di Mimmo Mazza
TARANTO - L’Arpa dice stop alla procedura di rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale alla società Ecodì srl che intende realizzare un inceneritore di rifiuti pericolosi e non pericolosi, in contrada Santa Chiara, a ridosso degli stabilimenti di Ilva, Cementir ed Eni.
La società possiede già dal 1998 un impianto destinato allo stoccaggio ed incenerimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi ma ora vuole realizzare un nuovo inceneritore per affiancare quello già esistente in maniera tale da elevare a circa 8.500 tonnellate annue il quantitativo di rifiuti smaltiti. L’impianto in questione, in particolare, permette la termodistruzione e lo stoccaggio dei rifiuti provenienti da strutture sanitarie (ospedali e cliniche), da laboratori, ambulatori e studi medici e dentistici, da attività agricole e dalla raccolta differenziata e non dei rifiuti urbani.
L’Arpa, con una nota inviata al commissario prefettizio della Provincia, al sindaco Ezio Stefàno e alla Regione Puglia, solleva però dei dubbi sul progetto, chiedendo esplicitamente la sospensione dell’iter autorizzativo.
Nelle quattro pagine firmate dal direttore scientifico dell’Arpa Massimo Blonda sono numerosi i rilievi compiuti sulla domanda presentata dalla società Ecodì che pure, va rilevato, il 13 gennaio del 2012 aveva incassato il parere favorevole della Regione nella procedura di valutazione di impatto ambientale, tramite determina firmata dal dirigente servizio ecologia Antonio Antonicelli, che ne dichiarò la conformità con il Piano di gestione dei rifiuti della Puglia, e dalla funzionaria del comitato regionale Via Carmen Mafrica, e con il silenzio-assenso di Comune e Provincia.
Secondo l’Arpa, invece, non è stata svolta alcuna valutazione degli impianti della Ecodì riguardo la trattazione delle diossine.
TARANTO - L’Arpa dice stop alla procedura di rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale alla società Ecodì srl che intende realizzare un inceneritore di rifiuti pericolosi e non pericolosi, in contrada Santa Chiara, a ridosso degli stabilimenti di Ilva, Cementir ed Eni.
La società possiede già dal 1998 un impianto destinato allo stoccaggio ed incenerimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi ma ora vuole realizzare un nuovo inceneritore per affiancare quello già esistente in maniera tale da elevare a circa 8.500 tonnellate annue il quantitativo di rifiuti smaltiti. L’impianto in questione, in particolare, permette la termodistruzione e lo stoccaggio dei rifiuti provenienti da strutture sanitarie (ospedali e cliniche), da laboratori, ambulatori e studi medici e dentistici, da attività agricole e dalla raccolta differenziata e non dei rifiuti urbani.
L’Arpa, con una nota inviata al commissario prefettizio della Provincia, al sindaco Ezio Stefàno e alla Regione Puglia, solleva però dei dubbi sul progetto, chiedendo esplicitamente la sospensione dell’iter autorizzativo.
Nelle quattro pagine firmate dal direttore scientifico dell’Arpa Massimo Blonda sono numerosi i rilievi compiuti sulla domanda presentata dalla società Ecodì che pure, va rilevato, il 13 gennaio del 2012 aveva incassato il parere favorevole della Regione nella procedura di valutazione di impatto ambientale, tramite determina firmata dal dirigente servizio ecologia Antonio Antonicelli, che ne dichiarò la conformità con il Piano di gestione dei rifiuti della Puglia, e dalla funzionaria del comitato regionale Via Carmen Mafrica, e con il silenzio-assenso di Comune e Provincia.
Secondo l’Arpa, invece, non è stata svolta alcuna valutazione degli impianti della Ecodì riguardo la trattazione delle diossine.
Nessun commento:
Posta un commento