martedì 26 novembre 2019

Processo Ilva - sentiti capiturno: per loro andava tutto bene o non sapevano...

Questa mattina al processo Ilva un'altra vergogna è andata in scena. Sono stati sentiti per la morte di Francesco Zaccaria il 28 novembre 2012 a seguito della caduta della gru, due testi: Pignatelli Orazio e Pignatelli Angelo, capiturno al porto, responsabili del lavoro sulle gru. Entrambi lavorano tuttora in Ilva.
Riportiamo sinteticamente le loro dichiarazioni, che parlano da sole.
 
Pignatelli Orazio – prima gruista, poi capoturno. 
La disposizione, per cui con un vento costante di 60 Km orari si doveva far scendere i gruisti, è stata sempre rispettata. In caso di vento forte, ntervenivano gli anemometri delle gru per fermarle, e i gruisti andavano sulla passerella.
Era la capitaneria di Porto che ci mandava comunicazioni di allerta meteo. Il 28 novembre arrivò un fax dalla Capitaneria che parlava di “vento forte”.
La gru DM5 era idonea a lavorare.Il freno antiuragano era presente nella DM5.
Non ero a conoscenza dei rischi dei gruisti. Non ricordo se vi era una procedura di emergenza per pericoli. Non ha mai visto traslata la cabina.
Nessuno dei gruisti il 28 novembre mi ha chiesto di scendere; io non gliel’ho detto perché non vi era il vento.

Pignatelli Angelo – capoturno al porto. 
A me le macchine vengono date non so come sono, se sono state revisionate. Non ero a conoscenza dei dispositivi di emergenza. Nè che sulle gru vi era un dispositivo antiuragano. 
(A questo punto la presidente della Corte di Assise è intervenuta per riprendere il teste: come? Lei era capoturno e non sa neanche se una macchina è stata revisionata o no?)
La gru DM 5 era in buone condizioni nel 2001. Presumo che nel 2012 era in condizioni ottimali.
Vi era una manutenzione periodica sulle macchine.
In caso di necessità, in 4 minuti un gruista scende giù.

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