Ci spieghi perché.
"Sono manutentore elettromeccanico e
sulle gru ci ho lavorato. Dopo l'incidente ho studiato a fondo i
progetti e mi sono reso conto che le gru erano state modificate.
Probabilmente per risparmiare erano stati omessi dei dispositivi di
sicurezza. All'inizio neanche gli avvocati mi davano retta. Mi
mostravano le foto della devastazione causata dal tornado e mi dicevano
che nessun giudice ci avrebbe ascoltati, ma ora i periti confermano le
mie tesi".
Che cosa dicono?
"Il consulente della procura sostiene che
mancava sulle cabine il dispositivo anti-uragano, una sorta di
chiavistello che ferma lo scorrimento sui binari. Poi la trave di fine
corsa era diversa dal progetto originale. Si tratta dell'estrema misura
di sicurezza che avrebbe dovuto fermare la cabina e salvare la vita di
mio figlio. Secondo me furono modificate negli anni Ottanta tirando al
risparmio. Il risultato è che la cabina è stata spinta dal vento sui
binari e la trave che doveva fermarla ha fatto solo da trampolino verso
il mare. Quel giorno due cabine sono precipitate, una terza, con la
trave di sicurezza originale, invece ha resistito"...
Che idea si è fatto sull'incidente?
Che idea si è fatto sull'incidente?
"Per prima cosa parlai con i due gruisti che si erano salvati. Volevo capire com'era morto mio figlio. Mi raccontarono gli
interminabili attimi di terrore vedendo il tornado che puntava sulle
loro gru. Posso solo immaginare cosa abbia pensato Francesco, chiuso
nella cabina ad aspettare la morte, sperando che quelle travi di
sicurezza fermassero la corsa verso il mare. Il perito in aula ha
spiegato che servono almeno 400mila euro per dare una rinfrescata
meccanica a una gru. Considerando il numero di gru, penso che qualcuno
abbia deciso che forse era meglio risparmiare e nel caso di incidente
risarcire i familiari del morto. È stato un omicidio programmato"...
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