(dalla stampa di Genova) - "O in un mese si raggiunge l'accordo con la nuova proprietà e con il
vecchio proprietario, oppure non ci sono più i soldi per gli operai"
Torna a salire la preoccupazione tra i lavoratori genovesi dell'Ilva a soli venti giorni di distanza all'accordo che ha messo in sicurezza gli stipendi dei dipendenti dello stabilimento di Cornigliano. Le voci di una vendita
e insieme la ritrosia delle banche a concedere un nuovo prestito al
gruppo commissariato fanno intravedere scenari allarmanti.
Se da un lato le
banche chiedono garanzie sulla nuova proprietà, il maggior candidato ad
acquisire l'Ilva, il gruppo indiano Ancelor-Mittal, deve da un lato fare
i conti con la necessità di mantenere l'occupazione, "dall'altro -
prosegue il sindacalista - con gli attuali proprietari dell'Ilva, cioè la famiglia Riva, che non si lascerà certo estromettere da un giorno all'altro".
Se
le difficoltà di arrivare in breve tempo alla vendita dovessero acuirsi
lo scenario potrebbe diventare anche peggiore: "Se il commissario Gnudi
non riuscisse a trovare un compratore - spiega Manganaro Fiom - potrebbe
decidere di portare i libri in tribunale". Un'ipotesi per la Fiom non
troppo remota: "O in un mese si raggiunge l'accordo con la nuova
proprietà e con il vecchio proprietario, oppure non ci sono i soldi".
Per
il sindacato la soluzione deve passare proprio dal Governo: l'unica
strada percorribile sarebbe la nazionalizzazione dell'azienda,
bonificando Taranto e facendola ripartire". Intanto la Fiom è già pronta
a una nuova eventuale fase di lotta: "Abbiamo detto ai lavoratori che
in qualsiasi momento siamo e saremo pronti a difendere reddito e posti
di lavoro", annuncia.
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