Giovedì decideremo una iniziativa di lotta generale
Torna l’incubo esuberi
All'Ilva rischiano in 1.042
TARANTO - L’Ilva e i sindacati riesaminano i contratti di solidarietà
firmati lo scorso anno per evitare la cassa integrazione. E spuntano già
i primi 1042 esuberi in due punti nevralgici dello stabilimento: l’area
ghisa e le acciaierie. In verità si tratta di numeri ridotti rispetto
allo scorso anno, quando partì la procedura. Il dato è stato
sottolineato durante l’incontro fra la dirigenza aziendale e i delegati
di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm. Il contratto di solidarietà, giunto alla
verifica annuale, mitiga - riducendo le ore di lavoro e il salario - le
conseguenze della crisi di mercato e del programmato stop agli impianti
interessati ai lavori di ristrutturazione previsti dall’Aia,
l’Autorizzazione integrata ambientale. In realtà i dipendenti dello
stabilimento siderurgico finiti in solidarietà, nel corso degli ultimi
dodici mesi si sono ridotti a poche centinaia, numeri nettamente
inferiori rispetto a quelli previsti e tendenti al ribasso.
Il check che azienda e sindacati stanno realizzando continuerà la prossima settimana, con la valutazione degli esuberi negli altri reparti della fabbrica, soprattutto nell’area «a freddo» dove già in passato sono sorte difficoltà occupazionali per mancanza di commesse. Ad appesantire la situazione c’è anche il taglio (dal 20 al 10 per cento) del sostegno al reddito deciso dal governo con la Legge di stabilità.
Il check che azienda e sindacati stanno realizzando continuerà la prossima settimana, con la valutazione degli esuberi negli altri reparti della fabbrica, soprattutto nell’area «a freddo» dove già in passato sono sorte difficoltà occupazionali per mancanza di commesse. Ad appesantire la situazione c’è anche il taglio (dal 20 al 10 per cento) del sostegno al reddito deciso dal governo con la Legge di stabilità.
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