lunedì 21 ottobre 2019

Dossier di Peacelink La copertura dei parchi non ferma le polveri sottili

“Il processo di copertura dei parchi minerali non ha bloccato i fenomeni di picco delle polveri sottili nei mesi estivi”. E’ quanto afferma, grafici e dati alla mano, Alessandro Marescotti presidente di Peacelink, nella relazione. Marescotti ha preparato un corposo dossier. Undici pagine di riflessioni, ma soprattutto di dati.
Sorprendono quelli relativi alle polveri sottili. Perchè  la copertura dei parchi non avrebbe mitigato la ricaduta di Pm10 e Pm 2,5? “Molto probabilmente – si legge nella relazione di Peacelink – perché i parchi minerali non sono la sorgente primaria delle polveri sottili: la sorgente primaria delle polveri sottili è negli impianti dell’area a caldo. A emettere le polveri sottili (PM10 e PM2,5) sono i processi produttivi ad altissima temperatura dell’area ghisa, ossia cokerie, impianto di sinterizzazione, altoforni, convertitori e GRF. Sono dunque quelli gli impianti più pericolosi. I parchi minerali sono fonti di polveri più pesanti che si poggiano sui balconi e finiscono per terra nelle case, ma nei polmoni arrivano in profondità le polveri degli impianti dell’area a caldo. E il vero pericolo è quello. E dobbiamo constatare che ArcelorMittal non ha fatto passi in avanti nell’abbattere le polveri sottili”.

Qual è, allora, l’utilità della copertura dei parchi minerali? “Sicuramente – scrive Marescotti – la copertura dei parchi minerali ridurrà la polverosità più evidente costituita dalle particelle grossolane, quelle che si toccano con mano e che ricadono al suolo per gravità. Ma non vi sono segnali di riduzione delle polveri sottili che sono così leggere da non ricadere al suolo per gravità: le polveri sottili (PM10 e PM2,5) “galleggiano” nell’aria e sono pericolose proprio per questo. Esse entrano nei polmoni costituiscono la vera minaccia”.

Nessun commento:

Posta un commento