All'Ilva il sindacalismo di classe si trova nella fase della difensiva strategica, comincia ad esistere, si esprime in maniera qui confusa, qui chiara, raccoglie complessivamente un centinaio di operai che ha scelto di ribellarsi e organizzarsi in maniera alternativa ai sindacati confederali e che su singole battaglie o nei momenti clamorosi di lotta riesce a farsi valere e sentire.
Ma manca tra questi operai una linea strutturata, coerente, un'unità d'azione e un senso di solidarietà che la renda un blocco comune e compatto.
E' avvenuto questo in occasione della lotta degli operai del MOF, il 27 novembre con l'occupazione in fabbrica, il primo giorno in occasione del licenziamento di un attivista del Usb, Zanframundo; ma normalmente ciò non avviene.
Gli operai "liberi e pensanti" influenti a livello di opinione rifiutano l'organizzazione sindacale di classe. L'Usb procede come un "carro armato" dichiarando scioperi ad oltranza ad ogni piè sospinto, che naturalmente non portano a risultati concreti. Il mancato rinnovo delle RSU impedisce anche che si faccia un salto in avanti nella rappresentanza alternativa in fabbrica.
Lo Slai cobas ora come ora è una linea appoggiata da molti operai ma che conta su pochi attivisti e una struttura interna non ramificata.
Questo stato delle cose però deve essere decisamente modificato con una volontà di unità ma anche con una lotta di posizione, perchè senza la lotta di posizione questa unità non si sviluppa e non può cambiare lo stato del sindacalismo di classe in fabbrica.
Lo Slai cobas è per il sindacato di classe che non si può basare su personaggi, anche quando si tratta di attivisti spesso validi e riconosciuti, perchè alcuni di questi personaggi hanno girato già troppe organizzazioni sindacali per non temere che continueranno a farlo; nè un sindacato di base e di classe può basarsi su iniezioni finanziarie dall'alto anche quando sono a fin di bene; nè tantomeno su rapporti equivoci con "Fondi pensione" o forme di funzionariato sempre possibili a degenerare.
All'Ilva queste visioni del sindacato alternativo sono presenti anche nelle fila degli operai, disabituati da molto tempo a una linea, a una pratica, a metodi e a una forma organizzata realmente alternativi al sindacalismo corrotto e complice.
In questo senso è giusto dire che questa battaglia non è tanto per affermare una sigla sulle altre ma per trasformare operai e sindacato in corso d'opera e attrraverso la lotta.
Certo, è un peccato che operai ribelli, attivisti giustamente radicali nella critica al sindacalismo confederale facciano mancare il loro apporto a questa battaglia decisiva in fabbrica e sul territorio, ma vincere la battaglia sulla concezione del sindacato di classe è anello decisivo per ridare speranza, forza, partecipazione e potere agli operai che vogliono cambiare le cose.
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