giovedì 30 ottobre 2014

Bonus lavoro ai disoccupati: Stefano copia (male) una proposta dei Disoccupati Organizzati Slai cobas ma la usa come un elemosina...

"Stefano: sosterremo anche chi si rende utile... Il Municipio sottoscriverà delle convenzioni con delle cooperative per far lavorare, magari pulendo dei giardini pubblici, chi chiede soldi... Entro metà novembre istituiremo i vaucher lavoro... (per questo) il Municipio ha inizialmente stanziato  100mila euro. "Se un nostro concittadino - spiega Stefano - ha la necessità di avere a disposizione 50 euro, una volta terminata l'istruttoria preliminare alla richiesta, il Comune rilascia dei buoni relativi all'importo della somma richiesta che, però, verranno rilasciati quando il cittadino avrà effettivamente svolto con delle cooperative o aziende convenzionate dei piccoli lavori utili alla collettività, come, ad esempio, ripulire un giardino pubblico o qualcos'altro simile". 

I Disoccupati Organizzati slai cobas da tempo nella loro piattaforma hanno richiesto che i disoccupati siano impiegati in lavori socialmente utili, e che quindi il "salario garantito" che noi chiediamo, in attesa di un lavoro vero, sia anche collegato ad un'attività lavorativa (questo, per esempio, è stato proposto anche per l'assistenza agli immigrati, che non può essere affidata solo al buon cuore dei volontari, ma deve essere pianificata e garantita dalle Istituzioni). 

Stefano, come si sà, ha sempre rifiutato di prendere in considerazioni le proposte costruttive su lavoro e reddito dei Disoccupati Organizzati; ora ne assume una parte e la sbandiera come autopropaganda.

Ma entriamo nel merito. Va bene collegare reddito a lavori socialmente utili, ma la forma che propone Stefano suona oggettivamente offensiva verso i disoccupati, quasi elemosinante: "io ho bisogno di 50 euro, e ti chiedo di farmi fare un lavoretto corrispondente a tale cifra...". 
I Disoccupati Organizzati propongono un'altra strada: il Comune affida alle cooperative una serie di lavori socialmente utili e i disoccupati sono occupati con un contratto di un minimo di ore (almeno 80 mensili) e per un salario certo (non meno di 600/700 euro al mese) - sull'esempio della vecchia normativa LSU. 

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