Si tratta sempre di testi, quasi sempre ingegneri, quadri, capi di area che hanno operato in Ilva fino a Riva e alcuni anche nell'Ilva commissariata. Sono testi presentati dagli avvocati degli imputati volti a dimostrare che in Ilva si procedeva secondo le norme.
PALATINO, CAPO DELLA COKERIA
Dal 1970 capo turno, capo settore, capo
del regime termico delle batterie (tecnico della combustione da 76
fino al 2001 x ottimizzare le temperature dei forni allo scopo di diminuire le
emissioni di polveri durante lo sfornamento dei forni);
successivamente rapporto di consulenza sempre in cokeria per
addestramento nuovi tecnici e manutenzione nuovi impianti rifacimento
refrattari.
Tempi di distillazione del cok 20 ore,
a volte di più per fermate accidentali o per manutenzione. (Ma - ha setto il PM - l’Aia del 2012 aveva stabilito un tempo di cottura di 24 ore, in modo da minimizzare le
emissioni).
Cok crudo vuol dire che non ha ancora
rilasciato tutte le materie volatili, e in questo caso verrebbero
rilasciate nell’ambiente.
Pirometro ottico rileva la temperatura
all’interno dei bruciatori (ogni forno ha 32 bruciatori).
Quando un forno era fuori media, si
metteva fuori serie prima di sfornarlo. Prima dello sfornamento si controllava
lo stato di distillazione del forno – dal cappellotto non doveva
uscire niente. Se c’è una fuoruscita si fanno altri controlli
perché vuol dire che il forno non è pronto.
Monitoraggio fumi ai
camini delle batterie, si controllano sforamento dei parametri,
quando vi erano innalzamenti, vi erano contromisure, anche il fermo
impianto. Questo valeva anche per superamento delle polveri.
Si sono abbassati i valori di
riferimento, i parametri normativi.
Su tutto questo si facevano riunione
con gli operai. I monitoraggi erano visibili agli
addetti, nelle sale del sinottico. I parametri, in particolare le polveri,
erano collegati con l’Arpa.
La pulizia dei rigeneratori aveva
funzione di migliorare la combustione del forno – anche questo
aveva un impatto con l’ambiente.
Vi sono stati investimenti per lavori
sui collettori del gas, per macchine caricatori del cok.
Rispetto a stabilimenti in India,
Giappone di forni a batteria.
Lo stato degli impianti di Taranto
rispetto a quegli impianti era un gioiello.
In Giappone vi era impianto della
Nippol Steel di forni a batteria e vi erano tante emissioni.
Lo stato delle cokerie nel 1970 era
totalmente diverso dagli anni successivi, in cui vi è stato un miglioramento fino
al 2001 in cui si stava già al top (con riferimento al caricamento). Vi era un sistema diverso di caricamento. Prima non erano a tenuta
perfetta e quindi emettevano polveri nell’aria.
Per le batterie, sono stati rifatti un
paio di volte i forni. Nel 2001 vi erano ancora criticità, lesioni sulle
pareti dei forni o cattiva combustione. Poi pulizia generatori, rifacimento
di pareti, da dopo il 2001 e continuate fino al 2012.
D'APRILE, CAPO ELL'ACCIAIERIA
Ha operato dal 1967 al
2001 come dipendente e poi come consulente, nelle acciaierie. Si è
occupato dello slopping, che si verifica nella fase di soffiaggio
ossigeno. Nel convertitore viene immessa ghisa liquida, rottami
(pezzi di ferro, interno o acquistato dall’esterno), recuperi
ferrosi, preridotto, calce. La composizione della ghisa può influire
sugli slopping.
Non ci sono contromisure idonee ha
fermare lo slopping quando siamo su quei livelli di silicio. Una variabile importante dello slopping
è il livello del silicio.
La carica della ghisa, i suoi tempi
possono determinare emissione di fumi all’esterno, se è sporca. Se
il rottame è pulito non c’entrano i tempi.
Negli anni sono notevolmente aumentati
i tempi di carica della ghisa (15/20 minuti, mentre prima durava 2/3
minuti). Un allungamento dei tempi comportava il rallentamento della
produttività e quindi della produzione.
Nel soffiaggio dell’ossigeno era
possibile intervenire sulla quantità di soffiaggio (altezza lancia e
portata ossigeno).
Lo slopping sporcava la parte superiore
del convertitore e ci potevano essere problemi di residui nello
spillaggio, bisognava soprattutto pulire la bocca del convertitore.
Quindi, incideva sui tempi di produzione e sulla qualità della
produzione.
Altre acciaieria: A Duisburg vi erano
vari fenomeni di slopping; in Giappone visto uno slopping tanto
violento che saldò i portelloni, nel maggio 2005. Ma sul piano
convertitore vi era tutta l’attrezzatura necessaria per sbloccare i
portelloni, a dimostrazione che quel fenomeno non era raro.
In Giappone, se c’era un silicio alto
prima lo abbassavano e poi lavoravano.
Non esiste una maniera di eliminare gli
slopping ma solo di riduzione del numero e di entità degli slopping.
Altrimenti ci sarebbero anomalie impiantistiche.
PM – Il rottame utilizzato veniva
prima controllato da qualcuno?
D'APRILE - Controllato a vista – si carica di tutto, una volta per esempio si
caricò una bombola del gas. Il rottame veniva depositato nel parco
rottame.
Alcuni slopping si depositavano sul convertitore e facevano danni solo
all’impianto; invece gli slopping-vulcano, esplosivo, producevano fumi che si
disperdevano all’esterno nell’ambiente. Non era possibile
fermarli, a meno che si chiudesse tutto il tetto, ma a quel punto li
respiravano le persone all’interno. I primi a subire le conseguenze
eravamo noi.
Il rottame si mette per bilanciare
termicamente la carica, altrimenti la temperatura della ghisa
salirebbe a livelli altissimi. Il monitoraggio deve essere di
continuo.
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