lunedì 30 ottobre 2017

ASSASSINI! Amedeo Zaccaria: "Mio figlio ucciso dai tagli dell'Ilva"

La battaglia del papà detective: "Ho convinto i periti che Francesco è morto per la scarsa manutenzione della sua gru colpita da un tornado"
TARANTO. È diventato detective, passa le giornate a studiare testi di meccanica e segue tutte le udienze dall'inizio alla fine. Non si dà pace e non se la darà mai Amedeo Zaccaria, 58 anni, padre di Francesco che a 29 anni il 28 novembre del 2012 fu scaraventato in mare da 60 metri di altezza. Era su una gru, era un operaio dell'Ilva, arrivò un tornado al porto di Taranto e travolse tutto. Il suo è uno dei nomi della lunga lista dei morti che risuona nell'aula del processo Ambiente svenduto sul disastro ambientale causato dall'Ilva. E i tecnici ora iniziano ad ascoltare quel padre disperato, dando credito alla sua ricostruzione: forse Francesco non morì solo per la tromba d'aria, forse per risparmiare erano stati tolti oppure omessi alcuni dispositivi di sicurezza. "Non è stato un caso del destino, la morte di mio figlio ha mandanti e assassini a piede libero ma inizio a pensare che nessuno pagherà mai".

Ci spieghi perché.
"Sono manutentore elettromeccanico e sulle gru ci ho lavorato. Dopo l'incidente ho studiato a fondo i progetti e mi sono reso conto che le gru erano state modificate. Probabilmente per risparmiare erano stati omessi dei dispositivi di sicurezza. All'inizio neanche gli avvocati mi davano retta. Mi mostravano le foto della devastazione causata dal tornado e mi dicevano che nessun giudice ci avrebbe ascoltati, ma ora i periti confermano le mie tesi".
Che cosa dicono?
"Il consulente della procura sostiene che mancava sulle cabine il dispositivo anti-uragano, una sorta di chiavistello che ferma lo scorrimento sui binari. Poi la trave di fine corsa era diversa dal progetto originale. Si tratta dell'estrema misura di sicurezza che avrebbe dovuto fermare la cabina e salvare la vita di mio figlio. Secondo me furono modificate negli anni Ottanta tirando al risparmio. Il risultato è che la cabina è stata spinta dal vento sui binari e la trave che doveva fermarla ha fatto solo da trampolino verso il mare. Quel giorno due cabine sono precipitate, una terza, con la trave di sicurezza originale, invece ha resistito"...
Che idea si è fatto sull'incidente?
"Per prima cosa parlai con i due gruisti che si erano salvati. Volevo capire com'era morto mio figlio. Mi raccontarono gli interminabili attimi di terrore vedendo il tornado che puntava sulle loro gru. Posso solo immaginare cosa abbia pensato Francesco, chiuso nella cabina ad aspettare la morte, sperando che quelle travi di sicurezza fermassero la corsa verso il mare. Il perito in aula ha spiegato che servono almeno 400mila euro per dare una rinfrescata meccanica a una gru. Considerando il numero di gru, penso che qualcuno abbia deciso che forse era meglio risparmiare e nel caso di incidente risarcire i familiari del morto. È stato un omicidio programmato"...

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