di Giacomo Rizzo
TARANTO – «Un’ennesima mazzata per questo territorio già martoriato da una crisi senza precedenti». Così i sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm commentano la decisione di Marcegaglia Buildtech di chiudere la sede di Taranto e mettere in mobilità 134 dipendenti. L’annuncio è arrivato questo pomeriggio, come un fulmine a ciel sereno, dopo un faccia a faccia tra azienda e organizzazioni sindacali. La sospensione dell’attività produttiva dello stabilimento tarantino è stata proclamata per il prossimo 18 novembre, alla scadenza della cassa integrazione ordinaria in corso. Il gruppo Marcegaglia già da tre anni ha dismesso a Taranto la produzione di caldaie industriali per riconvertirsi al fotovoltaico e produrre in proprio le lamine flessibili a film sottile, in silicio amorfo. Queste lamine vengono poi incollate su un pannello per ottenere un manufatto, il pannello , da utilizzare per la copertura dei tetti delle nuove costruzioni volte alla produzione di energia elettrica solare.
Il 29 settembre del 2011 fu presentato il piano industriale alla presenza del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. «Vogliamo fare di Taranto la capitale del fotovoltaico in Italia», disse in quella occasione Antonio Marcegaglia, amministratore delegato del gruppo. Ma le aspettative sono state disattese.
«La cessazione dell'attività del suo stabilimento di Taranto per la produzione di pannelli coibentati e di pannelli fotovoltaici – sostiene l’azienda in una nota – è causata dalla grave crisi che ha irreversibilmente colpito il settore del fotovoltaico in Italia e nel mondo».
Fim, Fiom e Uilm hanno convocato, per domani, dalle 15, un’assemblea con tutti i lavoratori dello stabilimento Marcegaglia, proclamando, ad horas, lo stato di agitazione del Gruppo. «Lasciano Taranto – osservano i sindacati - per una riorganizzazione del Gruppo Marcegaglia, scippando nuovamente a questa città posti di lavoro e opportunità di sviluppo non inquinante». E Taranto deve fronteggiare l’ennesima vertenza dopo quelle dell’Ilva, dello stabilimento tessile Miroglio, della Taranto container terminal che gestisce il molo polisettoriale, dell’azienda di divani Natuzzi, del settore delle costruzioni, delle ditte dell’appalto dell’Arsenale militare e, da ultima, dell’Eolico. L’azienda danese Vestas ha annunciato la chiusura dello stabilimento 'Nacelles' con la mobilità per 127 lavoratori.
TARANTO – «Un’ennesima mazzata per questo territorio già martoriato da una crisi senza precedenti». Così i sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm commentano la decisione di Marcegaglia Buildtech di chiudere la sede di Taranto e mettere in mobilità 134 dipendenti. L’annuncio è arrivato questo pomeriggio, come un fulmine a ciel sereno, dopo un faccia a faccia tra azienda e organizzazioni sindacali. La sospensione dell’attività produttiva dello stabilimento tarantino è stata proclamata per il prossimo 18 novembre, alla scadenza della cassa integrazione ordinaria in corso. Il gruppo Marcegaglia già da tre anni ha dismesso a Taranto la produzione di caldaie industriali per riconvertirsi al fotovoltaico e produrre in proprio le lamine flessibili a film sottile, in silicio amorfo. Queste lamine vengono poi incollate su un pannello per ottenere un manufatto, il pannello , da utilizzare per la copertura dei tetti delle nuove costruzioni volte alla produzione di energia elettrica solare.
Il 29 settembre del 2011 fu presentato il piano industriale alla presenza del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. «Vogliamo fare di Taranto la capitale del fotovoltaico in Italia», disse in quella occasione Antonio Marcegaglia, amministratore delegato del gruppo. Ma le aspettative sono state disattese.
«La cessazione dell'attività del suo stabilimento di Taranto per la produzione di pannelli coibentati e di pannelli fotovoltaici – sostiene l’azienda in una nota – è causata dalla grave crisi che ha irreversibilmente colpito il settore del fotovoltaico in Italia e nel mondo».
Fim, Fiom e Uilm hanno convocato, per domani, dalle 15, un’assemblea con tutti i lavoratori dello stabilimento Marcegaglia, proclamando, ad horas, lo stato di agitazione del Gruppo. «Lasciano Taranto – osservano i sindacati - per una riorganizzazione del Gruppo Marcegaglia, scippando nuovamente a questa città posti di lavoro e opportunità di sviluppo non inquinante». E Taranto deve fronteggiare l’ennesima vertenza dopo quelle dell’Ilva, dello stabilimento tessile Miroglio, della Taranto container terminal che gestisce il molo polisettoriale, dell’azienda di divani Natuzzi, del settore delle costruzioni, delle ditte dell’appalto dell’Arsenale militare e, da ultima, dell’Eolico. L’azienda danese Vestas ha annunciato la chiusura dello stabilimento 'Nacelles' con la mobilità per 127 lavoratori.
Nessun commento:
Posta un commento