manifestazione Direzione Ilva del 22.3.2013 |
A due giorni dal Convegno della Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e sul territorio, con la presenza dell'Avv, di Torino, dei processi Eternit e Thyssen, Sergio Bonetto, che si tiene sabato 11 gennaio dalle ore 9,30 alle 13 presso biblioteca comunale p.le Bestat, riportiamo stralci della introduzione del precedente convegno del 22 marzo 2013 - che concluse le iniziative di lotta alla Direzione e portinerie Ilva nello stesso giorno.
Il 22 marzo come l'11 gennaio, con la Rete vogliamo sottolineare che il processo che si aprirà quest'anno a Riva/Ilva sarà il processo nazionale probabilmente più importante degli ultimi anni sul tema, attacco alla salute, morti per il profitto padronale.
Un processo che in un certo senso riassume e compendia tutti i processi in questa materia che si sono svolti e si svolgono in tutti i tribunali italiani: il processo a Padron Riva e al suo sistema che ha prodotto morti sul lavoro e da lavoro e inquinamento in fabbrica, nei quartieri popolari, in una intera città.
La Rete nazionale si impegnerà ad essere il terminale unitario agente e organizzato locale e nazionale di questo processo ai padroni assassini, alla nocività del capitale, ma anche allo Stato e ai governi dei padroni, al sistema di leggi e di (NON) controlli in materia di sicurezza e salute dei lavoratori e cittadini che hanno prodotto questa realtà.
Un processo giudiziario, ma anche, quindi, politico e sistemico, il cui sviluppo non va lasciato nelle aule dei tribunali e agli addetti ai lavori. bisognerà farne innanzitutto un processo popolare, attraverso la costituzione di parte civile in forma associata gratuita e di massa di operai, lavoratori, cittadini dei quartieri colpiti, che possa permettere alle masse di pesare, esprimere la loro voce e ottenere un risarcimento di ogni genere e e tipo.
Un processo che in un certo senso riassume e compendia tutti i processi in questa materia che si sono svolti e si svolgono in tutti i tribunali italiani: il processo a Padron Riva e al suo sistema che ha prodotto morti sul lavoro e da lavoro e inquinamento in fabbrica, nei quartieri popolari, in una intera città.
La Rete nazionale si impegnerà ad essere il terminale unitario agente e organizzato locale e nazionale di questo processo ai padroni assassini, alla nocività del capitale, ma anche allo Stato e ai governi dei padroni, al sistema di leggi e di (NON) controlli in materia di sicurezza e salute dei lavoratori e cittadini che hanno prodotto questa realtà.
Un processo giudiziario, ma anche, quindi, politico e sistemico, il cui sviluppo non va lasciato nelle aule dei tribunali e agli addetti ai lavori. bisognerà farne innanzitutto un processo popolare, attraverso la costituzione di parte civile in forma associata gratuita e di massa di operai, lavoratori, cittadini dei quartieri colpiti, che possa permettere alle masse di pesare, esprimere la loro voce e ottenere un risarcimento di ogni genere e e tipo.
manifestazione port.A del 22.3.13 |
Avv. Bonetto con Giud. Guariniello |
DALL'INTRODUZIONE DEL CONVEGNO DELLA RETE NAZIONALE DEL 22 MARZO 2013
“...
a Taranto si combatte una battaglia decisiva per l’intero movimento
dei lavoratori, per tutta l’opposizione, per tutti i cittadini le
masse popolari che vogliono tutelare la loro salute e territorio...
...La
Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e
territori ha combattuto in questi anni per fare della sicurezza sul
lavoro un tema centrale nella lotta sociale e politica in questo
paese, certo avendo come obiettivo l’adozione di leggi, di misure,
la conduzione di processi, articolando diverse proposte in questo
senso, ma sempre tenendo la visione generale della necessità di
trasformare l’intero sistema, perché abbiamo ben chiaro che non è
possibile fermare in questa società la catena di morti sul lavoro e
da inquinamento senza rovesciare i padroni di questa società, i
padroni delle fabbriche, della
finanza,
i partiti politici e i sindacati legati ai partiti politici e ai
governi dei padroni, che fanno sì che nelle fabbriche si sa quando
si entra ma non se e come se ne esce e fanno sì che, all’esterno,
quelle stesse fabbriche diventino, invece che fonti di benessere,
fonti di morte.
