sabato 4 ottobre 2014

Vergognoso accordo dei sindacati confederali all'Ilva di Genova - anche a Taranto vogliono buttarci fuori dalla fabbrica e ridurci a LSU?

Operai ilva organizzati dai sindacati confederali -  - si fanno
buttare fuori dalla fabbrica e tolgono il lavoro agli altri 

Ilva, sì di massa al lavoro in Comune
Lavori socialmente utili, il sì dei lavoratori Ilva

Solo 28 dipendenti su 765 rifiutano l'ipotesi di un impiego in cimiteri, uffici e manutenzioni stradali

I siderurgici dell'Ilva hanno aderito in massa alla proposta del Comune di  svolgere lavori di pubblica utilità: ieri su 765 dipendenti entrati in cassa integrazione già 700 si sono presentati alla Sala Chiamata del Porto e di questi solo 28, il 4%, hanno detto no.
Tutti gli altri, il 96%, hanno accettato la proposta di andare a lavorare nei cimiteri, alle manutenzioni o negli uffici per conto del Comune, di Aster o Amiu in modo da guadagnarsi l'integrazione al reddito che permetterà loro di raggiungere assieme alla cassa circa il 78% dello stipendio di un sesto livello. Gli altri 65 verranno ascoltati ancora fra oggi e domani, poi entro sabato tutti verranno assegnati ai singoli progetti e verranno informati dove dovranno presentarsi lunedì mattina per iniziare il loro
nuovo lavoro, trenta ore la settimana su cinque giorni, dal lunedì al venerdì.

"Gli uffici comunali stanno facendo i salti mortali per completare tutto il lavoro in così poco tempo  -  spiega Franco Oddone, assessore allo sviluppo economico del comune di Genova  -  abbiamo predisposto progetti modulari, che possono accogliere più o meno persone a seconda delle disponibilità, delle qualifiche e delle attinenze. Il tentativo è quello di soddisfare se possibile anche le preferenze dei singoli, vogliamo che la gente possa venire al lavoro motivata e che si renda conto che questa è un'opportunità per loro ma anche per rendere un servizio importante alla città". Ieri così i lavoratori hanno trovato alla sala Chiamata del Porto ben quindici banchetti con due tecnici comunali ciascuno, sopra un cartello che indicava la lettera del cognome, a tutti è stato chiesto in primo luogo se intendevano aderire e poi un po' di notizie in più su eventuali capacità non inserite nella scheda o preferenze.

Già ieri le adesioni sono state molto alte, mentre nel 2005 al momento della chiusura dell'area a caldo su 550 persone avevano aderito ai lavori socialmente utili non più di 400. Questa volta la crisi morde di più e quasi tutti hanno dato la loro disponibilità, chi non l'ha fatto l'ha giustificato con motivi personali gravi, come ad esempio una mamma anziana a carico dove costa meno restare a casa e non prendere l'integrazione che assumere una badante. Da sabato sera quindi si conosceranno i numeri esatti delle persone impiegate sui singoli progetti, tute e materiale antinfortunistico sarà messo a disposizione dall'Ilva e da lunedì si inizia. "I lavoratori hanno accolto positivamente questa soluzione  -  dice ora Bruno Manganaro, segretario Fiom  -  deve essere chiaro però che sono in aggiunta, non
possono essere messi a coprire lavori svolti da altri, per esempio magari lasciando a casa dei precari. Su questo vigileremo, perché come abbiamo tutelato i siderurgici tuteliamo anche i lavoratori del pubblico impiego".

Nessun commento:

Posta un commento