martedì 28 gennaio 2014

per Riva e la cassazione .. ora stornare fondi nei paradisi fiscali si chiama risparmio - insomma Riva va premiato nella 'giornata nazionale del risparmio

Riva: risparmio non fu guadagno E-mail
News del Giorno
foto_3.jpg La sesta sezione penale della Cassazione ha reso note le motivazioni con cui il 20 dicembre del 2013 ha ribaltato il provvedimento dei giudici del Riesame di Taranto ed annullato il sequestro di beni e conti di Riva Fire ed altre società del gruppo che gestisce l’Ilva di Taranto per più di otto miliardi di euro, stabilito il 22 maggio del 2013 dal gip Patrizia Todisco. Per i giudici della Suprema Corte quel sequestro per equivalente, ai fini della confisca in caso di condanne definitive, non si poteva fare. L’errore di fondo del provvedimento, secondo la Cassazione, è quello di considerare profitto dei reati ambientali contestati agli indagati (fra questi ci sono anche Riva Fire e Riva Forni elettrici), il risparmio ottenuto evitando di aggiornare gli impianti dal 1995 ad oggi. Nel caso del gruppo Riva, il gip ha ritenuto profitto dei reati ambientali il mancato investimento sull’aggiornamento degli impianti, prolungato negli anni, in danno di ambiente e salute di cittadini ed operai. Per la Cassazione il denaro risparmiato da Ilva e di conseguenza dalla holding che la controlla (Riva Fire) non solo non è un profitto ma andava calcolato in maniera più precisa, tenendo presente la data di commissione dei reati ed escludendo quelli associativi precedenti al 2009 e quelli ambientali precedenti al 2011. Solo nel 2011, infatti, col decreto 121, la responsabilità amministrativa delle società è stata prevista anche per i reati ambientali. Per spiegarlo, i giudici della Cassazione citano ad esempio i reati fiscali.

Nessun commento:

Posta un commento