domenica 27 ottobre 2019

La cosiddetta "cancellazione dell'immunità penale" esce dalla porta e rientra dalla finestra? Fim, Uilm, Fiom "portavoci" di AM

Sembra che ognuno - ArcelorMittal, Governo /Ministero dello Sviluppo Economico, Fim, Uil, Fiom - faccia la sua parte per tutelare solo i suoi interessi o quelli che rappresenta.
Gli operai, semplicemente non ci sono in agenda; così come non ci sono gli abitanti di Taranto, in particolare dei Tamburi, che sentono al massimo, gli uni parlare di tutela che significa in concreto ammortizzatori sociali (come se non si sa che vogliono dire pesanti tagli al salario e rischio rientro al lavoro), gli altri di vibranti impegni a chiudere l'area a caldo, decarbonizzazione... - Intanto ciò che cambia è solo il livello del ricatto della Mittal sempre più alto.  
Emblematica è la vicenda dell'immunità penale che, sotto la minaccia di Mittal, fa un passo avanti e due passi indietro. 
Il ministro Patuanelli il 25 ottobre  ha cominciato a dare assicurazione al padrone: forse non un reinserimento di un provvedimento ad hoc, ma "una norma di ampio respiro potrà essere presa in considerazione nel caso vi fossero dubbi interpretativi" - si riferisce all'art. 51 del codice penale sulla non punibilità di chi agisce nell'adempimento di un dovere" (1). Quindi di fatto può ancora agire l'imunità penale vedendo i casi di volta in volta.
Certo, alla Mittal non va bene, perchè vuole una immunità certa e generale. Ma il governo "garantisce", al di là della capovolta dei parlamentari dei 5stelle.
Uilm e Fim parlano di "lavoratori" e si dicono preoccupati per le conseguenze dopo il 3 novembre (data in cui sarebbe tornata la minaccia di Mittal di lasciare l'Ilva), ma in realtà intendono "i capi, i quadri, gli impiegati di 7° livello", che sarebbero perseguibili se si toglie lo scudo dell'immunità penale - dicendo praticamente che questi possono violare le norme a tutela della salute e sicurezza, ma non devono subire niente... Di fatto Palombella (uilm) e Bentivogli (fim) fanno delle ammissioni sul ruolo di corresponsabili dei capi nelle violazioni alla sicurezza e all'ambiente.
La Fiom da parte sua aggiunge le sue preoccupazioni  per il fatto che le previsioni di aumento della produzione che non si stanno realizzando. 
Questi sindacati in realtà stanno drammatizzando la situazione (Bentivogli parla di 5mila operai che verrebbero messi fuori - E chi farebbe la produzione di 4 milioni di tonnellate, 2000 operai (dato che già circa 1200 sono in cigo)? Amplificano la minaccia di Mittal di recedere dal contratto per premere sul governo perchè faccia due passi indietro.
Alla fine di tutto questo ciò che sicuramente resterà sul campo è un ulteriore scarico da parte di ArcelorMittal della crisi sui lavoratori, con allargamento della cigo, ulterore peggioramento delle condizioni di lavoro all'interno e negli appalti.
(1) 51. Esercizio di un diritto o adempimento di un dovere.
L'esercizio di un diritto o l'adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica autorità, esclude la punibilità.
Se un fatto costituente reato è commesso per ordine dell'autorità, del reato risponde sempre il pubblico ufficiale [c.p. 357] che ha dato l'ordine.
Risponde del reato altresì chi ha eseguito l'ordine, salvo che, per errore di fatto, abbia ritenuto di obbedire a un ordine legittimo.
Non è punibile chi esegue l'ordine illegittimo, quando la legge non gli consente alcun sindacato sulla legittimità dell'ordine.

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