di Talsano.
Ma che alla Deledda si registrino valori superiori alla centralina bianca di Talsano, francamente, è un’ovvietà che tutti possono facilmente comprendere.
“Si rileva – si legge nella relazione – che il flusso di deposizione di solidi totali calcolato sulla base dei dati disponibili, determinato per la scuola Deledda è risultato circa il doppio di quello determinato per la postazione di Talsano” . “I dati rispetto ad Arsenico, Cadmio, Nichel e Piombo sono risultati maggiori nel sito “Deledda” rispetto alla postazione “Talsano”. I valori di Ferro e Manganese, elementi che possono essere ritenuti traccianti delle attività industriali ed in particolar modo dello stabilimento siderurgico sono risultati rispettivamente circa 10 e 6 volte più alte di quelle determinate nel sito di fondo“. “E’ possibile osservare come le concentrazioni di microinquinanti organici mostrino complessivamente un andamento al rialzo per tutte le postazioni rispetto ai valori minimi per la serie storica, ormai decennale, registrati negli anni 2016-2017, e come la postazione “Deledda” si collochi nell’intervallo superiore per il parametro Benzo(a)pirene, mentre per le diossine risulta significativamente inferiore alle postazioni “Orsini”, “AGL2” e “Masseria Carmine”, quest’ultima interessata dal più rilevante incremento, pari ad un ordine di grandezza, rispetto ai valori dei due anni precedenti” si legge ancora nel documento in questione.
Si resta in attesa, dunque, di capire se l’allarme lanciato nelle scorse settimane e ripreso in tutta Italia e non solo, fosse fondato o meno.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/03/18/2mittal-ci-saranno-incontri-periodici-su-emissioni-ansa2/)
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, non ha quindi potuto far altro che prorogare fino alla conclusione dell’anno scolastico la chiusura dei due plessi scolastici del rione Tamburi, De Carolis e Deledda, in relazione ai potenziali rischi derivanti dalla vicinanza dei due istituti alle cosiddette ‘collinette ecologiche’ dell’ex Ilva. Le ‘collinette’ sono attualmente sotto sequestro in quanto sarebbero state trasformate, secondo le indagini, in una “enorme discarica abusiva di svariate tonnellate di rifiuti industriali derivanti dalle lavorazioni del polo siderurgico“. Il provvedimento viene adottato “in ragione dei potenziali rischi dei potenziali pericoli prospettati dagli organi competenti in materia ambientale e sanitaria, a tutela della salite pubblica e in particolare dei soggetti più esposti“.
Sono 708 gli alunni interessati, oltre al personale scolastico, che in queste settimane sono stati trasferiti in altri plessi del rione Tamburi (Gabelli, Giusti e Vico) con turno pomeridiano. Melucci “ordina ad Arpa Puglia di continuare le indagini analitiche volte al monitoraggio della qualità dell’aria indoor/outdoor i cui risultati dovranno immediatamente e continuamente essere messi a conoscenza del sottoscritto“.
Del resto, sin da subito la questione delle ‘collinette ecologiche’ ha destato non poche perplessità. Chi conosce la storia dell’Ilva sin dal principio, sa perfettamente che quelle collinette furono realizzate nel 1972 dall’ex Italsider, con materiale di risulta e loppa d’altoforno: poi si procedette alla piantumazione degli alberi. Appare dunque quanto meno ‘strano‘ che oggi si ‘scopra‘ che quell’area tutto sia tranne che ‘pulita‘ dal punto di vista ambientale. Inoltre, appare assai ‘strano‘ che ci si accorga solo oggi di quella realtà e che soprattutto soltanto oggi si ‘ipotizzi‘ un pericolo per la salute degli alunni dei due plessi scolastici e degli abitanti dei palazzi limitrofi. Risulta invece paradossale che in questo periodo, mentre i due plessi risultavano chiusi, gli stessi alunni partecipassero alle attività pomeridiane previste al Tatà, teatro che si trova molto vicino al luogo incriminato.
ARPA Puglia dovrà quindi chiarire se ci sia effettivamente un rischio o meno, visto che la prima relazione datata maggio 2018 (così come riportato in un documento che la stessa ARPA ha fornito al Comune nei giorni scorsi), che poi ha portato al sequestro dell’area da parte dei carabinieri del NOE per conto della Procura, porta come confronto i dati registrati dalla centralina bianca di Talsano.
Ma che alla Deledda si registrino valori superiori alla centralina bianca di Talsano, francamente, è un’ovvietà che tutti possono facilmente comprendere.
“Si rileva – si legge nella relazione – che il flusso di deposizione di solidi totali calcolato sulla base dei dati disponibili, determinato per la scuola Deledda è risultato circa il doppio di quello determinato per la postazione di Talsano” . “I dati rispetto ad Arsenico, Cadmio, Nichel e Piombo sono risultati maggiori nel sito “Deledda” rispetto alla postazione “Talsano”. I valori di Ferro e Manganese, elementi che possono essere ritenuti traccianti delle attività industriali ed in particolar modo dello stabilimento siderurgico sono risultati rispettivamente circa 10 e 6 volte più alte di quelle determinate nel sito di fondo“. “E’ possibile osservare come le concentrazioni di microinquinanti organici mostrino complessivamente un andamento al rialzo per tutte le postazioni rispetto ai valori minimi per la serie storica, ormai decennale, registrati negli anni 2016-2017, e come la postazione “Deledda” si collochi nell’intervallo superiore per il parametro Benzo(a)pirene, mentre per le diossine risulta significativamente inferiore alle postazioni “Orsini”, “AGL2” e “Masseria Carmine”, quest’ultima interessata dal più rilevante incremento, pari ad un ordine di grandezza, rispetto ai valori dei due anni precedenti” si legge ancora nel documento in questione.
Si resta in attesa, dunque, di capire se l’allarme lanciato nelle scorse settimane e ripreso in tutta Italia e non solo, fosse fondato o meno.
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