I Disoccupati Organizzati slai cobas da tempo nella loro piattaforma hanno richiesto che i disoccupati siano impiegati in lavori socialmente utili, e che quindi il "salario garantito" che noi chiediamo, in attesa di un lavoro vero, sia anche collegato ad un'attività lavorativa (questo, per esempio, è stato proposto anche per l'assistenza agli immigrati, che non può essere affidata solo al buon cuore dei volontari, ma deve essere pianificata e garantita dalle Istituzioni).
Stefano, come si sà, ha sempre rifiutato di prendere in considerazioni le proposte costruttive su lavoro e reddito dei Disoccupati Organizzati; ora ne assume una parte e la sbandiera come autopropaganda.
Ma entriamo nel merito. Va bene collegare reddito a lavori socialmente utili, ma la forma che propone Stefano suona oggettivamente offensiva verso i disoccupati, quasi elemosinante: "io ho bisogno di 50 euro, e ti chiedo di farmi fare un lavoretto corrispondente a tale cifra...".
I Disoccupati Organizzati propongono un'altra strada: il Comune affida alle cooperative una serie di lavori socialmente utili e i disoccupati sono occupati con un contratto di un minimo di ore (almeno 80 mensili) e per un salario certo (non meno di 600/700 euro al mese) - sull'esempio della vecchia normativa LSU.
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