venerdì 31 ottobre 2014

Ilva: il trasferimento di 1,2 mld è ancora intricato e lungo

"...non è un percorso immediato il trasferimento (di 1,2 miliardi sequestrati ai Riva e sbloccati dal giudice di Milano), se si considera che non ci sono precedenti in materia e che le leggi sull'Ilva, a partire dal commissariamento per ragioni ambientali, costituiscono un'innovazione assoluta rispetto all'ordinamento. Inoltre, dispone il gip, con il passaggio dei fondi all'Ilva, il sequestro preventivo non viene annullato ma convertito e applicato al credito a titolo di futuro aumento di capitale. Le azioni di nuova emissione saranno intestate al Fondo unico Giustizia". (da Sole24Ore)
Vale a dire: i soldi devono andare all'aumento di capitale dell'azienda (che comunque è sempre proprietà dei Riva) e il sequestro invece che sui fondi sarà sulle azioni che verranno intestate appunto al Fondo unico di Giustizia.
Ancora, quindi, passaggi intricati, di cui si sta occupando lo studio dell'ex ministro Severino, con tempi incerti.

L'interesse di Gnudi è essenzialmente quello di entrare nella disponibilità di questi soldi per rilanciare l'AIA, mettere la fabbrica un pò in ordine per svenderla a nuovi acquirenti, dato che questi hanno già detto che non vogliono accollarsi tutti i costi di ambientalizzazione. 

Ma, come scrive sempre Sole 24 Ore: "L'Aia non è solo un problema di soldi. Ci sono anche procedure lente che allungano i tempi degli interventi. Per la copertura di due parchi (minerale e fossile) l’Ilva è in attesa di ricevere la Valutazione di impatto ambientale; per le due discariche dei rifiuti, manca il decreto del ministro dell’Ambiente che fissa le modalità di realizzazione. E ancora: ci sono voluti mesi, a fine 2013, prima che il Comune di Taranto desse l’ok alla copertura dei parchi minerali minori, altri mesi sono trascorsi prima che il piano ambientale, quello che aggiorna le scadenze dell’Aia del 2012, diventasse operativo con un Dpcm. Nell’area gestione rottami ferrosi, poi, dove l’Ilva granulava la loppa degli altiforni – ora non lo può più fare -, è previsto un sistema definitivo e nel transitorio l’installazione di cappe mobili per l’aspirazione dei fumi. Il piano ambientale le indica come soluzione ponte dicendo che vanno installate entro febbraio 2015, ma sino ad alcune settimane fa l’Arpa Puglia le ha contestate e il Comune non ha rilasciato l’autorizzazione.".

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