Il "presidio fuori dal Comune" che si è prolungato per oltre un mese ha sollevato con decisione il problema del rischio sanitario e ha visto in queste settimane una tenace partecipazione di cittadini, giovani, lavoratori, associazioni, medici, ecc.
Si è scontrato in tutto questo periodo con un Sindaco e un Comune sordi e silenti, tesi solo ad un improbabile autodifesa, e quindi evidentemente in nessuna maniera sono diventati interlocutori positivi del presidio. In sostanza il "presidio fuori dal Comune" è rimasto fuori dal Comune, con un'amministrazione che va per la sua strada senza apportare nessun reale risultato e senza affrontare realmente le emergenze e con forze che pongono esigenze, sviluppano mobilitazioni in diverse forme ma che non riescono a cambiare la situazione.
Certo, un fattore decisivo è comunque che non si trova la chiave per un'effettiva partecipazione popolare e di massa, chiave che peraltro nessuno ha trovato e nessuno qui si può fare maestro.
Le grandi mobilitazioni dei mesi scorsi sembrano attualmente non in grado di riprodursi.
Noi condividiamo la scelta di trasformare il presidio in presidio itinerante all'insegna di una logica: "se Maometto non viene alla montagna...". Ma nello stesso tempo diciamo chiaro che la piattaforma del presidio pur contenendo cose giuste lo fa in maniera confusa con l'obiettivo velleitario di raccogliere tutti i problemi senza tener conto che ciascuno di essi va sviluppato in termini di lotta e di aggregazione in maniera differente, per ottenere risultati concreti.
Per vincere tutte le battaglie si finisce per non vincerne alcuna. Le stesse controparti sono diverse e le forme organizzate da far nascere devono essere adeguate allo scopo.
Per non farla lunga. A Taranto esiste un'emergenza sanitaria e la piattaforma intorno ad essa ha innanzitutto una controparte che è la Regione che amministra la sanità in Puglia e dietro di essa il Ministero della sanità. Esenzione da ticket, visite mediche adeguate e soprattutto strutture sanitarie di emergenza che sostituiscano subito lo sciagurato progetto "San Raffaele", domandano scioperi, manifestazioni, occupazioni di strutture sanitarie, che bisogna lanciare e provare a costruire, mobilitando lavoratori e cittadini, investendo le loro strutture sindacali e associative e spaccandole se necessario.
Noi vogliamo che l'intero progetto sanitario, che possa far leva anche su un nuovo ospedale, faccia capo ad Emergency - Gino Strada si era mostrato disponibile su questa strada. Il Comune e il Sindaco non fanno nulla su questo, e, a dir la verità, possono fare ben poco.
Firme e presidio servono alla sensibilizzazione, ma senza scioperi, manifestazioni, blocchi, occupazioni è inutile illudere e illudersi che si possano ottenere dei risultati.
Quando diciamo questo, respingiamo l'atteggiamento del "presidio fuori dal Comune" che non vede altro che sè stesso come strumento di queste lotte.
Ma non è il caso di fare polemiche, ma confrontarsi effettivamente sulle proposte e la linea di condotta da seguire, almeno su questo punto che consideriamo il principale del presidio.
Sugli altri obiettivi posti nella piattaforma ci sono altre questioni da discutere, ma partiamo dell'importanza della battaglia comune, in fabbrica, nei quartieri, nella città sull'emergenza sanitaria.
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