mercoledì 9 settembre 2020

Enel chiude centrali a carbone - ma cosa c'è dietro?

Da Corriere di Taranto

Carlo Tamburi, amministratore delegato e presidente di Enel Italia, nel corso di un’audizione sull’individuazione delle priorita’ nell’utilizzo del Recovery Fund presso la Commissione Bilancio della Camera, ha reso noto le azioni dell’azienda per raggiungere il nuovo obiettivo europeo del Green New Deal di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030, che comporterà per l’Italia il dotarsi di 30.000 MW in piu’ di rinnovabili in esercizio.
Sia la capacita’ di eolico che di fotovoltaico devono “raddoppiare” per Tamburi. Il Paese, ha spiegato quindi il manager, deve imprimere un'”accelerazione sulle rinnovabili” e “favorire quanto piu’ possibile il riutilizzo edgli impianti esistenti in un’ottica di economia circolare“. In particolare per l’eolico in 10 anni la produzione di energia da pale eoliche sarà aumentata di 10.000 megawat.

Inoltre, Enel prevede di chiudere tutte le centrali a carbone entro il 2025: “Enel punta a chiudere i suoi quattro impianti a carbone sul territorio italiano entro il 2025. Per garantire la sostenibilità del sistema elettrico il carbone sarà sostituito con un mix di energie rinnovabili e gas” ha dichiarato Tamburi...

“Quindi – ha detto Tamburi – se arriveranno le autorizzazioni l’obiettivo potrebbe essere non solo rispettato ma forse anche anticipato“.
Infine, il progetto definito “molto importante” sarà quello di fornire energia da idrogeno “all’acciaieria di Taranto realizzando la decarbonizzazione dell’ex Ilva nel quadro della complessa riconversione voluta dal Governo” ha concluso Tamburi senza però fornire altri dettagli.

MA PROPRIE IERI E' USCITO SUL BLOG PROLETARI COMUNISTI UN ARTICOLO DA RAVENNA SU QUESTA NUOVA POLITICA DELL'ENI - LEGGIAMOLO

ENI e Governo vogliono fare di Ravenna il più grande centro al mondo di cattura e stoccaggio di Co2 che mette a rischio ambiente e persone che ci vivono. Recovery fund tutto a vantaggio dei padroni sostenuti dal PD

Lo sfruttamento dell'energia è centrale nel modello di produzione capitalistico.
Le energie rinnovabili sono una grande opportunità per i profitti dei padroni.... 
...ed elevato rischio per l'ambiente e le persone. La rivista Le Scienze del 26 agosto 2020 aveva pubblicato un articolo dal titolo: La strana correlazione tra CO2 e terremoti nell'Appennino centrale. I sismi che hanno colpito l'Appennino centrale negli ultimi 10 anni sono stati accompagnati dalla risalita di anidride carbonica dalle profondità della crosta: lo ha scoperto un nuovo studio dell'INGV, individuando un potenziale fattore di innesco dei terremoti” in cui si spiega che “È la conclusione di uno studio pubblicato su “Science Advances” da Giovanni Chiodini, Francesca Di Luccio, Guido Ventura dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Carlo Cardellini, dell’Università degli Studi di Perugia. Il risultato, ottenuto analizzando una serie temporale di dati di ben dieci anni, getta una luce non solo sui possibili eventi di innesco dei terremoti, ma anche sul ciclo globale del carbonio”.
Lapo Pistelli, il  direttore Public affairs di Eni, durante la sua audizione odierna sul Recovery fund in commissione Bilancio alla Camera ha parlato del progetto a Ravenna per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio di Co2, che rappresentano elementi essenziali per la decarbonizzazione globale e non solo italiana, per contribuire alla produzione di energia elettrica decarbonizzata e idrogeno blu, che andrebbero a loro volta ad alimentare settori il cui profilo carbonico e’ molto difficile da abbattere 
Ma può l'ENI fare piani per l'energia rinnovabile? 
L' Eni è l’azienda italiana con le più alte emissioni di gas serra ed è tra i maggiori responsabili a livello globale dell’emergenza climatica che viviamo.


Un articolo di un quotidiano locale di qualche mese fa, ravennatoday.it, che conferma che il progetto da presentare per i finanziamenti del Recovery fund era da tempo presente tra gli obiettivi del governo
L'annuncio arriva dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa al termine degli Stati generali: "A Ravenna avremo l'energia blu e l'idrogeno integrati"
Chiara Tadini 22 giugno 2020 
"A Ravenna nascerà il più grande centro al mondo di cattura e stoccaggio di Co2". L'annuncio arriva dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa al termine degli Stati generali, che serviranno a definire le politiche italiane per il rilancio post-lockdown. "Sul pilastro della transizione energetica - ha spiegato il premier - è stato molto apprezzato il nuovo progetto "Impresa 4.0 Plus" (progetto di Eni che ha tra gli obiettivi la decarbonizzazione e il maggior sviluppo di parchi fotovoltaici ed eolici, ndr) per rendere strutturali tutti gli incentivi e le agevolazioni alle imprese digitali e green. A Ravenna avremo l'energia blu e l'idrogeno integrati".
Il progetto
Finito in pausa Covid, il piano Eni per l'Italia è infatti pronto a ripartire, e l'estate ormai alle porte si annuncia piuttosto movimentata. A cominciare dal progetto che punta a fare di Ravenna, ormai frenata dal decreto "blocca-trivelle", un polo per lo stoccaggio di Co2. L'ad di Eni Claudio Descalzi lo aveva scritto ai dipendenti agli inizi di maggio, pochi giorni prima di essere riconfermato per il terzo mandato alla guida del gruppo: "La crisi ci porta anche a guardare allo sviluppo di nuove filiere domestiche, a partire dalla valorizzazione dei nostri asset esistenti in Italia. Il rilancio di alcuni filoni domestici avrebbe un chiaro impatto positivo sull'occupazione". Le parole di Descalzi richiamano il progetto più rapido tra quelli previsti nel piano al 2050. Nell'hub di Ravenna sarà possibile convogliare nei campi a gas ormai esauriti dell'offshore adriatico la Co2 catturata dai siti industriali e di generazione elettrica da gas.
"La Carbon capture and storage (la tecnica di confinare l’anidride carbonica sottoterra, ndr) in Italia ha un’opportunità unica nell’area di Ravenna, grazie alla combinazione tra giacimenti offshore esauriti con infrastrutture ancora operative, insieme a centrali elettriche sulla terraferma unitamente ad altri impianti industriali nelle vicinanze. Opportunità unica perché le possibilità di stoccaggio sono enormi, tra 300 e 500 milioni di tonnellate", spiega Descalzi in un video di presentazione del piano strategico di lungo termine al 2050 che punta a una massiccia decarbonizzazione della produzione. Capacità di stoccaggio dell’anidride carbonica nei giacimenti di metano esauriti al largo di Ravenna “enormi”, quindi, e “questo livello - spiega Descalzi - accoppiato al riutilizzo di strutture esistenti e alla vicinanza impianti che emettono, ci permette di mantenere i costi molto competitivi”.
Soddisfazione dal Pd. Tra i primi a commentare la notizia il parlamentare romagnolo di Italia Viva, Marco Di Maio. «Un investimento sul futuro del Paese – ha scritto sui social – e una straordinaria opportunità per la nostra terra. Ora subito al lavoro per dare concretezza a questo piano».

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