Si terrà il prossimo 27 novembre, presso il tribunale di Milano, l’udienza sul ricorso d’urgenza presentato dai commissari. Lo rende noto l’agenzia ANSA. L’udienza sarà trattata da Claudio Marangoni, presidente della sezione specializzata in materia d’impresa del tribunale.

Il giudice: non fermare operatività impianti

Il magistrato (rende noto ancora l’ANSA) ha invitato ArcelorMittal «a non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti» dello stabilimento siderurgico.
In particolare, i vertici del Tribunale milanese, «tenuto conto – si legge nel comunicato – della non adozione di provvedimenti ‘inaudita altera parte’», ossia del fatto che le decisioni arriveranno solo dopo la discussione in udienza e non ‘de plano’, hanno invitato «le parti resistenti», ossia ArcelorMittal, «in un quadro di leale collaborazione con l’autorità giudiziaria e per il tempo ritenuto
necessario allo sviluppo del contraddittorio tra le parti, a non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti, eventualmente differendo lo sviluppo delle operazioni già autonomamente prefigurate per il limitato tempo necessario allo sviluppo del presente procedimento». Nel «procedimento cautelare», promosso da Ilva spa con i commissari straordinari nei confronti del gruppo franco indiano, il presidente della sezione specializzata Marangoni, oltre alla fissazione dell’udienza, ha disposto anche «termini intermedi per consentire il deposito di memorie e il contraddittorio delle difese».

Indaga la Guardia di Finanza

Nell’indagine milanese, che al momento è ancora a livello ricognitivo e che è stata affidata al Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, riguardo al profilo dei possibili reati sul piano tributario, da quanto si è saputo, si dovrebbero effettuare accertamenti – e questo è solo uno dei casi – su una società olandese dello stesso gruppo franco indiano da cui ArcelorMittal si servirebbe per l’approvvigionamento di materiali. Società che, oltre a vendere all’ex Ilva a prezzi che però parrebbero più alti rispetto a quelli di mercato, godrebbe di un regime fiscale più vantaggioso. Poi, ci potrebbero essere verifiche – altro esempio – su presunte false comunicazioni societarie legate al magazzino, nel caso in cui fosse stata resa nota una situazione diversa da quella reale (era stato consegnato con 500 milioni di materie e ora pare si sia assottigliato di parecchio), e in più anche altre condotte potrebbero aver avuto riflessi sul patrimonio dell’ex Ilva. Infine, ed è di queste ultime ore l’ipotesi al vaglio degli inquirenti, andranno fatte verifiche anche sul motivo per cui, secondo quanto denunciato, siano stati sospesi i pagamenti dei creditori dell’indotto. In questo caso potrebbero profilarsi reati di bancarotta o pre-fallimentari. Tutto ciò si aggiunge ai profili sulle comunicazioni al mercato date dal colosso dell’acciaio a partire dallo scorso 4 novembre con l’azione di recesso dal contratto. Quanto al presunto depauperamento dell’azienda e alla sospetta appropriazione indebita delle materie prime con conseguente danneggiamento della produttività e dell’economia nazionale, non è escluso che la Procura di Milano si ‘spoglì, poi, di questo capitolo in quanto quella di Taranto sta già indagando e ha già iscritto il fascicolo ipotizzando il reato di «distruzione di materie prime» e «mezzi di produzione» industriale. Tra l’altro, gli investigatori nei prossimi giorni potrebbero effettuare acquisizioni di documenti e ascoltare alcune persone nel fascicolo milanese.
Da quanto si è saputo, stamani i pm Stefano Civardi e Mauro Clerici hanno ascoltato come persona informata sui fatti un dirigente dell’amministrazione straorinaria di Ilva. Un passaggio, quello dell’audizione dei primi testimoni, propedeutico per iniziare a ipotizzare dei reati nel fascicolo aperto nei giorni scorsi. In mattinata, poi, il procuratore Greco ha incontrato nel suo ufficio Alessandro Danovi, uno dei commissari straordinari dell’Ilva. In queste ore gli inquirenti stanno iscrivendo il fascicolo con dei titoli di reato. La procura di Milano ha iniziato le attività nell’inchiesta sull’ex Ilva: sono stati sentiti i primi testimoni chiamati a chiarire alcuni aspetti tecnici della gestione dell’acciaieria. La procura di Milano potrebbe, già nelle prossime ore, cambiare il modello su cui indaga: non più il 45 che prevede nessuna ipotesi di reato ma un modello 44 con ipotesi specifiche. Da quanto trapela si potrebbe trattare di reati di tipo fiscale. 
La decisione del ricorso d’urgenza presentato dai commissari dell’ex Ilva e affidato al tribunale di Milano arriverà ‘entro il 4 dicembre’. E’ quanto sostiene una fonte giudiziaria. Non si tratta di una data a caso: il 4 dicembre ArcelorMittal è intenzionata a lasciare Taranto.
Le parti – cioè i commissari straordinari, i legali di ArcelorMittal e la procura di Milano – hanno tempo fino al 25 novembre per depositare memorie e documenti che saranno discussi nell’udienza fissata il 27 novembre davanti al giudice Claudio Marangoni, che presiede la sezione del tribunale di Milano specializzata in imprese, e che da solo deciderà sul caso. Da quanto trapela potrebbe essere sufficiente una sola udienza prima del provvedimento del giudice.