Il "Decreto dignità", invece di contrastare l'abuso dei contratti a termine e le aziende che ne abusano, ha di fatto favorito gli interessi dei padroni di continuare a sfruttare, ad usare contratti a termine, atipici, senza diritti, permettendo migliaia di licenziamenti di lavoratori, sostituiti da altri da sfruttare nella stessa maniera e poi buttar via. 
A Taranto le lavoratrici e lavoratori assunti a "progetto" in Teleperformance stanno quasi raggiungendo il numero di quelli assunti a tempo indeterminato. Teleperfomance ha la stessa prestazione lavorativa risparmiando però enormemente sui contratti e i diritti dei lavoratori, che inoltre sono chiaramente più ricattabili. 
Quando siamo state nei giorni scorsi a Teleperformance per dare il volantino che chiamava allo sciopero delle donne dell'8 marzo, le lavoratrici a progetto, pur condividendo le ragioni dello sciopero, dicevano che loro non potevano farlo altrimenti il giorno dopo si sarebbero trovare senza lavoro. 
I sindacati confederali, e la Cgil in primo luogo che ha una presenza rilevante in Teleperformance, finora hanno giustificato le lamentele dell'azienda, accompagnandola nelle sue richieste ai governi di salvaguardia delle aziende "sane e regolari" contro i callcenter pirata. 
Ma sia prima che ora anche Teleperformance fa una politica "pirata", anche se tutelata dalle leggi contro i lavoratori e le lavoratrici dei governi. 
Ora o ci si batte contro Teleperformance, una delle più grosse multinazionali dei call center, e si pretende l'assunzione dei lavoratori a progetto, somministrati, o sono denunce inutili.
 
Cgil: “Teleperformance fabbrica di precariato”

Simon: “Si cercano fuori provincia operatori call center inbound dopo aver corroso la platea di precari tarantini”




Continua l’emorragia in Teleperformance. Ma ora terminato lo sfruttamento delle risorse locali, la grande multinazionale delle telecomunicazioni allarga il suo raggio d’azione verso altre province. Una fabbrica di precariato senza fine.
La denuncia è del Nidil CGIL di Taranto a cui in queste ultime ore sono arrivate una serie di segnalazione su una ricerca di personale che il call center tarantino starebbe operando attraverso i canali di una agenzia di somministrazione che opera nella provincia di Brindisi.

“Si cercano fuori provincia operatori call center inbound da avviare al contratto di somministrazione – dice Daniele Simon, segretario del Nidil CGIl di Taranto – perché qui la platea dei possibili lavoratori è stata corrosa nel tempo da anni di precariato che oggi il Decreto Dignità, con il suo sistema di divieti di proroghe e individuazioni di causali specifiche, impedisce”.
Una situazione, dunque, che sposta la “pesca miracolosa” da una provincia ad un’altra, ma che non risolve il problema di chi dopo anni di esperienza, anche se precaria, al servizio della multinazionale, viene oggi considerato “inutilizzabile”.
“Una precariopoli a ciclo continuo – continua Simon – che ha già dichiarato esuberi nei lavoratori diretti per 300 unità e che ha definitivamente inghiottito nelle spire della somministrazione prima e del licenziamento poi, dall’inizio dell’anno in poi, altri 300 lavoratori atipici”.