Lo studio di "Stato e rivoluzione" serve per comprendere meglio la questione dello Stato e del potere politico.
"Stato e rivoluzione" è un testo che deriva da una necessità oggettiva legata al periodo storico tra la prima fase del processo rivoluzionario (la cacciata dello zar in Russia e la costituzione del governo provvisorio) e la fase volta alla presa del potere definitivo da parte del partito di Lenin; necessità di lanciare un'arma contro chi aveva assunto posizioni controrivoluzionarie (vedi la "soluzione" parlamentarista ed elettorale del partito socialdemocratico tedesco con Bernstein o la questione dei cosiddetti "crediti di guerra", cioè il sostegno alla guerra nel proprio paese, relativamente alla I guerra mondiale dei partiti della II internazionale…) e di porre dei paletti precisi sul percorso rivoluzionario da portare invece fino in fondo.
Lenin compie un grande sforzo teorico che, proprio come dice lui stesso, "si deve accentuare quando i compiti pratici diventano più incombenti".
Lenin spiega esattamente cosa si intende per dittatura, sia intesa come borghese che del proletariato, una dittatura della maggioranza nel periodo di transizione dopo la presa del potere.
Lo stesso vale per il concetto di “democrazia”, nella società borghese: (essa è) sempre compressa nel ristretto quadro dello sfruttamento capitalistico e rimane sempre, in fondo, una democrazia per la
minoranza, per le sole classi possidenti, per i soli ricchi. La libertà nella società capitalistica, rimane sempre , approssimativamente quella che fu nelle repubbliche dell'antica Grecia: la libertà per i proprietari di schiavi. Gli odierni schiavi salariati, in forza dello sfruttamento capitalistico, sono talmente soffocati dal bisogno e dalla miseria, che hanno ben altro pel capo che la democrazia, che la politica”, sicchè la maggioranza della popolazione si trova fuori dalla politica. Questo concetto sfata il mito della democrazia "in cui siamo tutti uguali" etc. ma soprattutto la questione delle elezioni come massima azione di democrazia per le masse.
Lenin dice che la democrazia borghese è il miglior involucro per la borghesia, in cui può vivere e continuare a fare i suoi interessi, a mantenere i suoi privilegi, un involucro che in alcune fasi può sviluppare tendenze più autoritarie.
Oggi è in atto l'avanzare del moderno-fascismo, che si espande dall'alto, utilizzando diversi mezzi, per costruire consenso di massa. Il potere politico parla di "democrazia" mentre poi restringe tutte le libertà e i diritti, dalla Costituzione, alla libertà di stampa, si attacca la magistratura, si attaccano nel cuore con l'abolizione dell'art 18 i lavoratori, aumenta la repressione, come l'uso reazionario/populista dei mass media, di internet.
Lenin fa una feroce lotta alle posizioni oscillanti e rivoluzionarie a parole ma controrivoluzionarie nei fatti, per esempio sul fatto di sostenere o meno il parlamento borghese di Kerenski.
Nel concetto di democrazia c'è un concetto profondo. Non si può parlare solo di democrazia, ha bisogno di un aggettivo: Democrazia borghese o democrazia proletaria.
Circa la questione dello Stato. Lenin dice cosa è lo Stato borghese, riprendendo Marx ed Engels. Lo Stato, scrive, non è un organo super partes ma il prodotto degli antagonismi di classe, che sono inconciliabili. Mette in chiaro che non è possibile cercare di cambiare le cose dall'interno del sistema. Lo Stato è lo strumento che la borghesia usa per opprimere l'altra classe.
L'antagonismo/inconciliabilità delle classi è sempre più visibile, gli interessi dei padroni non possono essere conciliabili con quelli degli operai, sarebbe contro la natura del sistema borghese.
Il voto è uno strumento creato dalla borghesia per continuare in alternanza tra le varie correnti di essa ad opprimere il proletariato.
Importante la questione che nel testo di Lenin viene posta sulla violenza rivoluzionaria per abbattere la macchina dello Stato borghese.
"Stato e rivoluzione" fa comprendere che la costruzione del vero partito rivoluzionario è principale, un partito che deve lavorare per deviare le masse dalle sponde dei partiti borghesi da un lato e dei revisionisti dall'altro, tutti al servizio del mantenimento di questo sistema capitalistico.
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