Da Corriere di Taranto
Riceviamo e pubblichiamo la lettera
aperta delle associazioni riunite sotto il “Piano Taranto” al ministro
dell’ambiente, Sergio Costa:
«Apprendiamo da fonti giornalistiche
che, contemporaneamente alla chiusura di due scuole e l’interdizione
della Salina Grande della città di Taranto, il Ministro dell’Ambiente
Costa invita a non creare allarmismi su aumento di inquinamento da
diossina riportato da alcune associazioni, perché prima si dovrebbero
avere dati scientifici e poi prendere eventuali decisioni.
Caro Ministro Costa, se questo è il
suo approccio le chiediamo immediatamente di dimettersi e tornare a
fare il carabiniere, lasci stare la politica e il dover prendere
decisioni sulla vita delle persone e dei territori.
Perché o lei è un ignorante, ovvero
ignora la storia e la gravità dei problemi e dei fatti, e la violenza
con cui si ripercuotono su di noi, o è in malafede.
con cui si ripercuotono su di noi, o è in malafede.
La questione non è (solo) che siamo
allarmati perchè ogni giorno a Taranto esce fuori qualche novità
allarmante. Del resto se è inquinato e interdetto il punto più lontano
della città dalla fabbrica, perchè non lo dovremmo pensare di ogni
giardino di casa, ogni balcone, ogni piazzetta, ogni spiaggia, parco,
terreno che si trova nel mezzo, ogni prodotto alimentare realizzato qui.
Il punto centrale della storia
attuale di Taranto è che il rapporto tra fabbrica e città è ormai
incrinato per colpa vostra e di chi vi ha preceduto.
In un paese normale dove la
magistratura ferma degli impianti di uno stabilimento il cui ciclo
produttivo uccide, sulla base di studi scientifici e indicando spese e
procedure per processo di bonifica e riconversione, la politica chiede
scusa per quanto non fatto per evitare il danno, rimedia e risarcisce
del danno subito con interessi. Non aspetta ulteriori verifiche e,
semmai, applica perentoriamente il principio di precauzione sancito
solennemente dalla Comunità Europea per difendere le persone.
In un paese normale non si permette
invece, dal 2012 ad oggi, di garantire che il ciclo produttivo continui
ad essere in marcia: con 12 decreti, violando la costituzione,
condannati dai tribunali internazionali, mentre muoiono persone dentro e
fuori la fabbrica, e assegnando nuova Aia derogata e prorogata di volta
in volta.
Sono 7 anni che quegli impianti dovrebbero essere fermi e non in marcia, circa 2555 giorni di violenza gratuita che subiamo.
In un paese normale un governo che
si presenta come “cambiamento” avrebbe fatto qualsiasi cosa per porre
rimedio a tutto ciò e invece ci troviamo punto e a capo, con garanzie ai
nuovi acquirenti per ulteriori 4 anni fino al 2023, con tanto di scudo
penale.
Ci dica lei ministro Costa per quale
motivo dovremmo stare sereni e non essere allarmati? Ci dica lei per
quale motivo dovremmo vivere tranquillamente in una città che è
inquinata dalla testa ai piedi, dove i nostri corpi sono inquinati dalla
testa ai piedi, dove si chiudono le scuole ma non le fabbriche che
inquinano, dove nei giorni di vento si consiglia di chiudersi in casa.
E sa qual è la beffa caro Ministro Costa? che il gioco non vale la candela.
Questo vostro stillicidio verso il
nostro territorio gli impedisce di rigenerarsi da tutti i punti di
vista: ambientale, sociale, culturale, sanitario, occupazionale ed
economico.
Verrebbe a vivere lei in un posto compromesso come il nostro o sarebbe anche lei leggermente allarmato?
Si informi, studi e chieda scusa..
venga a vedere con i suoi occhi e prenda provvedimenti, non faccia come i
suoi colleghi che dicono che a Taranto è tutto risolto.
Altrimenti torni a fare il carabiniere ed eviti di fare queste figuracce.
Comitato Cittadini e Lavoratori
Liberi e Pensanti, FLMUniti-CUB, Giustizia per Taranto, Tamburi
Combattenti, Taranto Respira, Tutta Mia La Città e liberi cittadini».
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