Orrore a Genova, massacrati di botte due senzatetto “tarantini”
Sono finiti in ospedale con traumi e fratture su tutto il corpo
La tenda dei due senzatetto tarantini
Il Secolo XIX
Quando era a Taranto Jan cercava lavoro e chiedeva l’elemosina all’angolo di piazza Immacolata affiancato dalla sua amatissima Luna, una barboncina bianca che la notte del raid è fuggita. Jan e Alice e due loro parenti stavano passando la notte all’addiaccio, sotto i portici di piazza Piccapietra, quando sono stati aggrediti da quattro persone armate con tubi Innocenti.
I malcapitati sono finiti all’ospedale “Galliera” con traumi e fratture in tutto il corpo. La polizia dopo aver acquisito i video dei sistemi di sorveglianza dei negozi della zona sta stringendo il cerchio attorno agli aggressori. Avevano il volto coperto da occhiali da sole e cappucci. E due di loro indossavano pantaloni mimetici.
Sarebbero stati proprio gli ultimi due a controllare se i senzatetto dormissero, per poi passare all’azione. Li hanno colpiti con ferocia.
L’uomo che era nella tenda, Jan Bobak, ha riportato un trauma cranico ed è ricoverato all’ospedale Galliera: è il più grave tra i feriti. La moglie Alice Velochova, 45 anni, ha una frattura alla mano. Gli altri senzatetto aggrediti sono, marito e moglie, entrambi di 49 anni.
L’uomo ha riportato varie lesioni ma non è in gravi condizioni mentre la donna ha una frattura scomposta ad un braccio. Dopo il blitz gli aggressori sono fuggiti dirigendosi in quattro direzioni diverse. A dare l’allarme è stato un residente della zona che ha sentito le urla delle vittime.
L’appello degli aggrediti: “Aiutateci a ritrovare Luna”. Le quattro persone che dormivano nella tenda in piazza Piccapietra avevano due cani. Uno, Falco, è rimasto vicino ai padroni durante il pestaggio. L’altra, Luna, è scomparsa. “Non esistono le razze. Il cervello degli uomini è lo stesso. Esistono i razzisti e bisogna vincerli con le armi della sapienza” diceva Rita Levi-Montalcini.
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