Ci sono mazzette tra queste ditte e gli amministratori locali che gestiscono queste ditte?
E i sindacati, che chiamano allo sciopero, che parte hanno avuto quando sono stati assegnati gli appalti? Ad esempio nelle assunzioni e nella tutela di privilegi all'interno di queste aziende?
Lo slai cobas per il sindacato di classe invita a fare una inchiesta su tutto questo e ad organizzarsi in un sindacato nelle mani dei lavoratori per tutelare realmente salari e lavoro, condizioni di lavoro e sicurezza
slai cobas per il sindacato di classe taranto
settore appalti comunali e pubblici
info 347-5301704
slaicobasta@gmail.com
via livio andronico 47 taranto
"Filcams Cgil e Fisascat Cisl hanno organizzato per giovedì 21 marzo, dalle ore 10 alle ore 18, dinanzi al Comando Marina Sud a Taranto, un sit-in dei lavoratori delle aziende ‘La Lucentezza e la ‘Pulitori e Affini’, dell’appalto della Marina militare, operanti nei settori pulizia, sanificazione e manovalanza. I sindacati fanno presente che si tratta di 200 lavoratori che dall’1 gennaio scorso vedono il loro parametro contrattuale fortemente ridotto a meno di 350 ore mensili.
In una nota inviata al ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ai sottosegretari Raffaele Volpi e Angelo Tofalo, ai componenti della Commissione Difesa e ai vertici della Marina militare, i sindacati evidenziano che “alla
fine del 2017 la nuova gara ha previsto il primo taglio delle ore del
servizio, colmate per il 2018 dalle risorse previste per il 2016-2018
dal cosiddetto salva-Taranto. Un decreto, quest’ultimo, non rinnovato
con la legge di Bilancio 2019. Per questo – sottolineano i sindacati –
la stragrande maggioranza dei lavoratori opera dall’1 gennaio con un
parametro contrattuale di circa 14 ore settimanali, corrispondente a
meno di 350 euro mensili“. Le organizzazioni sindacali chiedono che “il
Governo, attraverso le Commissioni parlamentari e di concerto con il
Comando della Marina Militare Sud, ricerchi nuove risorse finanziarie
per restituire quanto perso, e per ridare una speranza sociale di vita
alle 200 famiglie, oggi ripiombate in una inquietante disperazione“.
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