“Il processo di copertura dei parchi minerali non ha bloccato i
fenomeni di picco delle polveri sottili nei mesi estivi”. E’ quanto
afferma, grafici e dati alla mano, Alessandro Marescotti presidente di
Peacelink, nella relazione. Marescotti
ha preparato un corposo dossier. Undici pagine di riflessioni, ma soprattutto di dati.
Sorprendono quelli relativi alle polveri sottili. Perchè la copertura
dei parchi non avrebbe mitigato la ricaduta di Pm10 e Pm 2,5? “Molto
probabilmente – si legge nella relazione di Peacelink – perché i parchi
minerali non sono la sorgente primaria delle polveri sottili: la
sorgente primaria delle polveri sottili è negli impianti dell’area a
caldo. A emettere le polveri sottili (PM10 e PM2,5) sono i processi
produttivi ad altissima temperatura dell’area ghisa, ossia cokerie,
impianto di sinterizzazione, altoforni, convertitori e GRF. Sono dunque
quelli gli impianti più pericolosi. I parchi minerali sono fonti di
polveri più pesanti che si poggiano sui balconi e finiscono per terra
nelle case, ma nei polmoni arrivano in profondità le polveri degli
impianti dell’area a caldo. E il vero pericolo è quello. E dobbiamo
constatare che ArcelorMittal non ha fatto passi in avanti nell’abbattere
le polveri sottili”.
Qual è, allora, l’utilità della copertura dei parchi minerali? “Sicuramente – scrive Marescotti – la copertura dei parchi minerali ridurrà la polverosità più evidente costituita dalle particelle grossolane, quelle che si toccano con mano e che ricadono al suolo per gravità. Ma non vi sono segnali di riduzione delle polveri sottili che sono così leggere da non ricadere al suolo per gravità: le polveri sottili (PM10 e PM2,5) “galleggiano” nell’aria e sono pericolose proprio per questo. Esse entrano nei polmoni costituiscono la vera minaccia”.
Qual è, allora, l’utilità della copertura dei parchi minerali? “Sicuramente – scrive Marescotti – la copertura dei parchi minerali ridurrà la polverosità più evidente costituita dalle particelle grossolane, quelle che si toccano con mano e che ricadono al suolo per gravità. Ma non vi sono segnali di riduzione delle polveri sottili che sono così leggere da non ricadere al suolo per gravità: le polveri sottili (PM10 e PM2,5) “galleggiano” nell’aria e sono pericolose proprio per questo. Esse entrano nei polmoni costituiscono la vera minaccia”.
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