TARANTO
- Il ministero dell'Ambiente ha diffidato l'Ilva di Taranto per
"inosservanza delle prescrizioni autorizzative in relazione al terzo
trimestre di attuazione del decreto di riesame Aia del 26 ottobre 2012".
La diffida è firmata dal direttore generale Mariano Grillo ed è legata
all'ispezione Ispra-Arpa del 10 e 11 settembre scorsi.
La relazione Ispra, d'intesa con Arpa Puglia e fatta
propria dal ministero dell'Ambiente, è stata inviata anche alla Procura
della Repubblica di Taranto.
La diffida riguarda quattro punti. Il primo è che
l'Ilva, non oltre 30 giorni dalla ricezione della diffida, dovra'
trasmettere all'autorità competente, per l'approvazione, il ''progetto
esecutivo, corredato dal crono programma, degli interventi di
pavimentazione impermeabile e di regimazione delle acque dell'area Irf
(impianti di recupero del materiale ferroso, ndr), inclusa l'area
prospiciente la zona di carico dell'impianto Irf e l'area di stoccaggio
del rifiuto prodotto''. All'azienda si chiede di adottare, con gli
stessi tempi, ''idonee procedure, relative a pratiche operative e
gestionali finalizzate a minimizzare le emissioni polvirulente dalla
zona di caricamento Irf, come indicato nelle 'prescrizioni di carattere
generale' per le emissioni in aria'', nonché di trasmettere ''un
progetto per l'adozione di interventi strutturali di contenimento della
polverosita' nell'area Irf''. All'Ilva inoltre viene chiesto di
garantire la ''gestione delle paiole (grandi tazze in cui viene versato
lo scarto delle acciaierie, ndr) bloccate solo nelle aree di impianto
specificatamente destinate a tale finalità'', e la ''gestione del Cer
100202 (scorie deferrizzate in uscita dall'impianto di separazione Irf,
ndr) esclusivamente in aree attrezzate per deposito rifiuti e
rispondenti alle norme tecniche per la gestione medesima''.
Le violazioni. Sono 11 le violazioni
dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) accertate. Le violazioni
sono indicate nella relazione redatta dagli ispettori Ispra Alfredo
Pini, Fabio Ferranti e Francesco Andreotti, parte integrante della
diffida inviata dal Ministero, la terza dall'avvio dei controlli. Gli
ispettori hanno riscontrato, tra le violazioni più significative, il
''superamento del valore di 25 grammi per tonnellata di coke
nell'emissione di particolato con il flusso di vapore acqueo in uscita''
da quattro torri di spegnimento asservite ad altrettante batterie delle
cokerie, nonché il persistere del fenomeno di 'slopping', la fumata
rossa con alto contenuto di polveri che in più occasioni è fuoriuscita
dalle ciminiere dello stabilimento siderurgico, riversandosi sulla
città. Tra le altre violazioni, il ''perdurare del mancato adeguamento
entro il 27 gennaio 2013 dei sistemi di movimentazione dei materiali
trasportati via nave, tramite l'utilizzo di sistemi di scarico
automatico o scaricatori continui coperti'', nonché il mancato rispetto
dei tempi per la chiusura dei nastri trasportatori (non è stato ancora
trasmesso il progetto esecutivo con il cronoprogramma degli interventi) e
per la chiusura degli edifici nelle aree in cui si gestiscono materiali
polverosi.
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