TARANTO – Di seguito, riportiamo il
testo integrale della lettera della Sig.ra Tiziana Acclavio,
inquilina di una delle case popolari, che dopo aver più volte
sollecitato e chiesto l’intervento delle Istituzioni, ha scritto
una lettera raccontando le condizioni di degrado e difficoltà in cui
sono costretti a vivere:
“Sono una inquilina del complesso
case popolari di via F. Crispi n. 104, di proprietà Arca Jonica (ex
IACP), esasperata da una situazione ormai insopportabile, una
situazione paradossale nella quale, nonostante i grandi sacrifici per
onorare “da buona madre di famiglia” (come consigliava il
Prefetto nel 2009) tutte le scadenze, mi ritrovo a subire minacce e
sospensioni e distacchi, a vivere tra topi, allagamenti e rischi di
infezioni varie. Di qualche giorno fa la cronaca di decessi a causa
di infezioni di Escherichia Coli, SEU (sindrome emolitico uremica),
contaminazione da Tallio.
L’ipotesi è che siano stati
contaminati dal cibo o dall’acqua. Duecento famiglie stipate in un
piccolo complesso di case degradate nel centro della città, fuori da
ogni controllo su sicurezza degli stabili e salvaguardia della salute
e con svariate interruzioni di erogazione dell’acqua sono una
emergenza sanitaria che può esplodere da un momento all’altro.
Desidero sottolineare che questa è
l’ennesima volta che, attraverso lettere, email, esposto in
Procura, a Sindaco e Prefetto, oltre i vari comunicati alla stampa,
si mette in evidenza una situazione esplosiva, insostenibile e al
tempo stesso rischiosa per gli inquilini, ma umiliante soprattutto
per amministratori e gestori di questi beni e di questa città.
Ci si riferisce agli inquilini di case
popolari e di interi quartieri di edilizia pubblica come gente al di
fuori della civiltà e della legge, ma quando la stessa gente chiede
dignità e intervento della legge a garanzia del diritto d’accesso
ad un pubblico servizio e bene irrinunciabile come l’acqua, sempre
e totalmente pagato, e pari dignità nella difesa e nella gestione di
queste case che sono le nostre case, nessuno risponde.
Intere comunità isolate, case ormai
ridotte al degrado e all’abbandono a causa dell’assenza di una
pur essenziale ma doverosa “normale” gestione condominiale, la
stessa “normalità “del rispetto delle leggi che garantisce “gli
altri”, quelli che non vivono nei quartieri popolari .
Continua il ricatto da parte di AQP con
vere e proprie minacce di interruzione del servizio, anche se
regolarmente pagato, e aumenti di rate iniqui ed ingiustificati .
Violando un accordo del 2009 che
ritenevamo di forte valore politico e istituzionale, sottoscritto da
Regione, Comune, AQP e IACP (oggi ARCA JONICA), che stabiliva il
rientro dal debito pregresso storico delle case, anche se non
addebitabile agli attuali inquilini, con 60 rate da 10 euro mensili,
in aggiunta alle bollette dei consumi individuali, ad oggi ha
aumentato del doppio il numero delle rate portandolo a 120, rate che
nonostante non sappiamo bene da cosa derivino, continuiamo
regolarmente a pagare.
Ci chiediamo chi doveva vigilare su
quell’accordo a difesa dei cittadini che assolvono i loro doveri e
chiedono siano riconosciuti loro i diritti? Chi doveva garantire i
condomini che quell’accordo continuano a rispettarlo, nonostante
l’aumento ingiustificato delle rate, perché insistono col credere
che accordi sottoscritti dalle istituzioni abbiano un qualche valore?
Chi deve garantire che non si interrompa un pubblico servizio, reato
perseguibile penalmente soprattutto quando lo stesso servizio è
stato interamente pagato? Chi deve garantire condizioni minime di
legalità e sicurezza e vigilare affinché si scongiuri che episodi
di tensioni sfocino in veri e propri scontri sociali?
Occorre mettere fine a questa surreale
situazione di comunità isolata nel centro della città, dove i
“gestori “di beni pubblici, in deroga a tutte le leggi di
carattere civile e amministrativo, si occupano soltanto di incassare
le rate senza preoccuparsi che la mancata gestione sta portando a
gravi tensioni e contrasti tra condomini, oltre che gravi rischi per
la salute.
Va da sé che questa insopportabile
situazione di disagi e abusi, causa di contrasti e scontri – a
volte anche fisici a cui sono seguite alcune denunce – porterà a
conseguenze ben più gravi che i destinatari tutti di questa lettera
non possono ignorare, perchè hanno la possibilità oltre che il
dovere istituzionale di scongiurare. Chiediamo l’intervento delle
Istituzioni, Sindaco e Prefetto, quali garanti della legalità e
della salute e sicurezza per un intervento immediato. Cortesi saluti.
Una “buona madre di famiglia” delle
case popolari.
Tiziana Acclavio.
© 2017, redazione PugliaPress
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