Occorre l'unità tra abitanti, donne dei
Tamburi e lavoratori Ilva per lottare insieme per le bonifiche, prima di tutto in fabbrica, con la copertura
subito dei parchi minerali.
Senza questa unità non può vincere nessuno e perdiamo tutti. Insieme, invece, si può essere una forza reale che scombini i piani di padroni vecchi e nuovi e del governo.
I sindacati confederali vanno al tavolo romano per strappare al massimo qualche esubero in meno, e qulche diritto contrattuale in più, ma sul fronte salute non pongono l'urgenza degli interventi immediati, prima di tutto quello della copertura dei parchi, respingendo i tempi inaccettabili stabiliti dai decreti e dalla stessa Aia,
Lo Slai cobas anche alla fabbrica, anche domani mattina, agli operai dirà questo, che l'unica strada per vincere è quella dell'unità operai-cittadini e che serve una lotta che blocchi la fabbrica, la produzione, insieme alla fermata della città, una lotta che non si fermi fino a risultati concreti.
Senza questa unità non può vincere nessuno e perdiamo tutti. Insieme, invece, si può essere una forza reale che scombini i piani di padroni vecchi e nuovi e del governo.
I sindacati confederali vanno al tavolo romano per strappare al massimo qualche esubero in meno, e qulche diritto contrattuale in più, ma sul fronte salute non pongono l'urgenza degli interventi immediati, prima di tutto quello della copertura dei parchi, respingendo i tempi inaccettabili stabiliti dai decreti e dalla stessa Aia,
Lo Slai cobas anche alla fabbrica, anche domani mattina, agli operai dirà questo, che l'unica strada per vincere è quella dell'unità operai-cittadini e che serve una lotta che blocchi la fabbrica, la produzione, insieme alla fermata della città, una lotta che non si fermi fino a risultati concreti.
Questo hanno detto venerdì 27 ottobre i lavoratori cimiteriali - che come le mamme, i bambini, gli abitanti dei Tamburi respirano ogni giorno le polveri sottili e le micidiali sostanze inquinanti - nell'incontro in prefettura con la commissaria delle bonifiche: basta con esposizione sulla carta di piani e planimetrie, la salute dei lavoratori, della gente non può aspettare e pretende subito le bonifiche e la chiusura della principale fonte inquinante: appunto i parchi dell'Ilva.
Lo Slai cobas propone di organizzare un'assemblea tra abitanti dei Tamburi e operai dell'Ilva, lavoratori cimiteriali.
Lo Slai cobas propone di organizzare un'assemblea tra abitanti dei Tamburi e operai dell'Ilva, lavoratori cimiteriali.
Per questo sarebbe cosa utile che gli stessi abitanti, mamme dei Tamburi vadano ad
incontrare gli operai dell'Ilva, e viceversa, per prendere
direttamente in mano una lotta decisa, autorganizzata, per difendere
salute e lavoro.
Taranto si mobilita, assemblea cittadina al rione Tamburi
Un’iniziativa che parte dal basso, un tam tam che rimbalza sui social network. Taranto si ritrova nella sua parte più esposta, dove la ferita è aperta e sanguina in maniera più vistosa: il rione Tamburi. L’appuntamento è per le 17.00 del 30 ottobre 2017, in piazza Masaccio per un’assemblea cittadina.
L’odore acre delle cokerie, la polvere scura dei parchi minerali, il ronzio degli impianti che non si fermano mai, le scuole chiuse per il wind day, le aiuole contaminate. Tasselli del grande mosaico del problema Ilva. Perchè oggi più che mai, da qualsiasi parti lo si guardi, il più grande stabilimento siderurgico d’Italia, è un problema!
Gli inviti viaggiano su Facebook e su WhatsApp. “Taranto ribellati! Incontriamoci al quartiere Tamburi” si chiama l’evento. “Mamme, papà, giovani, studenti e operai, tutti uniti per un unico obiettivo – scrivono gli organizzatori dell’assemblea – la tutela della salute, chiusura delle fonti inquinanti, bonifiche dei terreni contaminati e salvaguardia dei redditi dei lavoratori. Il quartiere Tamburi ha finalmente preso coscienza del problema e della sua gravità, siamo pronti a cambiare pagina. Non siamo più disposti a barattare la nostra salute e quella dei nostri figli. E’ impensabile negare il diritto allo studio o al gioco ai bambini. Non possiamo più girare la testa e far finta di nulla. Mai più saremo costretti a chiuderci dentro casa a subire passivamente le scellerate decisioni dei governi. Vi aspettiamo numerosi per decidere in assemblea quali iniziative intraprendere, non mancate”.
Non è la prima volta che Taranto ci prova. Non sarà l’ultima. Stare a guardare, però, è sempre più difficile!
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