martedì 1 ottobre 2013

Ilva, Bondi può usare le navi del gruppo

pc 1 ottobre - ILVA-RIVA, padron Riva con l'interfaccia Bondi riprende il pieno controllo della fabbrica e della produzione, la sostanza è questa , il resto è contorno !



TARANTO - Il commissario straordinario dell’Ilva Enrico Bondi può usare le navi di proprietà di «Ilva servizi marittimi», società sequestrata dalla Guardia di Finanza agli inizi di settembre, ma può farlo nei limiti dell’attività strettamente indispensabile all’esercizio dello stabilimento siderurgico di Taranto. Il giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco non arretra di un millimetro, confermando, con il provvedimento depositato ieri, il sequestro preventivo per equivalente firmato alla fine di maggio sui beni di proprietà del gruppo Riva e tutt’ora in corso di esecuzione. Bondi, tramite gli avvocati Gaetano Melucci e Vincenzo Vozza, aveva presentato istanza di dissequestro dell’intera «Ilva servizi marittimi », ritenendo la società indispensabile per l’attività dello stabilimento, formula, quella dell’in - dispensabilità, prevista dal decreto con il quale lo stesso Bondi agli inizi di giugno è stato nominato commissario. Il gip Todisco ha invece confermato il sequestro, concedendo la facoltà d’uso delle navi della flotta di «Ilva servizi marittimi », sotto lo stretto controllo del custode e amministratore giudiziario Mario Tagarelli e sempre, appunto, nell’ambito dello strettamente indispensabile per il funzionamento dell’acciaieria. La partita del sequestro, intanto, potrebbe giocarsi dal punto di vista giudiziario addirittura al cospetto delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione: una richiesta in tal senso sarebbe stata inoltrata dagli avvocati Franco Coppi e Carlo Enrico Paliero, legali della famiglia Riva. FIDUCIARI -Il tribunale del riesame ha depositati ieri mattina le motivazioni delle ordinanze con le quali sono stati concessi gli arresti domiciliari a Agostino Pastorino, Giovanni Rebaioli, Enrico Bessone e Alfredo Ceriani ed è stato rimesso in libertà Lanfranco Legnani. Si tratta dei fiduciari del gruppo Riva, i presunti componenti della struttura ombra stesa dai proprietari dello stabilimento siderurgico per controllare quasi con fare militare cosa avveniva in fabbrica. I cinque erano stati arrestati dalla Guardia di Finanza lo scorso 6 settembre. Il tribunale del riesame riconosce nei confronti dei cinque indagati la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, giudicando però sufficienti, per tutelare le esigenze cautelari, gli arresti domiciliari per Pastorino, Rebaioli, Bessone e Ceriani mentre ha rilevato la totale assenza di esigenze cautelari per Legnani, presunto direttore ombra dello stabilimento ma di fatto lontano da Taranto dal 2009. Gli indagati sono difesi dagli avvocati E

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