Nell'udienza del 18 ottobre scorso, abbiamo dovuto assistere ad una specie di show del teste ingegnere Roberto Orlando, che rispondeva alle domande dei PM sugli infortuni mortali di Marsella e Zaccaria come se si trovasse ad un evento, aggiungendo suoi commenti e considerazioni che avevano il solo effetto di ridimensionare le responsabilità dell'Ilva.
Questo è stato scandaloso sulla morte di Claudio Marsella, per cui alla fine il problema era il mancato utilizzo da parte dell'operaio dei necessari dispositivi di sicurezza.
Più difficoltà ha avuto per la morte di Francesco Zaccaria, per cui ha dovuto ammettere tante irregolarità: dall'assenza di un piano di evacuazione in caso di pericolo; assenza di scorrimani, mancanza di conoscenza da parte degli operai dei dispositivi di sicurezza in caso di uragano; mancate manutenzioni delle gru da molto tempo; stato di deterioramento delle passerelle, degli ancoraggi dei parapetti, delle apparecchiature elettromeccaniche; ecc. ecc.
Praticamente una situazione di costante pericolo, per cui anche se non ci fosse stato l'uragano, gli operai lavoravano sempre a rischio vita!
Il 25 ottobre si sentiranno altri testi su questi "assassinii" di operai.
A novembre verranno sentiti i periti della Todisco che al termine della loro consulenza definirono l'Ilva fonte di malattie e morti di operai e cittadini.
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