sabato 25 gennaio 2014

FATTI E NON PAROLE SULLA CONDIZIONE DELLE DONNE A TARANTO

Passato il 25 novembre (giornata mondiale contro la violenza sulle donne), non può e non deve tornare tutto come prima!
La lotta contro femminicidi e stupri deve essere unita alla lotta contro le discriminazioni, oppressioni, condizioni pesanti di vita, che sono spesso alla base delle violenze sessuali

E NOI A TARANTO SU QUESTO FAREMO BATTAGLIA!

Nello sciopero delle donne abbiamo costruito una piattaforma.
A Taranto alcuni problemi: lavoro, reddito, casa rappresentano un macigno sulla condizione di noi donne e su questi ora vogliamo conquistare dei risultati concreti.
Non può assolutamente bastare che il Comune a Taranto, o esponenti istituzionali e politici abbiano parlato 
il 25 novembre di adottare azioni contro la violenza sulle donne, se poi queste azioni non puntano a cominciare
a cambiare la nostra condizione di vita.

Nella nostra città, del 50% di disoccupati la maggioranza siamo donne.
Senza lavoro e senza reddito, siamo di fatto dipendenti dagli uomini, e non solo economicamente; e quindi 
non possiamo fare alcuna scelta, non possiamo rompere rapporti violenti, non possiamo liberarci di situazioni 
familiari oppressive.
Quelle di noi che hanno la “fortuna” di lavorare vengono umiliate e offese con lavori a pochissime ore (meno 
di 2 ore al giorno) e a pochissimo salario (la miseria di 250 euro al mese!) che ugualmente non ci permettono
indipendenza/scelte di vita; e questo avviene soprattutto negli appalti pubblici, dove i fatti smentiscono le 
parole di “essere dalla parte delle donne”. 
Nello stesso tempo lo stato dei servizi sociali, in particolare servizi sanitari, di assistenza anziani peggiora 
sempre di più e per lo stato di attacco alla salute nella nostra città diventa disastroso; questo per noi donne 
vuol dire caricarci sulle spalle doppio e triplo lavoro in casa, che non fa che aumentare la nostra condizione 
di oppressione.
Altro grosso problema è quello delle case: senza possibilità di casa, noi donne siamo costrette a rimanere in 
case che possono trasformarsi in prigioni, o peggio in tombe per noi.
QUESTA CONDIZIONE DEVE CAMBIARE!!

A partire da:
- sull'immediato, corsi di formazione per le donne su raccolta differenziata/bonifiche, retribuiti e finalizzati al lavoro – questo è anche una forma di “salario sociale” per le donne;
- aumento delle ore di lavoro, non inferiori a 24 ore settimanali, e quindi del salario in tutti gli appalti pubblici, in cui la stragrande maggioranza sono donne;
- servizi sanitari e di assistenza gratuiti
- priorità nel diritto alla casa per le donne violentate, maltrattate, o capifamiglia.

SU TUTTI E OGNUNO DI QUESTI OBIETTIVI APRIREMO LOTTE E VERTENZE.

E CHIAMIAMO TUTTE E TUTTI A DIMOSTRARE NEI FATTI DI VOLER CONTRASTARE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.

PER AVVIARE UNA CAMPAGNA SU QUESTI OBIETTIVI, VEDIAMOCI GIOVEDI' 30 GENNAIO ALLE ORE 18,30 presso Slai cobas via Rintone, 22

Disoccupate e lavoratrici precarie del
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Taranto
mfpr.naz@gmail.com

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