ArcelorMittal e sindacati, prove di disgelo


C’era da aspettarselo. L’incontro andato in scena questo pomeriggio in piazza di Spagna a Roma, nelle stanze dello studio legale Cleary Gottlieb (uno dei legal team che segue la multinazionale ArcelorMittal nella vicenda ex Ilva) durato un’ora e mezza, non ha partorito alcuna novità.
Presenti l’amministratore delegato Lucia Morselli e il direttore delle risorse umane di AMI, Arturo Ferrucci per l’azienda, i segretari generali di Fim Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Francesca Re David e Rocco Palombella a rappresentare i lavoratori e i delegati sindacali dei territori dove insistono i gruppi ex Ilva.
Si è dunque parlato molto in generale della situazione attuale, senza però fare alcun cenno alle questioni relative all’eventuale ingresso di Invitalia nella società veicolo AM InvestCO Italy nè sul nuovo piano industriale presentato il 4 giugno scorso, con i sindacati che continuano a chiedere il rispetto dell’accordo del 2018 e la convocazione da parte del Mise, unico garante dell’intesa riconosciuta da Fim Fiom e Uilm. Piuttosto
l’incontro è servito a riprendere un dialogo interrotto lo scorso 25 maggio, con l’azienda che ha preso l’impegno a voler instaurare un confronto costante e diretto con i sindacati coinvolgendoli anche quando la trattativa non li vedrà al tavolo e un aggiornamento sugli assetti produttivi. Dove si registrano timidi segnali di ripresa.
“Si è svolto oggi pomeriggio l’incontro tra ArcelorMittal e le organizzazioni sindacali, su richiesta dell’azienda. C’é un tavolo aperto al Ministero dello Sviluppo economico ormai da due anni ma le relazioni sindacali non ci sono, perché non ci sono gli incontri ai Ministeri”, ha ricordato la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David, al termine dell’incontro sull’ex Ilva. “Vista la situazione delicata di questa fase, l’azienda ci ha chiesto di ristabilire delle relazioni sindacali, anche
se non sappiamo nulla del futuro e soprattutto se ArcelorMittal ci sarà ancora in Italia dopo novembre. Negli stabilimenti c’é sicuramente caos, tanta gente è in cassa integrazione e c’é conflittualità“, aggiunge Re David. “Il punto che abbiamo posto – spiega la leader della Fiom – è che l’azienda deve avere deve avere rapporti proficui con i territori, con le strutture sindacali e con i delegati. Rapporti che sono stati carenti in tutti questi mesi, tanto che ci sono degli scioperi indetti nei prossimi giorni”.
“E’ stato un incontro utile – speriamo non episodico – soprattutto per far ripartire le relazioni industriali che nell’ultimo periodo hanno fatto fatica” afferma invece il segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia – a valle dell’incontro con ArcelorMittal. “Durante la riunione abbiamo segnalato ai vertici aziendali il deterioramento di alcuni aspetti gestionali e di manutenzione degli impianti che ormai si trascinano da troppo tempo e non sono più accettabili. Per noi – sottolinea il leader Fim – resta prioritario che si rispetti e valorizzi il ruolo e il coinvolgimento del sindacato e delle sue rappresentanze – ci sono aspetti sull’organizzazione del lavoro che necessitano di una gestione più oculata degli orari; soprattutto perché ancora troppi sono i lavoratori in cassa integrazione. Tutti aspetti, quest’ultimi – precisa – su cui ci aspettiamo che l’azienda garantisca relazioni sindacali più coinvolgenti a livello di sito”.
“Durante l’incontro abbiamo affrontato anche gli aspetti legati l’andamento produttivo. L’azienda ci ha riferito di segnali di miglioramento, sia sul numero di ore di utilizzo degli impianti, che delle tonnellate prodotte. Restano però irrisolti i problemi legati alla prospettiva e strategia di questa vertenza e di cosa succederà non solo al sito di Taranto ma di tutto il Gruppo nel futuro, Per queste ragioni riteniamo sia necessario a stretto giro approfondire lo stato della trattativa col Governo sull’ingresso di Invitalia, senza aspettare le elezioni o altre cose estranee alla vertenza che in queste settimane stanno frenano la chiarezza sul futuro dell’ex Ilva. Abbiamo la necessità di capire come il governo e AM stanno pensando di trovare un accordo per risolvere sull’ingresso di Invitalia, ma soprattutto per noi è necessario rendere chiaro un piano industriale che deve essere condiviso col sindacato. Per questo ribadiamo – conclude – la richiesta di un tavolo politico al più presto con Governo e azienda per fare chiarezza su tutti questi aspetti” conclude Benaglia.
“Incontro inconcludente più che deludente” commenta invece Rocco Palombella, segretario generale Uilm. “D’altronde che ci dovevano dire? Anche la trattativa col Governo è ferma e l’ultimo incontro c’è stato il 27 luglio. Loro hanno detto che ci vogliono coinvolgere e informare, rispetto al passato quando non lo hanno fatto”, afferma Palombella. “Nell’incontro con l’azienda abbiamo evidenziato tutte le difficoltà presenti negli stabilimenti, a partire da quello di Taranto, in particolare l’unilateralità dell’organizzazione del lavoro, l’utilizzo di straordinari in presenza di migliaia di lavoratori in cassa integrazione, i ritardi sulla manutenzione e sull’ambientalizzazione. ArcelorMittal ha rappresentato situazioni di cui già siamo a conoscenza e che gli effetti della pandemia hanno peggiorato una condizione già critica all’interno dei vari stabilimenti. A questo punto non è più rinviabile un incontro con il Governo, senza attendere la data delle elezioni regionali. Basta dichiarazioni contraddittorie che impattano sul destino di migliaia di lavoratori e di intere comunità. L’Esecutivo ci deve spiegare quali sono le intenzioni e le azioni che vuole mettere in campo per il futuro della più grande acciaieria europea, dal punto di vista ambientale, occupazionale e sociale” ha concluso Rocco Palombella.