... il consorzio Distripark è un interessante spaccato di come le società pubbliche sono utilizzate, più che per la loro reale finalità, come carrozzoni per elargire prebende politiche.
Lo scopo iniziale della “DISTRIPARK Taranto Scarl (Società Consortile a Responsabilità Limitata)”, quando fu varata nel 2002, era nobile: sviluppare la logistica retro portuale. Cofondatori con il comune di Taranto, la Provincia, l’Autorità Portuale e la Camera di Commercio, tutti con il 25 % delle quote.
Dopo 12 anni l’unico obiettivo raggiunto è una mera acquisizione di terreni con espropri (che avrebbe potuto fare un normale ufficio comunale) sfruttando uno specifico finanziamento CIPE di circa 12 mln di €uro. Operazione che ha avuto un costo per la collettività di svariate centinaia di migliaia di euro (nell’ultimo anno circa 170 mila euro).
Con posti nei consigli d’amministrazione, personale assunto, consulenze facili, collegio sindacale, etc. etc. Tra l’altro sarebbe interessante sapere con quali procedure.
Ovviamente con la spesa allegra, propria delle società partecipate. Ad esempio alquanto illuminante è la relazione del collegio sindacale aziendale al bilancio 2011, dove stigmatizza l’assenza di tracciabilità dei flussi finanziari e soprattutto “critici” incarichi di consulenza legale per 116 mila euro, finalizzati all’aggiornamento del progetto preliminare “Distripark” scrivendo testualmente << gli elaborati presentati dai soggetti incaricati sono risultati, tuttavia, per i rispettivi contenuti, oltremodo carenti tanto da richiedere un approfondito esame da parte del Collegio che, con apposita e articolata relazione, ha evidenziato le numerose criticità, lacune e vistose incongruenze…….>>.
Per dirla in parole povere: soldi buttati al vento o nel caso in mare.
Altra interessante riflessione è quella sul numero di queste società. Di fatto per la realizzazione della retroportualità sono a vario titolo interessati il Comune di Taranto, la Provincia di Taranto e l’Autorità Portuale, che hanno però sentito la necessità di costituire e partecipare le società A.S.I. (il comune detiene il 33% delle quote), Distripark (comune al 25%) ed Agromed (comune al 33,3%).
A cosa servino tutte queste società è un mistero della prima repubblica.
Di carrozzone in carrozzone. Il CAMBIAMENTO può attendere.
Taranto 8 marzo.
Dante CAPRIULO - Consigliere Comunale di Taranto
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