E' la stessa lotta contro non una ma le tante violenze che subiamo. Perchè all'attacco alla salute e alla vita nostra e dei nostri figli, si unisce la estrema precarietà del nostro lavoro, ci tagliano le ore, abbiamo un salario che non ci permette di vivere – anche questo ci distrugge ogni giorno la vita - veniamo poi offese nella nostra dignità; si unisce il fatto che ci peggiorano la sanità, che i costi per curarci, per l'assistenza li scaricano tutti sulle nostre spalle. Si uniscono le violenze sessuali, stupri, uccisioni che stanno diventando tante anche a Taranto, e contro cui, anche se denunciamo, non succede niente.
Questa voce si è sentita durante tutta la mattinata, nonostante qualcuno in quella piazza - di cui parleremo in un'altra occasione - ha
Così pure la stampa ha accuratamente cercato di nascondere sia la presenza, sia la voce, sia le ragioni di tutte le donne, comuni a quelle in piazza ma oltre quelle in piazza.
Ma naturalmente la grande giornata ha avuto come tema centrale la chiusura delle scuole, innescata dal sequestro delle collinette operato dalla Procura e dai nuovi drammatici dati degli ambientalisti contrastati, arrampicandosi sugli specchi, dall'Arpa e Enti ufficiali.
L'allarme salute, i bambini a rischio e privati della scuola e sbattuti chissà dove, non si sa bene per quanto tempo; la timida confusa ed ambigua ordinanza del Sindaco, sono realtà che giustificano la giornata di lotta e la necessità di continuare fino a risultati concreti.
La furia delle donne non si può fermare! La rabbia e le voci delle donne, la fresca e infaticabile energia giocosa dei bambini in piazza, col sostegno delle associazioni che comunque vogliono mettere in discussione lo stato di cose esistente, deve vincere, deve ottenere risultati concreti e rappresentano un segnale a cui si deve unire effettivamente tutta la città.
L'intervento delle lavoratrici Slai cobas e Mfpr |
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