lunedì 28 ottobre 2019

Processo Ilva - RLS Fim sentito come teste a difensa del direttore Capogrosso - Ecco cosa NON facevano gli Rls...

Stralcio dall'udienza del 24 settembre 2019 - Chiamato in Tribunale dai difensori dell'Ing. Capogrosso - Ilva


TESTE C. GIANNATTASIO – ho iniziato la mia attività nell’area altoforno, sono poi transitato al movimento ferroviario, e poi ho lavorato fino al giorno della mia pensione alla distribuzione elettrica primaria come manutentore elettrico, operatore elettronico di laboratorio e di impianto. Sono stato rappresentante dei lavoratori per la sicurezza intorno al '97, '98, e ho tenuto l’incarico fino al giorno della mia pensione, giugno 2010.
AVVOCATO V. VOZZA – Lei ricorda l’istituzione ad opera della direzione del comitato di stabilimento per la sicurezza delle varie aree dello stabilimento?
GIANNATTASIO – Certo. Ne ho fatto parte. Ricordo che si stilavano i documenti, ma dico anche che io ho avuto un'esperienza positivissima sotto questo aspetto. Con la Fleming, e anche con la Dupont, due aziende che hanno apportato consulenza sulla sicurezza all'interno dello stabilimento, ho lavorato fianco a fianco, nel senso che ero la persona che andava con loro a verificare la praticabilità della formazione dei lavoratori sulle questioni comportamentali soprattutto.
VOZZA – Laddove si dice che: "L'Ingegner Capogrosso informa i partecipanti che è in corso una revisione di tutte le pratiche operative con la variazione degli elementi di rischio, così come indicato dalla società di consulenza Fleming Tecna", lo conferma
GIANNATTASIO – Confermo, perchè è stato fatto realmente, con queste due aziende abbiamo fatto un buon lavoro secondo me... Quando io ho iniziato a fare l'R.L.S., non vi nego che i primi tempi sono stati un po’ amari, nel senso che venivamo buttati fuori dai reparti, nel senso dai capireparto. Noi poi ci siamo rivolti direttamente al direttore di stabilimento, è stato lui quello che ci ha aperto le porte affinché noi potessimo svolgere bene il nostro lavoro. E questo ci ha aiutato molto nel coinvolgimento dei lavoratori in ordine alla gestione della sicurezza. I lavoratori erano molto coinvolti. Poi ognuno la può pensare come vuole.
Confermo che questi comitati di sicurezza si svolgevano periodicamente e che noi siamo stati coinvolti. È chiaro che i dati venivano forniti dai vari dirigenti delle aree e dal medico competente.
Ogni qualvolta si discuteva di un miglioramento di un qualcosa si andava sul posto a verificare che fosse stato fatto, oppure se c’era da migliorare qualcosa si apriva una discussione, veniva messo agli atti il nostro parere, dopodiché il datore di lavoro o il dirigente demandato doveva prendere le sue decisioni e assumersi la responsabilità.
Per verificare la maggior parte delle volte andavamo con i tecnici del reparto, andavamo a verificare che fosse stata rimessa a posto la passerella...
P.M. M. BUCCOLIERO – Sì, un chiarimento. Senta, lei è responsabile, quindi rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Da chi è stato nominato?
GIANNATTASIO – Io sono stato nominato dalla mia federazione, la Fim Cisl,
P.M – questo suo ruolo le imponeva di verificare se la situazione degli impianti era sicura per i lavoratori?
GIANNATTASIO – Il mio ruolo era quello chiaramente di rispondere a quelli che erano i dubbi dei lavoratori su determinate situazioni, per esempio di lavoro, per cui venivo chiamato e intervenivo. Io ero un tecnico elettrico di centrale. La questione riguardante, per esempio, una questione di ossigeno... è chiaro che il tecnico di ossigeno era il preposto. Io verificavo che le condizioni che lui aveva dichiarato nella sua dichiarazione fossero pressoché conformi
P.M. – Certo. Lei ha avuto mai contrasti con i preposti?
