Ci risiamo, dopo l'accordo truffa cambio-tuta (ricordate
quando era in corso la trattativa tra le parti ed i delegati
orgoglioni annunciavano di aver rifiutato le due euro e
cinquanta offerte dall'azienda perché loro erano irremovibili
sulle cinque al giorno, facendoci perdere soldi e tempo oltre
ogni dire con sentenza della Cassazione fuori già dal 2010?), dopo
il continuo slittamento dei lavori AIA, ora l'azienda ci riprova con
la vigilanza. Prima, dichiarando un esubero di 57 dipendenti (esubero
è solo una maniera più elegante di dire licenziamenti), e poi,
uscendo allo scoperto dicendo che in realtà questi devono firmare un
accordo atto a far decadere ogni tipo di pretesa relativa al servizio
trasporti interno allo stabilimento, servizio che viene svolto dalla
vigilanza stessa, pena il licenziamento.
In pratica, come trovarsi tra incudine e martello.
Questo è il classico modus operandi di questa azienda
che viene perpetrato all'infinito, difatti oggi tocca alla vigilanza,
domani a chiunque altro, ed è cosi che si ricomincia in una sorta di
circolo vizioso atto smantellare la volontà e le tasche dei
dipendenti.
Slai Cobas per il sindacato di classe è sempre dalla
parte di chi i torti li subisce, ed è questa la sostanziale
differenza dalle sigle sindacali confederali. Oggi come oggi il
sindacato confederale come lo si intende all'interno della fabbrica non ha più
motivo d'esistere, dato che se esso nasce allo scopo di proteggere i
lavoratori dai torti dei padroni ed invece a questa linea non si
attiene, anzi, li danneggia con accordi scellerati, noi non abbiamo
motivo di credere che esso abbia una pur qualche minima utilità.
Stessa cosa di quello che accade nei palazzi del potere,
dove i soldi pubblici servono a garantire innumerevoli poltrone a
parassiti della società.
Concludendo, il nostro obiettivo è l'unità di classe,
perché solo uniti si vince contro chi è al comando dei poteri
forti. Un obiettivo arduo da raggiungere
Arduo, ma non impossibile.
Un operaio slai cobas dell'ILVA
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