Durante la riunione l’azienda ha presentato le linee guida e il cronoprogramma del piano industriale, che darebbe luogo ad una ristrutturazione della rete aziendale con priorità assoluta all’incremento delle vendite, alla sistemazione della rete dei franchising, ad una nuova politica dei prezzi e alla razionalizzazione dei processi interni.
L’azienda ha, inoltre, informato che l’operazione avverrà all’insegna della continuità aziendale e della salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. A tal fine, ha reso noto che i punti vendita oggetto di tale passaggio saranno denominati “Margherita Distribuzione S.p.A.”, con rilancio del made in Italy attraverso la vendita di prodotti locali. Relativamente ai tempi, l’azienda ha stimato che l’intera operazione si concluderà entro il 31 dicembre 2020.
“Il perimetro e i numeri devono essere verificati, c’è quindi bisogno di un lavoro di approfondimento. E’ necessaria un’interlocuzione a tutti i livelli, da quelli regionali a quelli nazionali, che venga portata avanti attraverso il confronto e la dialettica. L’impatto territoriale è una cosa fondamentale, bisognerà quindi approfondire queste tematiche ad un tavolo con le Regioni”. ha dichiarato la Sottosegretaria Todde.
Gli eventuali esuberi saranno gestiti attraverso gli strumenti del pensionamento e prepensionamento, ricollocazione in Conad, cassa integrazione straordinaria, incentivo alla mobilità e accordi o formule con flessibilità per la salvaguardia occupazionale.
Dunque è stato accantonato il piano quinquennale declinato dalla Bdc srl in occasione dei precedenti incontri con i sindacati; l’operazione dovrebbe avere quindi un timing molto più ristretto e concludersi entro il mese di giugno 2020.
Secondo quanto è emerso dall’incontro di ieri, oltre ai 109 negozi oggetto di trasferimento e dei 5700 addetti occupati – operazione che avverrà da ottobre 2019 a marzo 2020 – Conad procederà all’acquisizione di soli 45 altri punti vendita mentre sarebbero già in corso le trattative con un primario gruppo della Gdo per altri 31 negozi. Secondo quanto comunicato al tavolo dalla Bcd le trattive sulla cessione di ulteriori 52 negozi, con 1735 dipendenti, sarebbero giunte ad un livello avanzato; nulla è stato invece specificato sui restanti 32 negozi della rete sui quali sono attivi 2207 dipendenti.
L’esubero presentato dal gruppo Auchan – quantificato originariamente in circa 6200 unità ricavati dalla maggiore incidenza del costo del lavoro rispetto al sistema Conad – si ridurrebbe a 3105 lavoratori; circa 3100 lavoratori saranno ricollocati per il tramite dei trasferimenti nella rete commerciale.
Nell’ambito dei 154 punti vendita che transiteranno al sistema Conad 29 negozi saranno oggetto della riduzione delle superfici – dal 30 al 50% in media da realizzarsi entro la fine del 2020 – per conformarsi al livello organizzativo del Consorzio di Dettaglianti.
Per quanto riguarda la logistica dovrebbe concretizzarsi l’assorbimento del sistema Conad dei centri logistici di Chiari, Melfi e Grantorto e, in prospettiva, si potrebbe aprire la strada dell’integrazione per i centri logistici di Fiumicino, Santa Palomba e Osimo.
A complicare la situazione il pronunciamento dell’Antitrust sui 33 punti vendita Sma confluiti al Gruppo Arena; almeno in 20 mercati territoriali l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sollevato delle obiezioni con l’apertura dell’istruttoria.
Per i sindacati “il confronto con Bdc e Conad deve conoscere un innalzamento in termini qualitativi” affermano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs richiamano ad “un’assunzione di responsabilità corale che non si limiti solo a impresa e organizzazioni sindacali, ma veda la partecipazione attiva degli Enti Locali, in particolare delle regioni per la ricollocazione dei lavoratori. È fondamentale che la vertenza non lasci nessuno indietro perché Conad – affondano i sindacati – non ha acquisito solo il retail, ma anche le funzioni e i dipendenti che non operano esclusivamente nelle rete commerciale“.
A fare da corollario alla giornata di mobilitazione la massiccia adesione allo sciopero, in media superiore all’85% su tutto il territorio nazionale, per i sindacati “concreta e visibile condivisione delle lavoratrici e dei lavoratori alla posizione dei sindacati e che dimostra chiaramente anche l’attaccamento all’impresa e al lavoro“. Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs infine “Conad deve rispettare gli impegni presi sulla continuità dell’impresa acquisita e non tentare di fare forzature e ancora bisogna agire con senso di responsabilità per salvaguardare non solo il patrimonio aziendale, ma anche il patrimonio delle risorse umane qualificate che rappresenta il valore aggiunto dell’impresa“.
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