GIANNATTASIO – I contrasti all’inizio sono stati tanti e sono stati dovuti al fatto che, per esempio, alcuni capireparto all’inizio non accettavano che venisse il Giannattasio della situazione a chiedergli: “Perché questo? Perché questo? Perché questo?", come la legge prevedeva. Poi, lo dico e lo confermo, e lo porto sempre con me questo ragionamento, quando abbiamo detto al direttore che c'era questo tipo di comportamento è stato lui a rimproverare le prime linee. Come R.L.S. ho lavorato quasi tutto il tempo con l’Ingegner Luigi Capogrosso.
P.M. – Si ricorda di particolari problemi segnalati nell’area a caldo?
GIANNATTASIO – Beh, in area a caldo non dimenticherò mai, ci fu una situazione di... La voglio chiamare "ammutinamento”. Ci fu una situazione non dico di ammutinamento del personale su un piano di colata, Area altoforno, perché c’era stata la fuoriuscita di uno schizzo di ghisa dalla bocca di un sottomarino mentre stavano colando dentro. Quando arrivai, mi apprestai a prendermi la responsabilità del fatto che i lavoratori si fossero fermati, perché prevedevo che sarebbero stati osteggiati su questo comportamento dal preposto, dal caporeparto del forno per esempio. Dopodiché abbiamo verificato che c’era una sonda che non aveva rilevato il troppo pieno... può succedere che una sonda non funzioni.
Chiaramente abbiamo fatto in modo che da quel giorno si facesse più attenzione alle sonde. Ma anche da parte dei lavoratori, eh! Non solo da parte dell’azienda.
Nell’agglomerato ho avuto solo un'esperienza purtroppo bruttissima: la morte di un ragazzo sotto un montacarichi. Fui chiamato di domenica mattina, se non sbaglio. Questo ragazzo stava aspettando il montacarichi e cadde qualcosa da su, mentre lavorava una ditta. Lui si tolse il casco, perché era agosto se non sbaglio, si stava asciugando, ed ebbe questa cosa in testa.
Abbiamo avuto a che fare anche un'altra volta, perché c’erano delle polveri depositate sotto dei nastri, abbiamo convenuto che si facesse attenzione ponendo gli aspiratori, delle pulizie più accurate. Ma non erano polveri... diciamo grandi quantità.
P.M.  – Ricorda di particolari problemi segnalati nell’area cokeria?
GIANNATTASIO – Senta, noi venivamo chiamati spesso un po’ da tutti, perché chiaramente il lavoratore, avendo paura anche di alcune cose, perché stiamo in un posto abbastanza impegnativo, ci chiamava per tranquillizzarsi. Quindi noi andavamo. Spesso e volentieri io ho dovuto dire ai miei lavoratori: “Non fate capricci, perché qui è tutto a posto”. Il fatto che loro potessero anche chiamare la mia segreteria e dire: “Non me lo mandate più, perché questo non capisce nulla”. Però è chiara una cosa: io come R.L.S. devo essere credibile. Per cui quando le cose non ci sono devo avere il coraggio di dire al lavoratore: “Guarda che le cose non ci sono”. Quando il lavoratore non mette il casco e non usa i guanti devo dirgli: “Metti il casso e metti i guanti, altrimenti ti segnalo io”.
P.M.  – ricorda in particolare se ci sono stati problemi di sicurezza nell’area GRF?
GIANNATTASIO – Sì, qualche volta siamo stati chiamati. Più che altro è stato per questioni inerenti gli spostamenti dei carroponti, e qualche volta qualche mezzo di trasporto che andava rivisto. Quindi ci chiamavano affinché noi spingessimo per fare rimettere a posto quei mezzi.
P.M.  – con riferimento all’area parchi le hanno mai segnalato dei problemi di emissione di polveri che si alzavano?
GIANNATTASIO – Io nell'area parchi praticamente non ci sono mai andato, se non quando lavoravo al movimento ferroviario, cioè passavo col treno e affiancavo l'area parchi per scendere poi giù al porto per esempio. Da R.L.S. ci siamo trovati a valutare, per esempio, il potenziamento degli innaffiatoi che in quel periodo furono installati.
P.M.  – con riferimento all’area acciaieria ricorda qualche intervento che le è stato richiesto in tema sempre di sicurezza?
