martedì 8 settembre 2020

Taglio degli asili - la propaganda nazionale e la realtà: a Taranto chiusi 2 asili e si va verso il terzo

Quando fu nominata ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, Elena Bonetti, nella sua prima intervista sul giornale “Avvenire” dichiarava: “Se la scorsa legislatura è stata quella del Jobs act, questa dovrà essere quella del Family act: asili nido, assegno per i figli, più diritti per i genitori.... questo governo nasce ponendo al centro l’investimento sull’educazione e sulle famiglie...". E Conte nel suo discorso in parlamento aveva annunciano con grande amplificazione un piano per più asili nido e per la maggiorparte gratis...
Certo, ci sarebbe bisogno che gli asili pubblici fossero tanti di più, che tutti i bambini possano trovarvi
posto e le famiglie non essere costrette a rivolgersi ai privati; certo sarebbe necessario e giusto che gli asili fossero gratis o con rette dimezzate, perchè non siano più un pesante costo per le famiglie tanto da dovervi rinunciare, e chiaramente ci rinunciano soprattutto le persone più povere, con lavoro precario, i disoccupati.

Ma la realtà è tutt'altra! E purtroppo Taranto è un esempio emblematico: invece di aprire asili si chiudono quelli esistenti!

A settembre non sono stati riaperti due asili: "le Mimose" e "Arcobaleno", e si parla anche di un terzo "Collodi". Si dice che la chiusura è momentanea, ma lo scopo è di consegnare questi asili alla gestione di privati. 
Quindi, altro che "più asili nido e per la maggior parte gratis".
Qui, ma anche in altre città, gli asili si chiudono e le rette se consegnati ai privati saliranno alle stelle, con gravissimo danno per le famiglie ma anche per chi ci lavora dentro.  


Questa privatizzazione introdurrebbe nella gestione degli asili la logica del profitto dei privati, con il rischio di un abbassamento dei costi necessari per il personale (vedi le nuove gare d'appalto per i servizi di ausiliariato e pulizie dove le ditte hanno presentato offerte al ribasso del 99-95%!!), e per l'attività e di contro l'innalzamento delle rette per i bambini, aggravando una situazione già pesante per le famiglie. 
Nello stesso tempo questa situazione rischia di peggiorare la condizione già precaria e misera delle lavoratrici delle pulizie e ausiliariato. 

Questa chiusura è inoltre inaccettabile in periodo di misure anti covid. Invece di trovare nuovi locali per permettere ai bambini e alle lavoratrici di avere più spazio, si riducono quelli esistenti e bambini e lavoratrici di fatto (alla faccia del "distanziamento fisico") verranno concentrate negli asili rimasti, o si chiederà a famiglie e lavoratrici di sobbarcarsi turni.

Questa realtà, mostra quello che denunciammo subito agli annunci della Bonetti e del governo: "dietro questi annunci compare il vero scopo di questa campagna propagandista: fate più figli! La stampa scrive: “Serve per dare un segnale anche in direzione del calo demografico: non avere asili è una delle ragioni principali delle culle vuote”. “Assegno unico, un intervento a sostegno della natalità da anni in calo nel nostro paese”.

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