La
Rete è nata per questo e continuerà questo suo lavoro, siamo una
Rete oggettivamente anti-istituzionale, perché non ci sentiamo
rappresentati da nessuno, né dai partiti, né dai sindacati
confederali, né dal governo; ma questo non ci ha impedito di mettere
insieme di volta in volta le forze per pesare nel confronto con
istituzioni e governo... parlamentari hanno spesso partecipato alle
iniziative
della
Rete promettendo il loro impegno. Tra queste, quella per una corsia
preferenziale che acceleri i processi per responsabilità sulle morti
sul lavoro o quella perché sia accettata senza altre condizioni la
costituzione di parte civile negli stessi processi delle associazioni
di familiari e sindacali anche dei lavoratori superstiti, restano
battaglie ancora tutte da fare e vincere...
...La
Rete afferma con forza che la trincea principale della lotta per la
difesa della vita degli operai è la fabbrica e che gli operai hanno
bisogno di avere più forza e più potere in fabbrica per contrastare
le morti sul lavoro. Per questo la Rete ha proposto l’estensione
per legge delle prerogative degli RLS, che devono essere tutelati
durante e dopo il loro mandato per evitare la situazione di oggi in
cui là dove gli RLS non sono corrotti o acquiescenti, gli si
impedisce di svolgere la loro funzione, e alla fine vengono
perseguitati e perfino licenziati se operano seriamente.
Per
noi gli RLS devono avere potere ampio in fabbrica per muoversi,
controllare, bloccare impianti, senza rischiare di essere puniti per
questo. Abbiamo chiesto che gli RLS non siano nominati da un
sindacato, perché la sicurezza non può dipendere dal sindacato da
cui si appartiene, la carica degli RLS non può essere la riserva per
i delegati RSU trombati alle elezioni, ma che siano eletti su scheda
bianca da tutti gli operai della fabbrica, indipendentemente dalla
loro tessera sindacale, per dagli un’investitura generale che
sussidi il potere che necessariamente deve avere per incidere
realmente...
Senza
il potere degli operai in fabbrica, attraverso le loro organizzazioni
sindacali, i loro RLS nessuna lotta per la sicurezza è realmente
vincente e non c’è magistrato o legge che garantisca la vita dei
lavoratori. Senza potere dei lavoratori in fabbrica non è possibile
bloccare alla fonte le ricadute delle lavorazioni sul territorio che
in alcuni luoghi sono diventate realtà tanto drammatiche...
...Tutto
questo la Rete ha sostenuto in questi anni e non lo ha fatto
aspettando i magistrati, aspettando che ci scappasse il morto, si è
battuta perché i vivi facessero questa lotta, perché non fossero
invece, per così dire, i morti a seppellire i vivi, come nel caso in
cui si ipotizza la chiusura della fabbrica dove invece la classe
operaia potrebbe avere la forza materiale per cambiare lo stato delle
cose.
È
giusto che a Taranto tutti operai, cittadini si sollevino, ma questa
non è questione che appartiene alla sola Taranto. l’Ilva è la
grande fabbrica del paese, la seconda in Europa, una delle più gradi
nel mondo. Questa battaglia si vince su scala nazionale e
internazionale.
La
città è perdente se risponde solo e soltanto come città. È
perdente se pensa che le istituzioni, che hanno sostenuto Riva,
possano essere una soluzione. Tutte le istituzioni, nessuna esclusa.
Dunque
la Rete è qui innanzitutto per dare il suo apporto alla battaglia in
corso a Taranto, per portare l’Ilva di Taranto ovunque, in ogni
processo...
...A
Taranto il processo contro Riva riguarda migliaia di lavoratori e
cittadini e allora si può capire che se non si mettono in rete le
esperienze positive che ci sono state ai processi Thyssen ed Eternit
così
come
quelle negative che ci sono state in tanti altri processi finiti nel
nulla, non si riuscirà neanche a Taranto a ottenere un minimo di
giustizia...
È
giusto che cittadini e lavoratori siano molto diffidenti verso
sindacati che non li hanno tutelati. È giusto che nei processi si
associno in associazioni che possano garantire tutti e non lasciare
il singolo lavoratore o cittadino nelle mani dell’avvocaticchio di
turno a caccia pubblicità.
La
Rete è anche uno strumento di questo tipo. Uno strumento di
mobilitazione di proposta di piattaforme, di sensibilizzazione
generale e organizzazione particolare affinchè i lavoratori
ottengano ciò che vogliono ed è necessario che ottengano se si
vuole mettere fine all’orrore senza fine delle morti da lavoro e da
inquinamento.
La
Rete prende nelle sue mani questa battaglia nazionale, nel confronto
con quelle realtà che con la Rete vogliono confrontarsi, per fare
insieme questa battaglia, insieme sotto le bandiere della lotta per
il lavoro, la sicurezza e la salute....”
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