GIANNATTASIO – Anche in acciaieria, nei momenti in cui i miei colleghi non c’erano, ho dovuto intervenire un paio di volte. Qualche volta è successo il fatto che si siano trovati a contatto l’acqua... Le solite cose che poi sono uscite alla ribalta. L’acqua con la ghisa liquida per esempio o con l’acciaio. Qualche volta c'è stato qualche scoppiettio, ma nel mio caso si è trattato di poca roba, sono dei piccoli slopping, di lieve entità... se qualcuno ha visto episodi diversi e poi ha dichiarato determinate cose, si è assunto la responsabilità di dire che c’è stato chissà quale fenomeno.... L’altro collega che ha visto le cose più... addirittura fu messo fuori stabilimento, perché fece bloccare tutta l’acciaieria portando problemi non indifferenti. Era il duemila... 2005, 2006. Furono licenziate undici persone in quel periodo, perché si fermarono loro sul posto di lavoro, tutti perché c’era stato un episodio di slopping..
PRESIDENTE S. D'ERRICO – Chi era questo collega? Questo collega di cui lei parla chi era?
GIANNATTASIO – Battista.
P.M.  – Senta, lei ha partecipato all'operazione di smaltimento dei trasformatori elettrici?
GIANNATTASIO – non ho partecipato, ma ero a conoscenza che si stesse facendo questa operazione da parte dello stabilimento, di smaltimento dell'apirolio PCB.
P.M.  – E' stato a lei, come rappresentante dei lavoratori, della sicurezza segnalato qualche problema in merito alla gestione di questi trasformatori e al loro smaltimento?
GIANNATTASIO – Guardi, le sembrerà strano, ma pur essendo la mia area di competenza, io so che hanno proceduto a queste cose ma problematiche diciamo non mi sono state segnalate. Ricordo che è stato adoperato chiaramente un sistema che garantisse diciamo che tutto fosse fatto in regola e che fossero smaltiti come previsto; non ho conoscenza del dove andassero, so solo che venivano entro contenuti in dei contenitori segnalati e che venivano poi portati in discarica, però non so dove fossero portati, il PCB. Sapevo che venivano messi in fusti e che venivano portati fuori, però non sono mai stato coinvolto in questa cosa, insomma.
P.M.  – Senta, questa operazione di inserimento nei fusti del PCB dove avveniva?
GIANNATTASIO – Presumo che fosse fatto nei pressi del trasformatore, perché la tubazione del PCB sta lì.
PRESIDENTE S. D'ERRICO – Senta, voi come sindacato avete avuto dei contrasti con il datore di lavoro? Si ricorda dei momenti di tensione con il datore di lavoro per motivi sempre di sicurezza immagino o per altri motivi comunque? Avete proclamato delle astensioni dal lavoro?
GIANNATTASIO - È chiaro che noi ci scontriamo... ci confrontiamo sui temi. Io posso essere d’accordo con la controparte... Chiamiamola controparte. Sulla questione di sicurezza non esistono controparti. Io posso essere d’accordo col mio datore di lavoro e lui con me un giorno, ma il giorno successivo possiamo non essere d’accordo. Io ho avuto, per esempio, un episodio, quando, per esempio, fu fatta una modifica su delle operazioni di controllo di alcuni sottoscala dove andavano normalmente due persone. A un certo punto si organizzò il lavoro e si disse che doveva andare una persona sola. Io chiamai subito il responsabile del reparto e gli dissi: “Guarda, incontriamoci perché questa cosa non va bene. Perché se l’operatore sta solo e ha un infarto e sta nel sottoscala, lì lo prendi e lì lo lasci". Chiaramente lui è tornato indietro e ha capito che non c'era modo di fare questa cosa, fino a che non si fosse trovata un’apparecchiatura che fosse stata in grado di segnalare per esempio l'uomo morto – chiamiamolo così - l’uomo a terra. Per cui è stata forse l’unica cosa in cui abbiamo un po' alzato i toni, ma è stata una cosa di un paio di giorni. Per quanto mi riguarda, per le questioni di sicurezza noi abbiamo lavorato in grande collaborazione. Significa collaborazione vera, non nel senso collaborazione come si suol dire di comodo.
PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene. Senta, signor Giannattasio, abbiamo appreso da un altro teste che in un certo momento fu aperta una sede Inail all’interno dello stabilimento. Se lo ricorda questo? Un ufficio Inail proprio che aveva sede dentro lo stabilimento.
GIANNATTASIO – Non so se fosse stata chiesta dalle segreterie generali. Personalmente non avevo espresso questo.

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