Il 10 e l'11 si sono tenute altre due udienze del processo Ilva.
In quella del 10 che ha sentito un medico della Asl e un chimico sul problema delle polveri, Pcb, diossina, sostanze tossiche micidiali per gli operai e per la città, in particolare al quartiere Tamburi, al Cimitero, ad un certo punto si è assistito ad un vero e proprio scandalo.
Mentre il medico della Asl, Dr. Ermanno Corbo ha confermato in pieno le denunce particolareggiate fatte dalle testimonianze precedenti (dell'Ispettore del lavoro De Francesco e dal direttore dello Spesal Conversano) sui livelli alti di inquinamento e sulla mancanza di misure di sicurezza da parte dell'Ilva; la testimonianza del consulente chimico, Vito Balice, è stata un schifo, e soprattutto molto sospetta.
Balice, con mezze frasi, con voce tremante, intermittente, ha detto ad un certo punto che da una nuova verifica delle analisi delle polveri, era dubbia la provenienza delle stesse dall'Ilva, in quanto potevano provenire da altre aree industriali e in particolare dalla Cementir; salvo poi, a domanda, non sapere neanche indicare dove sta lo stabilimento Cementir...
Dichiarazioni, "quasi" dettate, preparate...!
Tanto che il PM gli ha chiesto se avesse avuto "contatti" nel periodo di affidamento della consulenza e del suo deposito. Il riferimento era abbastanza esplicito a contatti con Girolamo Archinà, già accusato di aver corrotto un altro consulente dei PM.
(questa domanda ha fatto poi presentare dall'avvocato di Archinà la richiesta di "sospensione" della Corte d'Assise - nell'udienza di ieri respinta).
Continua quindi un processo, questo dell'Ilva, esemplare del sistema, "nocivo" sotto tutti i punti di vista, del capitale e di questo Stato: a reati già commessi e oggetto del processo si aggiungono reati nel corso del processo stesso.
Nell'udienza dell'11 ottobre all'OdG vi sono stati gli infortuni mortali degli operai Claudio Masella e Francesco Zaccaria, avvenuti mentre erano in corso le indagini di "Ambiente svenduto", a poche settimane l'uno dall'altro, Masella morto il 30 ottobre 2012 schiacciato da un locomotore, Zaccaria morto il 28 novembre 2012 caduto in mare da una gru, durante un tornado.
Qui è stato sentito prima un medico che ha escluso tassativamente che vi fosse nel corpo di Claudio presenza di droghe.
Poi alcuni dipendenti Ilva e in particolare capi dell'area dove era morto Claudio.
Già da queste prime testimonianze sta emergendo che Claudio non poteva e non doveva stare lì da solo a fare quel lavoro e che questo, insieme a problemi tecnici non funzionanti, ha ucciso Claudio - prima per quel lavoro vi erano normalmente due lavoratori, poi in base ad un accordo azienda/sindacati, si ridusse a uno. Per questo, noi vogliamo che si apra un processo anche nei confronti dei responsabili dei sindacati confederali.
L'esame dei testi di questi infortuni continuerà nelle prossime udienze, a partire dalla prossima del 18 ottobre.
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