In capannone lager costretti a lavorare
con bimbi in braccio
FOGGIA
– Lavoravano nei campi con i bimbi in braccio. Un campo-lager è stato
scoperto dalla Polizia nelle campagne tra Cerignola e San Ferdinando.
Agenti della Questura di Foggia, insieme a personale del Servizio
Centrale Operativo (SCO), Asl e Direzione provinciale del lavoro, hanno
scoperto 54 cittadini di nazionalità bulgara e rumena lavorare in
condizioni disumane in un impianto per la lavorazione e la
trasformazione dei carciofi.
Nel corso del blitz, eseguito in un’aerea trovata all’interno di un capannone fatiscente in contrada Valle di Riso. Alcune donne operaie lavoravano avendo tra le braccia dei bambini; altri bambini - in tutto ne sono stati trovati dieci, il più grande ha tre anni - erano seduti a terra o sui banconi dove i genitori trattavano gli ortaggi. Le attività lavorative si svolgevano in un ambiente malsano e in condizioni igieniche pessime (in aperto contrasto con ogni regolamento igienico-sanitario). Basti pensare che in un primo momento la polizia aveva deciso di donare ad un'associazione i carciofi già lavorati, poi, dopo i controlli fatti dagli ispettori della Asl, è stato deciso di buttare tutto il prodotto.
Nel corso del blitz, eseguito in un’aerea trovata all’interno di un capannone fatiscente in contrada Valle di Riso. Alcune donne operaie lavoravano avendo tra le braccia dei bambini; altri bambini - in tutto ne sono stati trovati dieci, il più grande ha tre anni - erano seduti a terra o sui banconi dove i genitori trattavano gli ortaggi. Le attività lavorative si svolgevano in un ambiente malsano e in condizioni igieniche pessime (in aperto contrasto con ogni regolamento igienico-sanitario). Basti pensare che in un primo momento la polizia aveva deciso di donare ad un'associazione i carciofi già lavorati, poi, dopo i controlli fatti dagli ispettori della Asl, è stato deciso di buttare tutto il prodotto.
Nessuno dei
lavoratori era in regola con le disposizioni in materia.
Al termine degli accertamenti 5 elementi responsabili del lavoro, sia italiani che bulgari, sono stati tratti in arresto per associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Altri due soggetti, sono stati denunciati a piede liberto, una terza è accusata di favoreggiamento.
La ricostruzione dei fatti ha consentito di accertare che gli operai, che si recavano al lavoro in quel capannone da oltre cinque giorni, erano caricati a bordo di quattro veicoli (di cui un furgone adibito al trasporto animali) e trasportati sul luogo di lavoro ove prestavano attività lavorativa per oltre dodici ore al giorno, con un compenso giornaliero massimo di circa 15 Euro (pari a 1,5 centesimi per ogni carciofo defoliato). Erano pagati a cottimo, dunque, più carciofi riuscivano a "defogliare" più guadagnavano".
Al termine degli accertamenti 5 elementi responsabili del lavoro, sia italiani che bulgari, sono stati tratti in arresto per associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Altri due soggetti, sono stati denunciati a piede liberto, una terza è accusata di favoreggiamento.
La ricostruzione dei fatti ha consentito di accertare che gli operai, che si recavano al lavoro in quel capannone da oltre cinque giorni, erano caricati a bordo di quattro veicoli (di cui un furgone adibito al trasporto animali) e trasportati sul luogo di lavoro ove prestavano attività lavorativa per oltre dodici ore al giorno, con un compenso giornaliero massimo di circa 15 Euro (pari a 1,5 centesimi per ogni carciofo defoliato). Erano pagati a cottimo, dunque, più carciofi riuscivano a "defogliare" più guadagnavano".
Nessun commento:
Posta un commento