Il ricatto ArcelorMittal viene allo scoperto: migliaia di esuberi in AM e mano libera nello sfruttamento, nella sicurezza sul lavoro, nella gestione dei licenziamenti nell’appalto,
per affermare la logica del profitto, nella crisi mondiale dell'acciaio.
L’immunità penale – il fermo dell’Afo 2, ecc sono pretesti, anche se anch’essi dimostrano il ricatto e l’arroganza dei padroni indiani
Lo sciopero generale è quindi obbligato e necessario contro i diktat e i piani di Mittal
Ma se lotta ci deve essere, allora deve essere per rimettere tutto in gioco, compreso gli accordi del 6 settembre 2018 e quello recente sulla cassintegrazione permanente, ecc
E’ sotto gli occhi di tutti che i padroni indiani hanno usato la logica: se gli dai un dito, si prendono tutta la mano.
La lotta non può essere aziendalista né pilotata; né può essere limitata al cosiddetto “rispetto degli accordi”, “rispetto degli obblighi contrattuali” - così è una lotta persa in partenza.
Ora bisogna pretendere una soluzione vera per cui valga la pena lottare a fondo, in maniera prolungata e con tutte le forme di lotte necessarie:
nessun esubero - piano per rientro dei cassintegrati in CIGS - salvaguardia di lavoro, salari e diritti nelle ditte dell'appalto – sicurezza in fabbrica con una postazione ispettiva permanente sotto controllo operaio dentro l’area ArcelorMittal appalto – estensione dei benefici amianto anche con una legge speciale tenendo conto della fabbrica delle morti sul lavoro e inquinante, reale bonifica e ambientalizzazione della fabbrica a tappe forzate, con un utilizzo generale dei lavoratori – che così rientrano al lavoro tutti.
Questa piattaforma va imposta sia a Mittal se resta, sia all’azienda commissariata o nazionalizzata dallo Stato, sia a un nuovo padrone diverso da Mittal.
Sul fronte della salute, emergenza ambientale e sanitaria, bonifiche del territorio si può e si deve fare di più. Servono nuovi fondi dello Stato a sostegno - torniamo agli 8 miliardi necessari indicati nel 2012 dall'inchiesta Todisco.
Lo Slai cobas è contro le posizioni di parte dell’ambientalismo piccolo borghese e antioperaio che vuole la chiusura e non la lotta per il lavoro, la sicurezza, la salute, la guerra all'inquinamento in fabbrica e in città.
SI allo sciopero generale e alla lotta prolungata a Taranto e a Roma - SI allo sciopero generale nazionale di tutti i metalmeccanici
noi siamo per l’autonomia operaia da padroni, governo e loro servi
noi siamo per una lotta di classe senza sconti a padroni e governo
noi siamo per il sindacato di classe, che raccolga le migliori energie esistenti in fabbrica, siamo per il potere operaio nella fabbrica e nella società
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
via Livio Andronico 47 Taranto slaicobasta@gmail.com 347-5301704
8.11.19
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