venerdì 10 gennaio 2014

taranto... le navi con gas chimici siriani..in effetti ci mancavano - taranto non è nè deve essere città di guerra!

Taranto o Brindisi
forse destinazione
dei gas della Siria

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BARI - Manca poco, un pugno di giorni. Poi il ministro degli Esteri, Emma Bonino, svelerà qual è il porto italiano deputato a ospitare le armi chimiche siriane. Lo afferma alla «Gazzetta» il senatore pugliese Nicola Latorre (Pd), presidente della Commissione Difesa, secondo cui: «Siamo tutti interessati a sapere qual è il porto e, mercoledì o giovedì, in Commissione congiunta Esteri e Difesa, audiremo il ministro Bonino che, penso, comunicherà qual è il porto». Altro il senatore non dice. Il riserbo è massimo. Fin troppo e da troppo tempo, aggiunge più di qualcuno. Perché è passato quasi un mese da quando la Bonino annunciò che un porto in territorio italiano avrebbe partecipato alle operazioni di neutralizzazione dell’arsenale di Bashar al-Assad, il presidente della Siria. Ma, da allora, ancora non si è fatta chiarezza sul luogo esatto. Tanto che ieri il senatore trentino della Lega Nord, Sergio Divina, in un’interrogazione ai ministri degli Esteri e della Difesa ha chiesto di conoscere «in quale località approderà la nave» che trasporta «armi o prodotti chimici di pericolosità letale». Divina nell’interrogazione domanda anche di conoscere il quantitativo di prodotti chimici contenuti nelle armi in questione, dove è previsto lo smaltimento, quali rischi comporti per ambienti e persone e quali siano i costi di trasporto e smaltimento e chi se li accollerà.

Intanto, nei «palazzi» romani si sussurra che in ballo ci sarebbero soltanto porti del Mezzogiorno. Forse Taranto o Brindisi, in Puglia. Oppure Augusta, in Sicilia. O Gioia Tauro, in Calabria. Ciò che è certo è che già tra pochi giorni un porto italiano potrebbe trovarsi a ospitare tonnellate di armi chimiche. L’Onu (che coordina le sue attività con l’Opac-Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, che è l’ente che sovrintende a questa missione internazionale) afferma che la prima nave è partita da Latakia (in Siria), lo scorso 7 gennaio. Si tratta di un’imbarcazione danese che - scortata da navi provenienti da Cina, Danimarca, Norvegia e Russia - sarebbe ora ferma in acque internazionali per terminare le operazioni di carico.

ingrosso@gazzettamezzogiorno.it

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